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La Psicoterapia ericksoniana è una forma di psicoterapia che deriva dal lavoro clinico di Milton H. Erickson e che basa una parte significativa della sua operatività sull'uso di specifiche tecniche ipnotiche.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale, anche chiamata terapia cognitivo-comportamentale (TCC) (Cognitive-Behavioural Therapy - CBT) è un termine ombrello con cui si indica una famiglia di psicoterapie ampiamente diffuse, che vengono utilizzate per trattare un'ampia gamma di disturbi psicopatologici. La TCC è stata sviluppata originariamente negli anni settanta del XX secolo, a partire dalla confluenza di numerosi sviluppi delle ricerche sulle terapie del comportamento (le "behavior therapies"), iniziate negli anni '50. Chiamata "Cognitive-behavior modification" ovvero modificazione cognitivo-comportamentale da D. Meichenbaum, ha avuto grande impulso dopo la diffusione del lavoro scientifico di Aaron Beck che, tuttavia, la chiamò "terapia cognitiva". Il termine "cognitivo" fa riferimento a tutto ciò che accade internamente alla mente, ovvero tutti i processi mentali come pensiero, ragionamento, attenzione, memoria, con implicazioni sullo stato di coscienza o consapevolezza, etc.Il termine "comportamentale" fa riferimento invece ai comportamenti manifesti (non solo azioni e condotte, ma tutte le attività osservabili dell'organismo in rapporto con l'ambiente) da parte del soggetto.Rappresenta lo sviluppo e l'integrazione delle terapie comportamentali e di quelle cognitiviste, ponendosi cioè in una posizione di sintesi degli approcci neocomportamentisti, della REBT (Rational-Emotive Behavior Therapy) di Albert Ellis e della terapia cognitiva classica di Aaron Beck, di cui cerca di integrare i principali aspetti funzionali.
La psicoterapia è una pratica terapeutica della psicologia clinica e della psichiatria, ad opera di uno psicoterapeuta (psicologo o medico, adeguatamente specializzati), che si occupa della cura di disturbi psicopatologici di natura ed entità diversa, che vanno dal modesto disadattamento o disagio personale fino alla sintomatologia grave, e che possono manifestarsi in sintomi nevrotici oppure psicotici tali da nuocere al benessere di una persona fino ad ostacolarne lo sviluppo, causando fattiva disabilità nella vita dell'individuo. Etimologicamente la parola psicoterapia - "cura dell'anima" - riconduce alle terapie della psiche realizzate con strumenti psicologici quali il colloquio, l'analisi interiore, il confronto, la relazione ecc., nella finalità del cambiamento dei processi psicologici dai quali dipende il malessere o lo stile di vita inadeguato, e connotati spesso da sintomi come ansia, depressione, fobie, ecc. A tal fine la psicoterapia si avvale di tecniche applicative della psicologia, dalle quali prende specificazione nei suoi svariati orientamenti teorici: psicoterapia psicodinamica, psicoterapia cognitivo-comportamentale, psicoterapia adleriana, psicoterapia ericksoniana, psicoterapia sistemica, psicosintesi, psicoterapia umanistica, psicoterapia con la procedura immaginativa ecc...
La psicoterapia adleriana è una psicoterapia psicodinamica basata sugli assunti teorici della Psicologia individuale di Alfred Adler: l'uomo è una unità mente/corpo indivisibile, originale e coerente nelle sue manifestazioni; il suo comportamento, espressione di un progetto solo in parte cosciente, è teleologicamente orientato al perseguimento di una maggiore stabilità e sicurezza. Quando eventi esistenziali improvvisi, relazioni interpersonali negative, insuccessi personali o professionali, imprevisti, modificano l'immagine di sé ed il valore dei propri obiettivi, la persona diviene insicura e disorientata. La metodologia adleriana, indipendentemente dall'eziopatogenesi di eventuali disturbi mentali correlati, può supportare colui che, "con un'erronea opinione di sé e del mondo, cioè con mete erronee e con un erroneo stile di vita, ricorrerà a varie forme di comportamento anormale allo scopo di difendere la propria opinione quando si trova a fronteggiare situazioni per le quali non si sente preparato a causa delle sue idee, e quindi teme un insuccesso".
La terapia della Gestalt (dove Gestalt in tedesco significa forma) è una scuola di psicoterapia parzialmente ispirata ad alcune analogie funzionali della psicologia della forma o psicologia della Gestalt, che nacque agli inizi del XX secolo in Germania. Il termine Gestalt è effettivamente tradotto in modo incompleto con forma, non consentendo di apprezzarne completamente il significato. In tedesco si parla ad esempio della "gestalt di una vallata", per sottolineare la configurazione di diversi elementi nel costituire un tutto armonico, che ha significato. La Gestalt, dunque, può essere considerata l'attitudine dello psichismo a legare tra loro dinamicamente gli elementi, costituendo un tutto significativo. Si considera a pieno titolo una forma di psicoterapia umanistico-esistenziale, in cui l'attenzione è posta sulla dinamica inarrestabile di creazione di configurazioni figura-sfondo, che rappresentano continui cicli di contatto tra l'organismo e l'ambiente che lo circonda. Viene ufficializzata da Fritz Perls e sua moglie Laura, negli anni quaranta a New York, come terapia che raccoglie e organizza le idee tradizionali della classica psicoterapia freudiana, junghiana e reichiana, nonché i principi della teoria del campo di Lewin e i contributi filosofici dell'esistenzialismo, della fenomenologia, e della Psicologia della Gestalt da cui prende il nome.
Lo psicoterapeuta è un professionista sanitario – medico o psicologo – autorizzato all'esercizio della psicoterapia dall'Ordine professionale di appartenenza. Il suo intervento mutua le tecniche dai numerosi modelli applicativi della psicologia, ed è rivolto alla risoluzione dei sintomi, e delle loro cause, conseguenti a disturbi mentali, disadattamenti e sofferenza.