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Le mille e una notte (in arabo: ألف ليلة وليلة, ʾAlf layla wa layla; in persiano: هزار و یک شب, Hezār-o yek šab) è una celebre raccolta di racconti orientali (di origine egiziana, mesopotamica, indiana e persiana), costituita a partire dal X secolo, di varia ambientazione storico-geografica, composta da differenti autori. Il numero 1001 non va preso alla lettera. Al contrario, "mille" significa in arabo "innumerevoli" e quindi 1001 significa un numero infinito. Successivi compilatori e traduttori presero questo numero alla lettera e, dividendo e aggiungendo fiabe, arrivarono a una raccolta che ne conteneva appunto mille.È incentrata sul re persiano Shahriyār che, essendo stato tradito da sua moglie, uccide sistematicamente le sue spose al termine della prima notte di nozze. Un giorno Shahrazād, figlia maggiore del gran visir, decide di offrirsi volontariamente come sposa al sovrano, avendo escogitato un piano per placare l'ira dell'uomo contro il genere femminile. Così la bella e intelligente ragazza, per far cessare l'eccidio e non essere lei stessa uccisa, attua il suo piano con l'aiuto della sorella: ogni sera racconta al re una storia, rimandando il finale al giorno dopo. Va avanti così per "mille e una notte"; e alla fine il re, innamoratosi, le rende salva la vita. Ciascuna delle storie principali delle Mille e una notte è quindi narrata da Shahrazād e questa narrazione nella narrazione viene riprodotta su scale minori con storie raccontate dai personaggi delle storie di Shahrazād e così via. Questo espediente narrativo, che ancora oggi ha nelle Mille e una notte uno dei suoi casi d'uso più illustri, è da alcuni paragonato al metateatro, così definito da Lionel Abel nel 1963 con riferimento al ruolo di Don Chisciotte della Mancia come prototipo di personaggio autoreferenziale. Tale artificio del teatro nel teatro è spesso usato in epoca moderna, giungendo attraverso William Shakespeare fino a Luigi Pirandello. Nel 1300 Giovanni Boccaccio entra di diritto a far parte di tale gruppo portando questo tipo di racconto in Europa nel suo Decameron, dove la metanarrazione serve in molti casi a chiarire le posizioni dei protagonisti. È comunque possibile rintracciare le origini del metaracconto nella narrazione epica, per esempio alcuni canti dell'Odissea sono costituiti dai racconti fatti da Ulisse all'assemblea dei Feaci.
La Spedizione dei Mille fu uno degli episodi cruciali del Risorgimento. Avvenne nel 1860 quando un migliaio di volontari, al comando di Giuseppe Garibaldi, partì nella notte tra il 5 e il 6 maggio da Quarto (nei pressi di Genova, nel territorio del Regno di Sardegna) alla volta della Sicilia, controllata dal Regno Borbonico delle Due Sicilie. Lo scopo della spedizione fu di appoggiare le rivolte scoppiate nell'isola e rovesciare il governo borbonico. I volontari sbarcarono l'11 maggio presso Marsala e, grazie al contributo di volontari meridionali e allo sbarco di altre spedizioni garibaldine, aumentarono di numero, creando l'Esercito meridionale, il quale si mosse verso nord alla volta di Napoli. Dopo una serie di battaglie vittoriose contro l'Esercito borbonico, i volontari garibaldini riuscirono a conquistare tutto il Regno delle Due Sicilie, permettendone l'annessione al nascente Regno d'Italia.
