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Autore principale: Ghelli, Silvio
Nel corso della sua storia la Croazia, per la sua particolare posizione geografica, è stata un crocevia e punto di incontro e scontro fra diverse culture: una regione di confine, un confine geografico e politico, dapprima, nel III secolo tra l'impero romano d'occidente e quello d'oriente di cui per tutto l'alto Medioevo ne seguì le sorti come parte dell'impero bizantino, e in seguito, nel IX secolo, tra l'impero carolingio e una Bisanzio avviata verso un secolare declino che vedeva diventare il mare Adriatico e le regioni illiriche, un "limes" conteso, a partire dall'XI secolo, anche da altri attori, tra cui in particolare la repubblica di Venezia e il regno d'Ungheria. Ma la Croazia era e sarebbe divenuta, in quel passaggio di millennio, anche un confine religioso: le coste dalmate, dove controllate dai narentani, erano ancora pagane, mentre il retroterra era stato cristianizzato da tempo, ma nel 1054 con lo Scisma d'Oriente-Occidente la stessa cristianità si divideva e si confrontava - e questa terra con lei - tra cattolicesimo e ortodossia, così come, più tardi ancora, con l'affermazione e l'espansione dell'Impero Ottomano, nel XV secolo, e il tramonto definitivo di quello bizantino, si sarebbe confrontata e incontrata con l'islam.
L'invasione mongola dell'Europa nel XIII secolo fu lo sforzo militare dei Mongoli per invadere e conquistare l'Europa. Essa implicò la violenta e incontrollata distruzione dei principati e delle principali città slave orientali, come Kiev e Vladimir. Le invasioni mongole colpirono anche l'Europa centrale, facendo guerra al Regno d'Ungheria (nella battaglia di Mohi) e causando la frammentazione della Polonia, nella battaglia di Legnica.Le operazioni furono pianificate dal generale Subedei e condotte da Batu Khan e Kadan, entrambi nipoti di Gengis Khan. Come risultato delle vittoriose invasioni, molti dei territori conquistati sarebbero diventati parte dell'impero dell'Orda d'Oro. Gli storici considerano le incursioni e le invasioni mongole come alcuni dei più sanguinosi conflitti nella storia umana fino a tutto quel periodo. Brian Landers sostiene che: "Un solo impero in particolare superò chiunque fosse venuto prima, e attraversò dall'Asia all'Europa in un'orgia di violenza e distruzione. I Mongoli portarono il terrore in Europa su una scala mai più vista fino al ventesimo secolo." Diana Lary afferma che le invasioni mongole indussero una migrazione della popolazione "su una scala mai vista prima", particolarmente in Asia centrale ed Europa orientale. Ella aggiunge: "L'imminente arrivo delle orde mongole spargeva terrore e panico."I principi europei in guerra tra loro si resero conto che dovevano cooperare di fronte alla minaccia di un'invasione mongola, così le guerre e i conflitti locali in alcune parti dell'Europa centrale furono sospesi, solo per essere ripresi dopo che i Mongoli si erano ritirati.
Il colonialismo italiano ebbe inizio alla fine del XIX secolo, con l'acquisizione pacifica dei porti africani di Assab e Massaua, sul mar Rosso. A seguito della spartizione dell'Africa da parte delle potenze europee (1881-1914), il Regno d'Italia deteneva il controllo dell'Eritrea e della Somalia, oltre che di Cirenaica, Tripolitania e Isole egee, sottratte all'Impero ottomano nel corso della guerra italo-turca (1911-1912). Sussisteva anche una concessione italiana a Tientsin, in Cina, sin dal 1901. Nel corso della prima guerra mondiale, un corpo di spedizione italiano occupò preventivamente l'Albania meridionale per impedirne la conquista da parte dell'Impero austro-ungarico, instaurandovi un protettorato (1917-1920). Il regime fascista di Benito Mussolini, salito al potere dopo il conflitto mondiale, manifestò l'intenzione di espandere i possedimenti del regno e soddisfare le pretese degli irredentisti. Nel 1934 Cirenaica e Tripolitania furono unite nella Libia italiana; con la guerra del 1935-36 l'Italia conquistò l'Etiopia, che fu unita ad Eritrea e Somalia per dare vita all'Africa Orientale Italiana, nel 1938 Vittorio Emanuele III d'Italia assunse il titolo di Primo maresciallo dell'Impero e fu proclamata ufficialmente la nascita dell'impero italiano che durò sino alla caduta del fascismo. Nel 1939 fu nuovamente conquistata l'Albania, regno che fu quindi posto in unione personale con quello d'Italia (1939-1943). Dopo l'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale nel 1940, il territorio metropolitano del regno, assieme a quello delle colonie e delle zone di occupazione militare, raggiunse la sua massima espansione. I territori italiani - oltre a quelli fin qui citati - si estendevano allora da parte della Francia meridionale ai protettorati e alle occupazioni nei Balcani (Slovenia, Dalmazia, Croazia, Montenegro, Grecia), alla Somalia britannica. Sia le colonie storiche sia le acquisizioni più recenti andarono tuttavia perdute a causa delle successive vicende belliche e dell'armistizio tra l'Italia e gli Alleati (8 settembre 1943). Allo Stato italiano, seppur schieratosi a fianco degli Alleati dopo il 1943, furono imposte dure condizioni dal trattato di Parigi del 1947: tra di esse, la perdita di tutte le colonie ad eccezione della Somalia, amministrazione fiduciaria italiana dal 1950. Il 1º luglio 1960 la Somalia ottenne l'indipendenza, sancendo così la fine dell'ottantennio coloniale italiano.
