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Autore principale: D'Agostino, Paolo
Pubblicazione: Firenze : La nuova Italia, 1980
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Giacomo Zanussi (Aviano, 9 maggio 1894 – Milano, 29 agosto 1966) è stato un generale italiano, distintosi particolarmente durante la guerra civile spagnola, dove fu decorato con una Medaglia d'argento e una Croce di guerra al valor militare, e una promozione per merito di guerra. Durante la seconda guerra mondiale prese parte all'invasione della Jugoslavia in qualità di Sottocapo di stato maggiore della 2ª Armata, allora al comando del generale Mario Roatta. Promosso generale di brigata per meriti eccezionali nel corso del 1943, fu uno dei protagonisti delle trattative con gli anglo-americani che portarono alla firma dell'armistizio di Cassibile. Prese parte alla fuga del Re e degli Alti comandi militari da Roma a Brindisi, e il 28 settembre gli fu affidato il comando del neocostituito 1º Raggruppamento Motorizzato che avrebbe dovuto operare contro le truppe tedesche a fianco di quelle Alleate, ma il giorno successivo fu sostituito nell'incarico dal generale Vincenzo Dapino. Nel gennaio 1945 assunse il comando del Gruppo di combattimento "Cremona" con cui partecipò alla liberazione di Venezia, venendo successivamente decorato con la Croce di Cavaliere dell'Ordine militare d'Italia. Dopo la fine del conflitto scrisse alcuni libri di carattere storico militare tra cui Guerra e catastrofe d'Italia edita in due volumi alla fine del 1945.
Gli spettacoli nell'antica Roma erano numerosi, aperti a tutti i cittadini ed in genere gratuiti; alcuni di essi si distinguevano per la grandezza degli allestimenti e per la crudeltà. I Romani frequentavano di preferenza i combattimenti dei gladiatori, quelli con bestie feroci (venationes), le riproduzioni di battaglie navali (naumachia), le corse di carri, le gare di atletica, gli spettacoli teatrali dei mimi e le pantomime. Quarant'anni dopo l'invettiva di Giovenale (n. tra il 55 e il 60–m. dopo il 127) che rimpiangeva la sobrietà e la severità repubblicana di un popolo che ormai aspirava solo al panem et circenses, al pane e agli spettacoli, Frontone (100-166), quasi con le stesse parole, descriveva sconsolato la triste realtà: La classe dirigente romana considerava infatti suo compito primario quello di distribuire alimenti una volta al mese al popolo e di distrarlo e regolare il suo tempo libero con gli spettacoli gratuiti offerti nelle festività religiose o in ricorrenze laiche.
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