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Autore principale: Bizzarri, Libero ; Solaroli, Libero
Serie: Saggi di cultura moderna ; 27
Serie: Saggi di cultura moderna [Parenti] ; 27
L'industria automobilistica in Italia è un settore abbastanza grande nel paese: ha raggiunto la cifra di 2.131 aziende e impiegava quasi 250.000 persone nel 2006. L'industria automobilistica in Italia è meglio conosciuta per i suoi progetti di utilitarie, auto sportive e supercar. L'industria automobilistica contribuisce all'8,5% del PIL italiano.L'Italia è uno dei principali produttori di automobili sia in Europa che nel mondo. Oggi l'industria automobilistica italiana è quasi totalmente dominata dal Gruppo Fiat (ora FCA); nel 2001 oltre il 90% dei veicoli sono stati prodotti da questa compagnia. Oltre alla propria gamma di modelli di mercato prevalentemente di massa, Fiat possiede i marchi esclusivi Alfa Romeo, Lancia e il marchio esotico Maserati. Le auto italiane sono tra quelle che hanno vinto più volte il premio annuale "Auto dell'anno" (inclusa la Fiat più di qualsiasi altro produttore) e anche il premio "Auto mondiale dell'anno".
L'economia d'Italia, a partire dal secondo dopoguerra, ha conosciuto profondi cambiamenti strutturali, che nei decenni successivi l'hanno resa una delle maggiori potenze economiche mondiali, grazie ad un continuo processo di crescita economica durato fino alla metà degli anni novanta del XX secolo. Durante questa fase, il progressivo ridimensionamento del settore primario (agricoltura, allevamento e pesca) a favore di quello industriale e terziario (in particolare, nel periodo del boom economico, negli anni cinquanta-settanta) si è accompagnato a profonde trasformazioni nel tessuto socio-produttivo, in seguito a massicce migrazioni dal Meridione verso le aree industriali del Centro-Nord grazie anche a una nuova forte spinta all'urbanizzazione, legate alla parallela trasformazione del mercato del lavoro.La fase di industrializzazione è arrivata a compimento negli anni ottanta ed è cominciata la terziarizzazione dell'economia italiana, con lo sviluppo dei servizi bancari, assicurativi, commerciali, finanziari e della comunicazione. Negli anni 2000 l'economia italiana entra in una fase di sostanziale stagnazione, caratterizzata da una crescita estremamente bassa. Infine sul finire del decennio, come effetto della crisi economica globale, il Paese entra in un periodo di vera e propria recessione negli anni 2012 e 2013. Per il 2014 la crescita è stata dello 0,1%, per il 2015 dello 0,7%, nel 2016 ha superato lo 0,9%, nel 2017 ha raggiunto l'1,6%, nel 2018 è cresciuto dello 0,9% e nel 2019 è prevista una crescita dello 0,3%.
L'industria tessile è un'attività manifatturiera che produce e lavora le fibre tessili. La sua origine è antichissima e deriva dall'esigenza dell'uomo di ripararsi dal freddo e dalle intemperie, usando materiali diversi dalle pelli conciate.
L'industria cartaria è il settore dell'attività manifatturiera composto dalle cartiere che si occupano della produzione della carta e del cartone quali semilavorati o supporti ad esempio per la stampa o per l'imballaggio. Si differenzia dall'industria della cellulosa e della pasta legno che, a monte, fornisce la materia prima necessaria alla lavorazione dell'industria cartaria e dall'industria cartotecnica e dall'industria dell'imballaggio che sono settori manifatturieri a valle cioè che utilizzano i semilavorati delle cartiere.
La nascita dell'industria cinematografica italiana è databile tra il 1903 e il 1909, con periodo di gloria culminato nel 1914. In questo periodo l'Italia era un paese all'avanguardia, in cui fu ideato, con tutta probabilità, il lungometraggio come lo intendiamo oggi..
Gli spettacoli nell'antica Roma erano numerosi, aperti a tutti i cittadini ed in genere gratuiti; alcuni di essi si distinguevano per la grandezza degli allestimenti e per la crudeltà. I Romani frequentavano di preferenza i combattimenti dei gladiatori, quelli con bestie feroci (venationes), le riproduzioni di battaglie navali (naumachia), le corse di carri, le gare di atletica, gli spettacoli teatrali dei mimi e le pantomime. Quarant'anni dopo l'invettiva di Giovenale (n. tra il 55 e il 60–m. dopo il 127) che rimpiangeva la sobrietà e la severità repubblicana di un popolo che ormai aspirava solo al panem et circenses, al pane e agli spettacoli, Frontone (100-166), quasi con le stesse parole, descriveva sconsolato la triste realtà: La classe dirigente romana considerava infatti suo compito primario quello di distribuire alimenti una volta al mese al popolo e di distrarlo e regolare il suo tempo libero con gli spettacoli gratuiti offerti nelle festività religiose o in ricorrenze laiche.
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