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Autore principale: Bonetti, , Marta; Mencaroni, , Arianna; Nicodemi, , Francesca
Fa parte di: I Quaderni / Centro servizi volontariato Toscana
Serie: I quaderni / Centro servizi volontariato Toscana
La storia dei servizi segreti italiani descrive l'evoluzione dei servizi segreti italiani, dall'unità d'Italia ad oggi. Il primo vero servizio segreto dello stato italiano unitario fu il Servizio informazioni militare (SIM), di impostazione militare, che iniziò a utilizzare anche membri dell'Arma dei Carabinieri nelle proprie fila, i servizi del dopoguerra con il SIFAR prima e il Servizio informazioni difesa (SID) dopo, poi la riforma del 1977 con la creazione di un servizio civile e uno militare (SISMI e SISDE), fino alla riforma del 2007, che ha diviso i servizi per competenze territoriali (AISI e AISE). Gli apparati di intelligence italiani hanno dato più volte adito a gravi scandali ed a sospetti di dubbia fedeltà verso gli interessi nazionali, tanto che è diventato un luogo comune giornalistico parlare di "servizi deviati", infatti molto spesso si è parlato di presunti rapporti tra servizi segreti italiani e criminalità. Tuttavia, è autorevole opinione di esperti dello specifico contesto storico che tale supposta deviazione dissimulasse la fedeltà ai vertici politico-istituzionali e alle esigenze di un ordine sovranazionale, legato alla logica dei blocchi contrapposti di superpotenze e - più in generale - all'adesione dell'Italia a protocolli internazionali non conoscibili dall'opinione pubblica italiana.
Il Corpo militare volontario della Croce Rossa Italiana (CM-CRI) è un corpo militare ausiliario delle forze armate italiane a componente esclusivamente maschile. La sua costituzione risale al 1866; è amministrato dalla Croce Rossa Italiana sotto le direttive del Ministero della difesa.
Il Servizio informazioni militare (SIM) è stato il primo strumento di intelligence militare italiano dal 1925 al 1945. Nella pubblica amministrazione esso è quindi precursore prima del SIFAR e poi del SID. Con lo scioglimento del SID i servizi sono stati divisi prima in militari e civili (SISMI e SISDE) e poi esteri e interni (AISE e AISI).
Il Corpo speciale volontario ausiliario dell'Esercito Italiano dell'Associazione dei cavalieri italiani del Sovrano militare Ordine di Malta (anche Corpo Militare ACISMOM), è un corpo volontario ausiliario dell'Esercito Italiano per l'assistenza sanitaria ed umanitaria.
La storia della schiavitù si inserì come istituto formale in molte culture, nazionalità e religioni, dai tempi antichi fino ai giorni nostri. Tuttavia le posizioni socio-economiche, lo status giuridico e le funzioni a cui erano preposti gli schiavi – esseri umani privati del diritto di proprietà su se stessi – risultarono anche essere notevolmente differenti e variabili all'interno dei diversi sistemi di schiavitù, in funzione sia dei tempi che dei luoghi presi in esame. La schiavitù può essere ricondotta ai primi documenti legali scritti, fra tutti il babilonese Codice di Hammurabi (1860 a.C.) il quale si riferisce ad essa come ad un'istituzione consolidata e del tutto comune tra i popoli dell'antichità. Se si parla dello stato di schiavitù nelle prime civiltà dotate di scrittura le condizioni della sua nascita sono, in assenza di fonti, impossibili da determinare con precisione. Le fonti, le giustificazioni, le posizioni e le attività materiali attribuite agli schiavi oltre che le condizioni per la loro liberazione contribuiscono a dare una sua specificità ad ogni configurazione storica. La schiavitù fu rara tra le popolazioni di cacciatori-raccoglitori preistorici poiché essa iniziò a svilupparsi come un sistema di stratificazione sociale. Conosciuta tra le prime civiltà come quella dei Sumeri in Mesopotamia risalente al 3.500 a.C; quasi ogni altra civiltà dell'epoca la praticò. La schiavitù divenne comune in gran parte del continente europeo durante i secoli bui e continuò per tutto il corso del Medioevo, anche grazie alle guerre bizantino-ottomane (1265-1479, parte delle guerre ottomane in Europa) le quali portarono alla cattura di un gran numero di schiavi cristiani. Commercianti ed avventurieri olandesi, francesi, spagnoli, portoghesi, inglesi, arabi ed un certo numero di regni autoctoni dell'Africa occidentale svolsero un ruolo di primo piano nella tratta atlantica degli schiavi africani, soprattutto dopo il 1600. L'autore David P. Forsythe ha scritto che "la pratica proseguì fino all'inizio del XIX secolo circa, quando i 3/4 di tutti gli esseri umani viventi vennero intrappolati in una qualche forma di schiavitù o di servitù della gleba contro la loro volontà". Il regno di Danimarca-Norvegia divenne il primo paese europeo a proibire il commercio degli schiavi nel 1802. Anche se la schiavitù non è più ufficialmente legale in nessuna nazione del pianeta il traffico di esseri umani rimane un grave problema internazionale; si stima che tra i 25 e i 40 milioni di persone si trovino attualmente ancora in uno stato di effettiva schiavitù. Durante la seconda guerra civile in Sudan (1983-2005) i prigionieri di entrambe le parti vennero ridotti in schiavitù. Inoltre, anche se la schiavitù in Mauritania è stata criminalizzata nell'agosto del 2007 si stima che fino a 600.000 persone (il 20% dell'intera popolazione) siano oggi schiavi, molti dei quali utilizzati nel lavoro forzato a seguito di una servitù debitoria. Evidenze emersero alla fine degli anni novanta nei riguardi di una schiavitù sistematica tramite il lavoro minorile attuata nelle piantagioni di cacao dei paesi africani occidentali. La schiavitù richiede tipicamente una mancanza di manodopera e un surplus di terra per poter essere vitale.
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