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Girolamo Maria Francesco Matteo Savonarola (Ferrara, 21 settembre 1452 Firenze, 23 maggio 1498) stato un religioso, politico e predicatore italiano. Appartenente all'ordine dei frati domenicani O.P., profetizz sciagure per Firenze e per l'Italia propugnando un modello teocratico per la Repubblica fiorentina instauratasi dopo la cacciata dei Medici. Nel 1497 apparentemente fu scomunicato da papa Alessandro VI, l'anno dopo fu impiccato e bruciato sul rogo come eretico, scismatico e per aver predicato cose nuove , e le sue opere furono inserite nel 1559 nell'Indice dei libri proibiti. Gli scritti di Savonarola sono stati riabilitati dalla Chiesa nei secoli seguenti fino a essere presi in considerazione in importanti trattati di teologia. La causa della sua beatificazione stata avviata il 30 maggio 1997 dall'arcidiocesi di Firenze.
Giovanni Pico dei conti della Mirandola e della Concordia, noto come Pico della Mirandola (Mirandola, 24 febbraio 1463 – Firenze, 17 novembre 1494), è stato un umanista e filosofo italiano. È l'esponente più conosciuto della dinastia dei Pico, signori di Mirandola.
Alessandro VI, nato Roderic Llan ol de Borja, italianizzato Rodrigo Borgia (X tiva, 1 gennaio 1431 Roma, 18 agosto 1503), stato il 214 papa della Chiesa cattolica dal 1492 alla morte. Fu uno dei papi rinascimentali pi controversi, anche per aver riconosciuto la paternit di vari figli illegittimi, fra cui i famosi Cesare e Lucrezia Borgia, tanto che il suo cognome catalano, italianizzato in Borgia, diventato sinonimo di libertinismo e nepotismo, che sono tradizionalmente considerati come le caratteristiche del suo pontificato. Tuttavia due dei successori di Alessandro, Sisto V e Urbano VIII, lo descrissero come uno dei papi pi importanti dopo San Pietro.
Filippo Lippi, detto Filippino Lippi per distinguerlo dal padre (Prato, 1457 – Firenze, 1504), è stato un pittore italiano. Riprese lo stile lineare del suo maestro Sandro Botticelli, ma lo usò per creare opere in cui risaltasse il carattere irreale della scena con figure allungate e scene ricche di dettagli fantasiosi. Dopo un viaggio a Roma compiuto tra il 1488 e il 1492, dove studiò sia i monumenti antichi sia gli affreschi di Melozzo da Forlì e di Pinturicchio, riportò a Firenze il gusto per la decorazione a grottesche, che nei suoi dipinti divenne decorazione "animata", misteriosa, fantastica e inquietante, legandosi al clima di crisi politica e culturale della Firenze di Girolamo Savonarola. La pittura di Filippino è tra le più rappresentative dell'evoluzione a Firenze avvenuta alla fine del XV secolo: dall'età dell'equilibrio e della purezza lineare l'arte venne traghettata all'esasperazione espressiva e alle tensioni appassionate, che sfociarono poi nel manierismo. Fu uno dei primi pittori in assoluto a usare, sebbene relegata a dettagli secondari, una pennellata visibile e pastosa, "impressionistica". Il suo esempio venne ripreso e sviluppato da alcuni artisti fiorentini come Rosso Fiorentino, ed è possibile tracciare una linea ideale che lega lo sviluppo di questa tecnica, attraverso Parmigianino, il tardo Tiziano, Rubens, Rembrandt, Fragonard, fino ad arrivare agli impressionisti.
Giovanni Manardo (anche attestato nelle varianti Manardi e Mainardi), nei codici in latino Iohannes Manardus (Ferrara, 24 luglio 1462 – Ferrara, 8 marzo 1536) è stato un medico, botanico e umanista italiano. Di antica famiglia ferrarese, fu discepolo del Leoniceno, a cui succedette dal 1525 nella cattedra di medicina dell'Università di Ferrara, ed ebbe un'intensa vita professionale. Dopo aver incominciato ad insegnare nell'ateneo della sua città natale, fu, infatti, medico personale di corte dei Pico della Mirandola dal 1493 al 1504 e dei reali d'Ungheria (rispettivamente di Ladislao II prima e di Luigi II poi) dal 1513 fino al 1518, quando tornò a Ferrara, alla corte Estense, per provvedere alla salute di Alfonso d'Este. Nel 1533 fu anche, con un altro allievo del Leoniceno, cioè Ludovico Bonaccioli, nella ristretta cerchia di medici che cercò, invano, di curare Ludovico Ariosto. Nel 1494, alla morte di Giovanni Pico della Mirandola, di cui era stato medico, Manardo curò la pubblicazione delle celebri Disputationes adversum astrologiam divinatricem, in cui il filosofo emiliano, muovendo una forte critica alle credenze e alle pratiche astrologiche, aveva operato una netta differenziazione tra l'astronomia («astrologia matematica o speculativa»), che consentiva di far conoscere la realtà armonica dell'universo, e l'astrologia («astrologia giudiziale o divinatrice»), che invece era rivelatrice dell'avvenire degli uomini in base alle congiunture astrali. Tale discorso si intrecciò, in quel periodo, anche con i serrati dibattiti accesisi in tutta Europa sulla sifilide, in particolare nell'ambito della disputa di Ferrara e di quella di Lipsia, cui Manardo prese parte attiva, scrivendo il pamphlet dal titolo De erroribus Symonis Pistoris de Lypczk circa morbum gallicum, pubblicato nel 1500 a Norimberga. Se, nel 1521, commentando l'Ars parva di Galeno, aveva dato prova delle sue capacità di applicazione dei canoni della filologia alla scienza medica, la sua vasta erudizione umanistica sarebbe stata testimoniata, tuttavia, soprattutto dalle Epistolae medicinales, un'opera fortunata che, anticipata in frammenti dal 1528, ma uscita per intero solo postuma, a Basilea nel 1540, registrò numerose edizioni. Le Lettere medicinali combinavano alla perfezione, com'è stato osservato, la tradizione dei consigli, le istanze e discussioni filologiche sulla medicina e sulla botanica ai termini farmacologici. Tale opera, in cui peraltro, oltre a criticare le conoscenze botaniche informate dalla medicina araba, vengono per la prima volta descritte le antere dei fiori (appartenenti alle Angiosperme), ebbe un particolare influsso su François Rabelais, che la ripubblicò a Lione, poiché vedeva nelle epistole di Manardo sia un utile contributo per restituire alla medicina il prestigio di cui aveva goduto nell'antichità, sia un'autorevole testimonianza sottesa al rinnovamento della cultura.
Fra Bartolomeo, noto anche con lo pseudonimo di Baccio della Porta (Sofignano - Prato, 21 agosto 1473 Firenze, 31 ottobre 1517), stato un pittore italiano, frate domenicano.
Le Disputationes (titolo completo: Disputationes de Controversiis Christianae Fidei adversus hujus temporis haereticos, note anche con il titolo De Controversiis) sono un'opera di teologia dogmatica di Roberto Bellarmino. L'opera è considerata "la più completa difesa del potere papale". Dopo la pubblicazione delle Disputationes Bellarmino fu considerato il massimo apologeta della dottrina cattolica del primato pontificio.
Benedetto Pereira, scritto anche Perera e Pereyra (Ruzafa, 1535 circa – Roma, 6 marzo 1610), è stato un filosofo, teologo, linguista fisico ed esegeta spagnolo appartenente all'ordine dei Gesuiti. Fu professore a Roma presso il Collegio romano.