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Autore principale: Cassinelli, Attilio
Il buono, il brutto, il cattivo è un film del 1966 diretto da Sergio Leone. Tra i più celebri western della storia del cinema, è considerato la quintessenza del fortunato genere spaghetti western. Girato sulla scia del successo di Per un pugno di dollari e Per qualche dollaro in più, il film completa la trilogia del dollaro leoniana. Il regista, per sfuggire ancora una volta al rischio di ripetersi, aumenta di nuovo il numero dei protagonisti, da due a tre, collocando la trama nel contesto storico della guerra di secessione americana. Il titolo, nato per caso, rispecchia il pensiero di Leone. Nei tre protagonisti, ognuno per la propria parte autobiografico, coesistono bellezza e bruttezza, umanità e ferocia: il regista demistifica tutti questi concetti e al contempo, in una dichiarata denuncia della follia della guerra, demistifica la stessa storia degli Stati Uniti d'America, mostrandone il lato violento e brutale, appannato dalla tradizione mitizzante dell'epopea western. Leone ripropone il cliché dell'uomo senza nome interpretato da Clint Eastwood, ma lo rende più ambiguo, a metà strada tra il cacciatore di taglie e il giustiziere. Affiancano Eastwood, nella parte dei protagonisti, Lee Van Cleef (anch'egli reduce da Per qualche dollaro in più, qui però in un ruolo molto diverso) ed Eli Wallach. Si segnala anche la partecipazione di Aldo Giuffré nelle vesti di un capitano dell'esercito unionista. A spiccare è tuttavia il personaggio di Tuco, tanto perché approfondito nel suo vissuto e nella sua dimensione interiore, quanto perché fornito di un lato umoristico caratterizzato magistralmente dal talento comico di Wallach. La scena del cosiddetto "triello" (uno stallo alla messicana) nel finale del film è rimasta esemplare sia per la ripresa, sia per il montaggio, sia per l'uso sapiente della colonna sonora di Ennio Morricone (traccia Il triello), che la sottolinea in modo esclusivo, aggiungendovi tensione e potenza evocativa. Il film all'inizio divise la critica, ma fu un enorme successo di pubblico. La sua popolarità perdura inalterata e l'ha reso ormai un classico citatissimo nel cinema, nella musica e nei fumetti. Utenti e lettori di siti e riviste specializzati, ma anche importanti cineasti come Quentin Tarantino, lo considerano tra le migliori pellicole di tutti i tempi.
L'espressione letteratura per ragazzi si riferisce a un vasto insieme di opere e generi letterari che, in qualche modo, si ritengono adatti per un pubblico di bambini o ragazzi. Per esempio si possono intendere come opere letterarie per ragazzi: opere pensate esplicitamente per la lettura da parte di ragazzi opere giudicate adatte ai minori da parte di una autorità riconosciuta come competente (per esempio associazioni di genitori e insegnanti o giurie di premi internazionali del settore come il Premio Hans Christian Andersen) opere notoriamente apprezzate dai ragazziQueste tre definizioni (che non sono le uniche possibili) sono correlate, ma non necessariamente equivalenti. Per esempio la valutazione da parte di autorità competenti prende tipicamente in esame i contenuti morali delle opere per rilevare messaggi potenzialmente diseducativi, valutazione evidentemente non univoca e potenzialmente in contrasto con le intenzioni degli autori. Opere come Il principe e il povero o Le avventure di Huckleberry Finn di Mark Twain, molto apprezzate dal pubblico dei più giovani, erano pensate per gli adulti; Alice nel Paese delle Meraviglie, al contrario, fu concepito come storia per bambini, ma viene generalmente considerato più adatto (o adatto soprattutto) a un pubblico adulto. In Italia ha assunto particolare importanza il Premio Andersen che a partire dal 2001, anno della sua prima edizione, rappresenta una delle più importanti occasioni di fornire riconoscimenti sia ad autori italiani che stranieri nel campo della letteratura per ragazzi.
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