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Aristofane, figlio di Filippo del demo di Cidateneo (in greco antico: Ἀριστοφάνης Aristophánēs, pronuncia: [aristopʰánɛːs]; Atene, 450 a.C. circa – 385 a.C. circa), è stato un commediografo greco antico, uno dei principali esponenti della Commedia antica (l’Archaia) insieme a Cratino ed Eupoli, nonché l'unico di cui ci siano pervenute alcune opere complete (undici).
Persa (in italiano Il Persiano) è una commedia di Tito Maccio Plauto. Il titolo della commedia deriva da una truffa messa in atto da Tossilo per affrancare l'amata Lemniselene: con l'aiuto dell'amico Sagaristione egli riesce a pagare il riscatto per l'amante, che viene recuperato dalla finta vendita della figlia del parassita, che successivamente reclama la fanciulla ai danni del lenone. In questo raggiro Sagaristione si veste da mercante di schiavi persiano (in latino: Persa) ed è proprio questa caratteristica che dà il nome all'intera commedia. La commedia è quasi completamente incentrata su schiavi: il fatto che il servo coincida con il giovane innamorato e apra la commedia con un monologo personale tipico dell'adulescens è una novità nella commedia antica, riscontrabile solamente nello Heros di Menandro. Questa cosa doveva provocare divertimento agli occhi degli antichi Romani, che non ritenevano uno schiavo da commedia in grado di sviluppare delicate relazioni amorose così come un giovane libero. Altro motivo di ilarità doveva essere il linguaggio sottile e raffinato con cui lo schiavo parlava della sua storia. Per di più doveva suonare divertente che uno schiavo potesse ordire un complesso inganno e raggirare abilmente il lenone, e addirittura comportarsi da patronus con Lemniselene, che tra l'altro è una liberta non sua, ma di Dordalo. La commedia, secondo alcuni studiosi, non possiede una trama di grande interesse e nemmeno trasmette alti valori morali, essendo finalizzata al puro divertimento: questo è il motivo per cui non è stata replicata e non ha goduto di particolare fama.Il Persa, secondo alcuni filologi, è il risultato dell'unione da parte di Plauto di due commedie precedenti, l'una riguardo al furto di denaro da parte di un servo (nel Persa Sagaristione) e l'una riguardo aòla vendita fittizia di una fanciulla libera. Tuttavia, confrontandola con altre commedie plautine di cui si è sicuri riguardo alla composizione tratta da più originali, il Persa è molto breve e le due vicende sono strettamente collegate tra di loro. Anche il banchetto finale non deriverebbe da altre commedie greche, in quanto i personaggi mantengono lo stesso carattere che hanno mostrato negli atti precedenti presentando quindi un'uniformità.
Mandragola è una commedia di Niccolò Machiavelli, considerata il capolavoro del teatro del Cinquecento e un classico della drammaturgia italiana. Composta da un prologo e cinque atti, è una potente satira sulla corruttibilità della società italiana dell'epoca. Prende il titolo dal nome di una pianta, la mandragola, alla cui radice vengono attribuite caratteristiche afrodisiache e fecondative. Si è ritenuto a lungo che fosse stata scritta nel 1518, ma studi più recenti la retrodatano agli anni 1514-15. Fu pubblicata la prima volta nel 1524. Nel corso della storia, la Mandragola ebbe talmente successo e attrasse un tale entusiasmo che Voltaire espresse l'opinione che questa da sola valesse più di tutte le commedie di Aristofane. Nelle sue memorie, Carlo Goldoni raccontava che, in gioventù, a diciassette anni, aveva divorato la commedia, di nascosto, leggendola dieci volte.
La letteratura latina è l'insieme della produzione letteraria in lingua latina e delle problematiche che gravitano intorno al suo studio.
L'iscrizione kalós è una forma di epigrafe diffusa sui vasi attici tra il 550 e il 450 a.C., di solito rinvenuta su vasi simposiaci. La parola καλός significa "bello", ma all'interno di questa formula assumeva connotazione erotica; l'iscrizione era formata dal nome di un giovane, al nominativo singolare, seguita dall'aggettivo "kalós" ("... Kalos", cioè "... [è] bello"). Contemporaneamente alla comparsa di queste iscrizioni vascolari, si assiste alla proliferazione di scene a carattere pederastico, ma sotto forma di carezze piuttosto che di atti sessuali espliciti. Le persone citate erano quasi sempre adolescenti maschi, riconosciuti dal ceramografo per la loro bellezza, ma, occasionalmente, anche ragazze e donne erano dette kalé ("bella"). Altre volte l'iscrizione era generica e rivolta a ho pais kalos, dove il termine 'pais' significa ragazzo di età inferiore a quattordici o quindici anni. In alcuni casi i nomi delle iscrizioni sono stati ricondotti a personaggi storici, divenendo elementi cronologici per la datazione dei vasi. Le iscrizioni kalos si trovano anche come graffiti sui muri. L'esempio più abbondante è costituito dalle iscrizioni incise su roccia risalenti al IV secolo a.C.. Le prove non epigrafiche letterarie consistono in due riferimenti in Aristofane: il verso 144 degli Acarnesi e i versi 97-99 delle Vespe.
Gli acarnesi (in greco antico: Άχαρνῆς, Acharnês) è una commedia teatrale del comico greco Aristofane. Prende il nome dagli abitanti del demo di Acarne, una suddivisione amministrativa del territorio dell'antica Atene. Messa in scena nel 425 a.C., durante la Guerra del Peloponneso, l'opera è famosa per le sue istanze pacifiste. Venne rappresentata sotto la direzione di Callistrato (non, quindi, dello stesso Aristofane, sebbene per alcuni studiosi si tratti solo di uno pseudonimo) e vinse il primo premio alle Lenee, superando nella competizione gli autori Cratino ed Eupoli.
La commedia greca antica è uno dei generi letterari e teatrali principali dell'antica Grecia, più recente della tragedia. La sua origine è, comunque, poco conosciuta: Aristotele la lega ai canti fallici che accompagnavano le processioni dionisiache (in greco antico: κῶμοι, vedi Komos), ma il passaggio da questi alla commedia classica rimane discutibile. Se Epicarmo è il primo autore comico di cui si hanno le fonti, la commedia greca è conosciuta principalmente per Aristofane, del quale sono giunte ai nostri giorni undici commedie complete — probabilmente attraverso antologie scolastiche di epoca romana, tramandate nel Medioevo. Inoltre, abbiamo un'intera opera di Menandro, Il misantropo, ritrovata nel 1956 per caso in un lotto di papiri acquistato da un collezionista di Ginevra, Martin Bodmer, altre opere di questo autore sono La donna di Samo e L'arbitrato delle quali sono giunte la maggior parte dei versi. Degli altri commediografi esistono frammenti e/o titoli di circa 1500 commedie.