Zara (AFI: /ˈʣara/; in croato Zadar; in serbo: Задар?, traslitterato Zadar; in ungherese Zára; in dalmatico: Jadera) è una città della Croazia che si trova nella Dalmazia centrale lungo il Medio Adriatico. Si affaccia sulle isole di Ugliano e Pasmano, dalle quali è separata dallo stretto di Zara. Capitale storica della Dalmazia, pur essendo stata da tempo superata da Spalato per numero di residenti, conta 75 082 abitanti. Fondata nel IX secolo a.C. dai Liburni, una tribù illirica, divenne prima municipio romano con il nome Iadera e poi colonia romana probabilmente già sotto Cesare. Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente e la distruzione di Salona, agli inizi del VII secolo Zara diventa la capitale della provincia bizantina della Dalmazia, poi Ducato di Dalmazia. Il controllo bizantino fu conteso sino al X secolo da Goti, Franchi e in seguito dai Croati. Per secoli Zara fu una delle città più importanti della Repubblica di Venezia, di cui fece parte dall'anno mille fino alla sua caduta, che avvenne nel 1797. Dopo una breve parentesi napoleonica fu dominata dagli austriaci fino ai primi del Novecento, divenendo capitale del Regno di Dalmazia. In seguito alla prima guerra mondiale la città divenne un'exclave italiana, capoluogo della provincia di Zara, circondata dalla Dalmazia jugoslava. Nel corso della seconda guerra mondiale fu gravemente colpita dai bombardamenti aerei e, in seguito al trattato di pace del 1947, fu ufficialmente annessa alla Jugoslavia. Dal 1991, dissoltasi la repubblica jugoslava, fa parte della Croazia ed è oggi il capoluogo della regione zaratina, sede universitaria e arcivescovile. Zara fino alla dissoluzione della Jugoslavia era una delle città economicamente più sviluppate della costa dalmata, primato che tuttora conserva, vista la presenza di fabbriche di svariati rami industriali. Questa versatilità ha consentito a Zara di riprendersi relativamente rapidamente dopo la guerra d'indipendenza croata. Il porto di Zara, che è adibito sia al traffico turistico sia a quello merci, è diventato uno dei porti più trafficati della Croazia con una costante tendenza di crescita visto che offre un collegamento diretto tra l'Italia, la Croazia e il resto dell'Europa centrale. Fino al 1947 la componente di lingua e cultura italiana costituiva la maggioranza della popolazione, ma la gran parte di essa abbandonò la città in seguito ai bombardamenti alleati durante la seconda guerra mondiale e successivamente per la persecuzione etnica e politica. Oggi sopravvive in città solo una piccola minoranza italofona di dalmati italiani, riunita nella locale Comunità degli Italiani. Le fortificazioni risalenti all'epoca della Repubblica di Venezia presenti a Zara sono state inserite nell'elenco dei Patrimoni dell'Umanità dell'UNESCO nel circuito storico e culturale delle opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo: Stato da Terra-Stato da Mar occidentale.
Nel corso della sua storia la Croazia, per la sua particolare posizione geografica, è stata un crocevia e punto di incontro e scontro fra diverse culture: una regione di confine, un confine geografico e politico, dapprima, nel III secolo tra l'impero romano d'occidente e quello d'oriente di cui per tutto l'alto Medioevo ne seguì le sorti come parte dell'impero bizantino, e in seguito, nel IX secolo, tra l'impero carolingio e una Bisanzio avviata verso un secolare declino che vedeva diventare il mare Adriatico e le regioni illiriche, un "limes" conteso, a partire dall'XI secolo, anche da altri attori, tra cui in particolare la repubblica di Venezia e il regno d'Ungheria. Ma la Croazia era e sarebbe divenuta, in quel passaggio di millennio, anche un confine religioso: le coste dalmate, dove controllate dai narentani, erano ancora pagane, mentre il retroterra era stato cristianizzato da tempo, ma nel 1054 con lo Scisma d'Oriente-Occidente la stessa cristianità si divideva e si confrontava - e questa terra con lei - tra cattolicesimo e ortodossia, così come, più tardi ancora, con l'affermazione e l'espansione dell'Impero Ottomano, nel XV secolo, e il tramonto definitivo di quello bizantino, si sarebbe confrontata e incontrata con l'islam.
Record aggiornato il: 2021-11-25T04:47:56.272Z