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Autore principale: Monteverde, Cesare
Il romanzo storico è un'opera narrativa ambientata in un'epoca passata, della quale ricostruisce l'atmosfera, gli usi, i costumi, la mentalità e la vita in generale, così da farli rivivere al lettore. Un romanzo si definisce storico quando è ambientato in un'epoca storica e intende trasmetterne lo spirito, i comportamenti e le condizioni sociali attraverso dettagli realistici e con un'aderenza ai fatti documentati. Può contenere personaggi realmente esistiti, oppure una mescolanza di personaggi storici e di invenzione. Dal momento che presenta una parte di invenzione e una parte di realtà storica, quello del romanzo storico è un genere “ibrido”, se non costituisce addirittura un ossimoro letterario. Lo statuto del genere si basa su una sorta di promessa implicita da parte dello scrittore: quella di limitare la propria libertà inventiva, sottoponendola al vincolo della verità storica. Il lettore sa di non trovarsi davanti a un trattato di storiografia, eppure non mancherà di chiedersi quanta parte di verità ci sia nei fatti narrati; per fruire dell'opera, dovrà scegliere di fidarsi della voce del suo autore.
Federico IV di Sicilia, detto il Semplice (Catania, 1º settembre 1341 – Messina, 27 luglio 1377), fu Re di Sicilia (formalmente, Re di Trinacria), Duca di Atene e Duca di Neopatria, dal 1355 alla sua morte. Federico, come sovrano di Sicilia, avrebbe dovuto adottare il numerale III, invece assunse il IV, conformandosi alla scelta operata da suo nonno, Federico III di Sicilia, che avrebbe dovuto adottare il numerale II, ma preferì il III, in omaggio all'Imperatore Federico II, che era stato Re di Sicilia, ma che mai si disse Federico I di Sicilia. A ogni modo, in alcuni elenchi dei Re di Sicilia, Federico il Semplice è indicato con il numerale III.
Gabriele D'Annunzio, allo stato civile Gabriele d'Annunzio (Pescara, 12 marzo 1863 – Gardone Riviera, 1º marzo 1938), è stato uno scrittore, poeta, drammaturgo, militare, politico, giornalista e patriota italiano, simbolo del decadentismo e celebre figura della prima guerra mondiale, dal 1924 insignito dal Re Vittorio Emanuele III del titolo di Principe di Montenevoso. Soprannominato il Vate (allo stesso modo di Giosuè Carducci), cioè "poeta sacro, profeta", cantore dell'Italia umbertina, o anche "l'Immaginifico", occupò una posizione preminente nella letteratura italiana dal 1889 al 1910 circa e nella vita politica dal 1914 al 1924. È stato definito «eccezionale e ultimo interprete della più duratura tradizione poetica italiana […]». Come figura politica, lasciò un segno nella sua epoca ed ebbe un'influenza notevole sugli eventi che gli sarebbero succeduti.La sua arte fu così determinante per la cultura di massa, che influenzò usi e costumi nell'Italia - e non solo - del suo tempo: un periodo che più tardi sarebbe stato definito, appunto, dannunzianesimo.
La traduzione dal francese di "noblesse oblige" è: "la nobiltà comporta obblighi".
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