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Autore principale: Berengo Gardin, Gianni
Pubblicazione: Firenze : Fratelli Alinari, stampa 1968
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Il cadorino è un insieme di dialetti locali che costituiscono una varietà della lingua ladina (appartenente al gruppo romanzo della famiglia delle lingue indoeuropee). È parlato nella regione geografica del Cadore, nella zona delle Dolomiti, oggi in provincia di Belluno. La regione cadorina, delineata nei suoi confini storici, costituisce una unità anche sotto il profilo linguistico. Ciononostante lo statuto del cadorino come varietà del ladino è stato ed è tuttora oggetto di dibattito e a volte anche di tensioni di natura più politica che linguistica.Secondo il linguista Giovan Battista Pellegrini, il Cadore (tutta l'area dell'alta provincia di Belluno) costituisce un'importante area linguistica, in quanto potrebbe contenere la chiave per comprendere la stratificazione geolinguistica non soltanto delle province di Belluno, di Trento e di Bolzano, ma di tutta l'Italia settentrionale.
Il Cadore è una regione storico-geografica italiana, situata nell'alta provincia di Belluno, in Veneto ed in minima parte nella provincia di Udine, in Friuli-Venezia Giulia (limitatamente al comune di Sappada), interamente appartenente alla zona montuosa delle Dolomiti Orientali e confinante con l'Austria a nord (Tirolo e Carinzia), il Trentino-Alto Adige ad ovest, la Carnia e la provincia di Pordenone ad est.
I Vecellio (forma secondaria Vezzelli) sono un antico casato stanziato a Pieve di Cadore, il cui più noto esponente fu Tiziano (1476-90 - 1576). Le origini accertate della famiglia risalgono al XIII secolo, ma la derivazione dal casato dei conti Da Camino e la comune origine con i Genova, i Colfosco e i Collalto lasciano intuire un'origine ancora più datata nel tempo. A sua volta il casato diede vita ad alcune derivazioni, fra le quali quella degli Zamberlani e quella dei Pellizzaroli-Vecellio. Un ramo dei Vecellio si imparentò anche con i Sarcinelli, importante famiglia trevigiana, grazie al matrimonio di Lavinia, figlia di Tiziano, con Cornelio Sarcinelli nel 1555. Questo ramo, indubbiamente il più noto dell'intero casato, nel 1533 assurse anche al titolo di Conte Palatino, concesso a Tiziano e alla sua discendenza da Carlo V d'Asburgo, Re di Spagna, Imperatore del Sacro Romano Impero e Re d'Italia, di cui Tiziano era ritrattista ufficiale. I membri della famiglia Vecellio si distinsero a Pieve come notai, amministratori pubblici e possidenti fondiari, ma tra il XVI e il XVII secolo si venne affiancando a queste professioni una notevole tradizione pittorica, grazie a ben nove importanti personalità artistiche: oltre a Tiziano, suo fratello Francesco (1475-1560), suo figlio Orazio (1525-1576) e i parenti Marco (1545-1611), Tizianello (1570-1650), Tommaso (1587-1629), Cesare (1521-1601), Fabrizio (morto nel 1576) ed Ettore (1591-1652). Nel campo del diritto, importanti personalità furono quelle di Conte (vissuto a cavallo fra il XV e il XVI secolo), Vincenzo (morto nel 1567), Tiziano l'Oratore (1538-1612) e Alessandro Pellizzaroli-Vecellio (1764-1821). L'importanza e l'antichita della famiglia, ma soprattutto il prestigio di Tiziano, suo esponente più noto, richiamarono fin dal XVII secolo l'attenzione di storici ed eruditi, impegnati in svariate operazioni di ricostruzione della genealogia dei vari rami del casato e della vita dei suoi principali esponenti.
Giuseppe Cadorin (Lorenzago di Cadore, 13 novembre 1792 – San Fior, 14 dicembre 1851) è stato un abate e storico italiano. Sebbene abbia raccolto e pubblicato importanti documenti sulla storia artistica ed architettonica del Palazzo Ducale di Venezia, la sua fama è legata soprattutto ad una biografia di Tiziano.
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