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La numismatica (dal latino numisma, a sua volta dal greco: νόμισμα – nomisma – cioè moneta) è lo studio scientifico della moneta e della sua storia, in tutte le sue varie forme, dal punto di vista storico-geografico, artistico ed economico. Spesso anche il collezionismo di monete viene denominato numismatica.
Alla fine del XVIII secolo Eckhel riorganizzò la collezione del Gabinetto numismatico imperiale di Vienna, di cui era responsabile, secondo nuovi criteri. Divise la numismatica antica in due dipartimenti: quello delle monete greche, dove si trovavano le monete coniate da tutti gli stati dell'antichità classica ad esclusione di Roma, e quello delle monete romane. Di fatto incluse tra le monete greche anche quelli di popoli non greci come ad esempio gli Etruschi o i Fenici. Organizzò le monete "greche" secondo una suddivisione di tipo geografico, che procedeva dalla penisola iberica verso est fino all'Asia minore e proseguiva poi per l'Africa verso ovest, seguendo così il Mediterraneo. Questa organizzazione è quella tuttora in uso presso gli studiosi di numismatica classica.
Il Sacro Romano Impero fu un agglomerato di territori dell'Europa centrale e occidentale nato nell'alto Medioevo ed esistito per circa un millennio. Esso traeva il nome "impero romano" dall'essere considerato una continuazione dell'Impero romano d'Occidente e perciò un potere universale, mentre l'aggettivo "sacro", che lo contrapponeva all'impero pagano dei primi tre secoli, sottolineava che la rinascita del potere imperiale era legata alla religione cattolica e doveva considerarsi voluta da Dio; per questo motivo il potere di incoronare l'imperatore era attribuito al papa, almeno fino alla Riforma.Come anno di fondazione si considera in genere il 962, data dell'incoronazione di Ottone I. L'impero di Ottone infatti ereditava gran parte dell'Impero carolingio, ma non la parte occidentale, più o meno l'odierna Francia. Comunque, buona parte della storiografia di lingua italiana e francese include nella storia del Sacro Romano Impero anche l'Impero carolingio, segnando quindi come data d'inizio l'incoronazione di Carlo Magno nell'800.Il primo ad aggiungere il termine "sacro" al consueto "impero romano" fu Federico Barbarossa: esso appare in una lettera del 1157, che chiedeva ai magnati dell'impero aiuto contro le città lombarde.Solo nel 1512 sotto l'imperatore Massimiliano I la dizione "Sacro Romano Impero della Nazione Germanica" (in tedesco Heiliges Römisches Reich Deutscher Nation, in latino Sacrum Imperium Romanum Nationis Germanicae), già attestata fin dal 1417, fu usata in un atto del sovrano, il preambolo di commiato al Reichstag di Colonia. La titolatura dell'imperatore, in ogni caso, non cambiò, restando fino al 1806 "Imperator Romanorum semper Augustus", senza riferimenti germanici. In teoria, l'imperatore doveva essere la massima autorità politica del mondo abitato, superiore a tutti i re e pareggiato (o superato, a seconda delle visioni politiche) solo dal papa, che era chiamato a governare la cristianità nelle materie che riguardavano la fede. Tuttavia, nei fatti, qualcosa di simile fu raggiunto soltanto con Carlo Magno, che comunque già non aveva giurisdizione diretta su alcune terre cristiane, come l'Inghilterra. Da Ottone I di Sassonia in avanti l'impero governava solo la Germania, i paesi alpini, e per un periodo minore parti dell'Italia e di altre terre europee. Il Sacro Romano Impero fu formalmente dissolto nel 1806.
In ambito numismatico sono ben note alcune monete in bronzo, alcune delle quali recano l'epigrafe Velecha, espressa in un alfabeto osco encorio derivato dall'alfabeto greco, spesso abbreviata in Ve. Le monete di Velecha sono riportate nei principali cataloghi di numismatica. Una prima classificazione si deve a padre Raffaele Garrucci, che le raggruppò in due serie: nella prima serie tutte le monete fuse, che presentano sul dritto il simbolo del dio Helios e sul rovescio a volte i simboli stilizzati del Sole e della Luna, altre volte una testa di cavallo; in una seconda serie tutte le monete in bronzo coniate. La sede della zecca è ignota, ma secondo l'ipotesi più accreditata Velecha potrebbe corrispondere all'antica Volcei, in Lucania; tuttavia l'austriaco Leopold Welzl von Wellenheim, basandosi sulle raffigurazioni riportate sulle monete, ritiene più plausibile che queste fossero state coniate in Campania, presso Capua o Atella, mentre il britannico Edward Togo Salmon non esclude che Velecha si trovasse nel territorio dei Sabatini, stanziati forse nella valle del Sabato. Lo storico tedesco Heinz-Eberhard Giesecke ipotizza invece che le monete provenissero da Rubi, in Apulia.
Locri Epizephirii (o anche Locri Epizefiri, dal greco: Λοκροὶ Επιζεφύριοι, Lokroi Epizephyrioi) fu una città della Magna Grecia, fondata verso il VII secolo a.C. sul mar Ionio da coloni ellenici provenienti dalla Locride greca .
La caduta dell'Impero romano d'Occidente viene fissata formalmente dagli storici nel 476, anno in cui Odoacre depose l'ultimo imperatore romano d'Occidente, Romolo Augusto.