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Zeus (in greco antico: Ζεύς, Zèus) nella religione greca è il capo di tutti gli dèi, il capo dell'Olimpo, il dio del cielo e del tuono. I suoi simboli sono la folgore, il toro, l'aquila e la quercia. Figlio del titano Crono e di Rea, era il più giovane dei suoi fratelli e sorelle: Estia, Demetra, Era, Ade e Poseidone. Nella maggior parte delle leggende o miti era sposato con Era (protettrice del matrimonio e dei figli), anche se nel santuario dell'oracolo di Dodona come sua consorte si venerava Dione (viene raccontato nell'Iliade che Zeus sia il padre di Afrodite, avuta con Dione). Il frutto dei suoi numerosi convegni amorosi furono i suoi molti celeberrimi figli, tra i quali Apollo e Artemide, Hermes, Persefone, Atena, Dioniso, Perseo, Eracle, Elena, Minosse e le Muse. Secondo la tradizione da Era, la moglie legittima, ebbe Ares, Ebe, Efesto e Ilizia. Tali rapporti amorosi venivano consumati da Zeus anche sotto forma di animali (cigno, toro, ecc.), infatti tra i suoi enormi poteri egli aveva anche quello di tramutarsi in qualsiasi cosa volesse. La figura equivalente a Zeus nella mitologia romana era Giove, mentre in quella etrusca era il dio Tinia.
Il Toro di Creta (o Toro di Maratona dopo gli sviluppi della storia) era un mostro taurino della mitologia greca. Aveva l'aspetto di un toro di grandi dimensioni, e possedeva la capacità di soffiare fuoco dalle narici. Il Minotauro nacque da questo e da Pasifae. La cattura del Toro di Creta fu la settima delle dodici fatiche di Eracle. Il mitico re di Creta, Minosse, concesse senza problemi all'eroe di portar via il feroce animale, dato che aveva creato problemi a Creta. Eracle riuscì a catturarlo vivo soffocandolo con le mani, e lo portò con sé ad Atene. Qui Euristeo avrebbe voluto sacrificare l'animale ad Era, che odiava Eracle. Costei rifiutò perciò il sacrificio, per non riconoscere la gloria di Eracle. Il toro fu quindi lasciato libero di vagare, finché si fermò a Maratona, diventando noto come "toro di Maratona".
Cirene e Creta (Cyrene et Creta) furono costituite in provincia di Roma, con i territori comprendenti sia l'isola di Creta sia la Cirenaica almeno per due secoli, da Augusto a Settimio Severo.
Creta (AFI: /ˈkrɛta/; in passato anche Creti, /ˈkrɛti/; in greco: Κρήτη, traslitterato: Kríti, AFI: ['kriti], greco antico: Κρήτη, Krḗtē, AFI: [krέːtεː]) è un'isola greca, la maggiore e più popolosa del Paese e la quinta per estensione (8 261 km²) tra quelle del Mediterraneo dopo la Sicilia, la Sardegna, Cipro e la Corsica. Assieme agli isolotti contigui costituisce la periferia di Creta (in greco Περιφέρεια Κρήτης, Periféria Krítis), una delle province greche, e la diocesi decentralizzata di Creta (in greco Αποκεντρωμένη Διοίκηση Κρήτης, Αpokentroméni Diíkisi Krítis), una delle prefetture greche, due distinte seppur coestensive autorità con 623 065 abitanti e capoluogo Candia. Tra il III e il II millennio a.C. l'isola fu il fulcro della civiltà minoica, una delle più antiche civiltà avanzate d'Europa, che aveva in Cnosso, Cidonia e Festo i suoi centri principali. Nel corso dei secoli fu conquistata e abitata da micenei, greci, romani, bizantini, musulmani andalusi, veneziani con una breve parentesi di dominio genovese (1267-1290) e turchi ottomani fino alla definitiva unificazione con lo stato greco nel 1913. Creta è tra le principali mete turistiche della Grecia per via dei numerosi siti archeologici e naturalistici e per il particolare patrimonio culturale di cui dispone, espresso attraverso specificità linguistiche, letterarie, musicali e gastronomiche.
La battaglia di Creta (in tedesco: Luftlandeschlacht um Kreta; in greco: Μάχη της Κρήτης; in inglese: Battle of Crete) fu l'invasione da parte della Wehrmacht dell'isola greca di Creta, durante la seconda guerra mondiale. La cosiddetta "Operazione Mercurio" (in tedesco: Unternehmen Merkur) iniziò il 20 maggio 1941 ed ebbe termine il 1º giugno, quando fu completata l'evacuazione della guarnigione britannica dall'isola. La conquista di Creta fu un indubbio successo da parte delle truppe aviotrasportate tedesche ma le elevatissime perdite indussero Adolf Hitler a porre di fatto termine alle loro operazioni, tanto che, per tutto il prosieguo della guerra esse furono impiegate quasi esclusivamente come forza di fanteria ordinaria.