L'espressione rinascita dell'anno Mille designa una fase storica del Basso Medioevo caratterizzata da una rinnovata religiosità ma soprattutto da uno sviluppo economico che comportò cambiamenti evidenti nella vita sociale. Alcuni storici hanno chiamato questa fase di sviluppo culturale, collocata intorno all'XI secolo, "Rinascimento medievale". Questa denominazione è stata contestata da altri, come lo storico Girolamo Arnaldi, che riconosce come "Rinascimenti medioevali" solo « [...] quelli del diritto e della filosofia, nel secolo XII, perché il diritto che si riprese a studiare era quello romano, codificato dall'imperatore Giustiniano, e la filosofia tornata in auge era quella greca, in particolare Aristotele» e quindi si può parlare di Rinascimento in quanto questo del XV secolo sarà caratterizzato, ma non solo per questo, proprio dalla rinascita dell'interesse per la classicità greca e romana. Resta il fatto che Konrad Burdach, massimo sostenitore della continuità tra Medioevo e Rinascimento, ritiene che non vi sia stata alcuna rottura fra i due periodi, i quali costituiscono dunque un'unica grande epoca. Burdach afferma che non vi fu nessuna svolta, e se proprio si vuole parlare di rinascita bisogna addirittura risalire all'anno Mille; egli annota infatti che i temi della Riforma luterana erano già contenuti nelle eresie medioevali, e che Medioevo e Rinascimento hanno una stessa fonte in comune: il mondo classico..
L'otto per mille (spesso abbreviato in 8xmille) è la quota di imposta sui redditi soggetti IRPEF, che lo Stato italiano distribuisce, in base alle scelte effettuate nelle dichiarazioni dei redditi, fra sé stesso e le confessioni religiose – attualmente sono dodici – che hanno stipulato un'intesa. È stata introdotta dall'art. 47 della legge n.222 il 20 maggio 1985, (durante il Governo Craxi I) in attuazione dell'Accordo di Villa Madama del 1984 tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede, nella qualità di rappresentante della Chiesa cattolica. La norma stabilisce gli ambiti nei quali i soggetti beneficiari dell'otto per mille possano impiegare i fondi ricevuti, nonché il meccanismo di calcolo di tale quota. I contribuenti non sono tenuti a esercitare obbligatoriamente l'opzione per la destinazione dell'otto per mille, ma anche l'otto per mille del gettito fiscale di chi non effettua tale scelta o di chi è esonerato dalla dichiarazione dei redditi viene ripartito tra i soggetti beneficiari, in proporzione alle scelte espresse (mediamente il 42,73% dei contribuenti hanno espresso una scelta tra il 1990 e il 2007) e salvo rinuncia unilaterale dei medesimi. Nel 2014 la Corte dei Conti ha rilevato che i fondi destinati alle religioni sono “gli unici che, nell'attuale contingenza di fortissima riduzione della spesa pubblica in ogni campo, si sono notevolmente e costantemente incrementati”. “Nel corso del tempo, il flusso di denaro si è rivelato così consistente da garantire l'utilizzo di ingenti somme per finalità diverse”, dando così vita “a un rafforzamento economico senza precedenti della Chiesa italiana”.
Mille Regretz è una chanson franco-fiamminga di epoca rinascimentale il cui testo fu messo in musica, nella sua intonazione a quattro voci, da Josquin Desprez il quale, tra l'altro, ne fece sicuramente la versione più importante e celebre. L'attribuzione compositiva è ritenuta per lo più certa, ma sull'argomento si sono aperte recentemente alcune discussioni; secondo queste tesi, la sua semplicità potrebbe far risalire la melodia originaria alla sfera popolare e tradizionale. Tra gli altri compositori che ne fecero versioni alternative occorre citare sicuramente Nicolas Gombert. La versione composta da Josquin Desprez fu quindi la più celebre, e già alla sua epoca fu un brano che si fece conoscere in tutta Europa, fino a giungere alla corte spagnola di Carlo V del Sacro Romano Impero, il quale ne ebbe grande considerazione fino a ritenerlo il suo brano favorito. La sua melodia venne usata come base per farne alcuni rifacimenti con la tecnica del cantus firmus, come la messa a sei voci scritta da Cristóbal de Morales, dove la linea originale è ben riconoscibile all'interno di tutto il corso dell'opera. Il testo originale recita le seguenti parole: Alcune traduzioni non sono totalmente concordi e differiscono, ad esempio, nel secondo verso, dove le originarie parole Fache ed amoureuse vengono variamente interpretate come amorevole volto od anche come amorosa rabbia.
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