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Autore principale: Mori, Attilio
Pubblicazione: Pisa : Libreria Goliardica, 1962
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Il razzismo scientifico (a volte detto biologia razziale, antropologia razziale o razzismo pseudoscientifico) è lo studio delle tecniche e delle ipotesi a sostegno o giustificazione della fede nel razzismo, ossia nell'inferiorità o superiorità razziale di alcuni gruppi umani rispetto ad altri; cercando di dare fondamento scientifico ad una cosiddetta "scienza delle razze umane". Alternativamente è la pratica di classificare individui di diverso fenotipo o genotipo in razze distinte ed in suoi sottogruppi. Storicamente ha ricevuto credito nella comunità scientifica, ma non è più al giorno d'oggi considerato una branca ufficiale della scienza. Il razzismo scientifico impiega l'antropologia (in particolare l'antropologia fisica), l'antropometria, la craniometria e altre pseudo-discipline, proponendo tipologie antropologiche a sostegno della classificazione delle popolazioni umane in "razze umane" fisicamente distinte e separate, nei confronti delle quali si possa affermare che siano "superiori" o "inferiori". Il razzismo scientifico è stato diffuso a partire dal XVII secolo fino al termine della seconda guerra mondiale. Dalla seconda metà del XX secolo in poi il razzismo scientifico è stato criticato come obsoleto ed è divenuto via via ad essere sempre più screditato, ma storicamente è stato usato in modo persistente e pervasivo per sostenere e convalidare le idee razziste in tutto il mondo. Basato sulla fede nell'esistenza e nel significato delle categorie razziali e di una teoria delle razze superiori e inferiori. Con la conclusione del secondo conflitto mondiale il razzismo scientifico, sia come teoria sia come azione, è stato denunciato formalmente, soprattutto nella prima dichiarazione che si appoggia all'antirazzismo e fatta dall'Unesco nel 1950 intitolata The Race Question (Dichiarazione sulla razza (UNESCO 1950)); essa afferma chiaramente che:Tale "fatto biologico" non è più considerato esistente poiché gli sviluppi della genetica evolutiva umana (la biologia evolutiva dello sviluppo) hanno dimostrato che le differenze genetiche umane sono quasi totalmente graduali. Il termine razzismo scientifico è generalmente utilizzato in modo peggiorativo come applicato alle teorie più moderne, come in The Bell Curve: Intelligence and Class Structure in American Life (1994, di Richard Herrnstein e Charles Murray). I critici sostengono che tali opere postulino conclusioni razziste non supportate dalle prove disponibili. Pubblicazioni come Mankind Quarterly, fondata esplicitamente come una rivista di "coscienza razziale" nel 1961, sono generalmente considerate come piattaforme di razzismo scientifico in quanto pubblicano articoli su interpretazioni marginali dell'evoluzione umana, dello studio sull'intelligenza, dell'etnografia, della linguistica, della mitologia, dell'archeologia e degli altri argomenti razziali. L'etichettatura di "razzismo scientifico" è usata anche per criticare quegli studi che pretendano di stabilire una connessione tra, ad esempio, razza e intelligenza, ed è utilizzata per argomentare il fatto che ciò promuova l'idea dell'esistenza di razze umane superiori e inferiori.
La Svizzera (in tedesco Schweiz, in francese Suisse, in romancio Svizra), ufficialmente Confederazione Svizzera (in tedesco Schweizerische Eidgenossenschaft, in francese Confédération suisse, in romancio Confederaziun svizra, in latino Confoederatio Helvetica, abbreviata con l'acronimo CH), è uno Stato federale dell'Europa centrale, composto da 26 cantoni autonomi di cui 6 sono semicantoni. È un paese alpino senza sbocco sul mare, il cui territorio è geograficamente suddiviso tra il massiccio del Giura, l'Altipiano e le Alpi svizzere, e occupa una superficie di oltre 41 285 km². Confina a nord con la Germania, ad est con l'Austria e il Liechtenstein, a sud con l'Italia e ad ovest con la Francia. Due terzi degli 8,4 milioni di abitanti del paese si concentrano sull'Altipiano, dove si trovano le maggiori città: Zurigo, Ginevra, Basilea, Losanna, Berna, Winterthur, Lucerna e San Gallo. Le prime due sono piazze finanziarie internazionali e vengono anche spesso considerate come le città aventi la qualità di vita più elevata al mondo, mentre Berna, come capitale (più propriamente "città federale"), è il centro burocratico e politico della nazione e sempre qui, nel Palazzo Federale (ted.: Bundeshaus; fr.: Palais fédéral), vi è la sede del Parlamento e del Governo svizzero. Mentre Basilea è il centro dell'Industria farmaceutica svizzera e complessivamente il secondo centro economico del paese dopo Zurigo, a Losanna e Lucerna vi sono le sedi della massima istanza giuridica della Confederazione: il Tribunale federale. Altri tribunali della Confederazione si trovano invece a San Gallo e a Bellinzona. Vide la sua nascita ufficiale con l'alleanza di tre cantoni che nel 1291 rinnovarono il patto eterno confederale, il che spinge a pensare che la nascita della Svizzera risalga a tempi ancora più remoti. Ad ogni modo, la Svizzera è uno dei più antichi Stati del mondo. Con un reddito pro-capite pari a 80 275 $ (2013), la Svizzera è uno dei Paesi economicamente più prosperi al mondo. Due terzi della forza lavoro sono attivi nel settore terziario e circa un terzo nel secondario. La Svizzera è stata altresì nota per il suo segreto bancario, abolito a partire dal 2018, ma ancora valido per i residenti e la popolazione svizzera . La Svizzera è suddivisa in tre grandi regioni linguistiche e culturali: tedesca, francese, italiana, a cui vanno aggiunte le valli del Canton Grigioni in cui si parla il romancio. Il tedesco, il francese, e l’italiano sono lingue ufficiali e nazionali. Il romancio è lingua nazionale dal 1938 ed è parzialmente lingua ufficiale dal 1996. Nella Svizzera tedesca viene parlato un insieme di dialetti conosciuti collettivamente come Schwiizertüütsch (in svizzero tedesco significa letteralmente “svizzero tedesco”). Alla diversità linguistica si aggiunge quella religiosa con i cantoni protestanti e i cantoni cattolici. Gli svizzeri quindi non formano una nazione nel senso di una comune appartenenza etnica, linguistica e religiosa. Il forte senso di appartenenza al Paese si fonda sul percorso storico comune, sulla condivisione dei miti nazionali e dei fondamenti istituzionali (federalismo, democrazia diretta, neutralità), sulla geografia (Alpi) e in parte sull'orgoglio di rappresentare un caso particolare in Europa. La politica estera è contraddistinta dalla tradizionale neutralità, mantenuta sin dal 1674, anno della prima dichiarazione ufficiale di neutralità. La Svizzera fa parte delle Nazioni Unite (dal 2002), dell'AELS, del Consiglio d'Europa, dell'Organizzazione mondiale del commercio e ospita numerose organizzazioni internazionali, in particolare a Ginevra, dove vi si trovano la sede del CERN, la sede della Croce Rossa e la sede europea dell'ONU. A Zurigo ha invece sede la FIFA, a Nyon la UEFA, a Losanna il Comitato Olimpico Internazionale e ad Aigle l'Unione Ciclistica Internazionale. A Basilea si trova inoltre la sede mondiale della Banca dei Regolamenti Internazionali.
Il concetto di razza come suddivisione predeterminata nella specie umana anatomicamente moderna (Homo sapiens), ha una storia lunga e complessa. Il termine stesso di "razza" è un concetto moderno e, tra il XVI e il XIX secolo è stato spesso inteso nel senso di appartenenza ad una stessa Nazione o Etnia. Esso acquisì il suo senso moderno nel campo dell'antropologia fisica solo a partire dalla metà del XIX secolo. La politicizzazione dell'argomento, sotto il concetto di razzismo, nel XX secolo condusse ad una significativa riduzione degli studi razziali tra gli anni trenta e ottanta, culminando in un'opera di decostruzione nel post-strutturalismo venendo ad intendere il concetto di "razza" come una tipica "costruzione sociale". Dagli anni novanta in poi vi è stato un rinnovato interesse per le questioni razziali nel campo della genetica, nello studio della variabilità del fenotipo e nello studio quantitativo del "raggruppamento genetico".
La razza nordica è una delle tre sub-razze nelle quali, in passato, veniva suddivisa la cosiddetta "Razza caucasica" (oggi definita come Europoide) secondo i canoni della antropometria fisica. La classificazione fu proposta in alcuni studi di antropologia fisica tra le fine del XIX e la prima metà del XX secolo; secondo queste teorie le persone appartenenti alla "razza nordica" si trovavano soprattutto nei paesi nordici, (l'Europa settentrionale, in particolare la penisola scandinava) e in parte nell'Europa centrale e nell'Europa orientale; erano caratterizzati dalla pigmentazione chiara di occhi, capelli e colore della pelle umana, statura tendenzialmente alta, faccia stretta e cranio allungato (dolicocefalia). I tratti psicologici dei nordici furono descritti come veritieri, equi, competitivi, ingenui, riservati ed individualisti. Altre supposte sub-razze furono la "Razza alpina", la "Razza dinarica", la "Razza baltica orientale" e la "Razza mediterranea". Il nordicismo fu un'ideologia del separatismo razziale che vedeva i Nordici come un gruppo razziale in via di estinzione, questo soprattutto nel libro dell'avvocato statunitense Madison Grant (1865-1937) intitolato The Passing of the Great Race: Or, The Racial Basis of European History (del 1916), quest'ideologia fu popolare soprattutto nel tardo XIX secolo e nei primi anni del XX in alcuni paesi nordoccidentali, centrali e settentrionali dell'Europa, come pure in America del Nord e in Australia. Il nazionalsocialismo ebbe a sostenere che la razza nordica costituisse il grado più alto possibile della "razza ariana" e che pertanto venisse a rappresentare la "razza superiore" (Herrenvolk).
Il popolo Jenisch, denominato anche Yenishe, rappresenta la terza maggiore popolazione nomade europea, dopo i Rom ed i Sinti. Sono presenti in Germania (Regione del Reno), Svizzera, Austria, Paesi Bassi, Francia, Belgio, Italia e Spagna (dove sono principalmente noti come Mercheros). Mentre le popolazioni romaní (Rom, Sinti, Kalé, Romanichals ed altre) sono etnie di derivazione indiana, gli Jenisch sono di origine germanica e hanno un loro proprio idioma. Per via di questa loro sostanziale differenza sono anche stati chiamati con l'espressione zingari bianchi (spesso dispregiativa, in tedesco: Weiße Zigeuner, in francese: Tziganes blancs).
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