Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese:
La seguente tabella si basa su dati provenienti dalla pubblicazione "Languages of the World". Molte delle stime si riferiscono ad anni precedenti il 2010. Tutte le stime più aggiornate invece sono riprese da Ethnologue, 2020 (23ª edizione) e 2019 (22ª edizione). Svariate percentuali sono parecchio approssimate ma, ricalcolandole in base ai dati aggiornati sulla popolazione mondiale e sui parlanti madrelingua, diventano molto più precise. La stima più precisa possibile si estrae comunque dai dati aggiornati, siccome sia la popolazione mondiale che il numero di parlanti L1 di una lingua subiscono variazioni (e.g. possono aumentare nel tempo e scalare di classifica). Sono state considerate le prime 104 lingue parlate nel mondo ordinate per numero di madrelingua (L1) e indicando ove presenti il totale dei parlanti. Le altre statistiche presentano i parlanti totali. Secondo Worldometer, al dicembre 2020 la popolazione mondiale è poco più di 7,834 miliardi di persone (oltre 7.834.000.000 persone) e potrebbe raggiungere gli 8 miliardi nel 2023. Sotto la tabella, un'altra tabella riassume le lingue più parlate al mondo per numero di parlanti totali al 2020.
La Nuova Zelanda (in inglese New Zealand; in māori Aotearoa) è uno stato insulare dell'Oceania, posto nell'oceano Pacifico meridionale, formato da due isole principali, l'Isola del Nord e l'Isola del Sud, e da numerose isole minori come l'Isola Stewart e le isole Chatham. Il mar di Tasman la separa dall'Australia, situata circa 2000 km a nord-ovest; conta quasi 5 milioni di abitanti (a settembre 2019), distribuiti su 267710 km² (comprese le isole Antipodi, Auckland, Bounty, Campbell, Chatham e Kermadec); la capitale, che è anche la città a svolgere questo ruolo più a sud del mondo, è Wellington, mentre la città più popolosa è Auckland. La vetta più alta è il Monte Cook. Il nome Nova Zeelandia, dalla provincia nederlandese della Zelanda (olandese Zeeland), il cui nome significa "terra di mare", fu coniato dai cartografi olandesi nel XVII secolo; tale nome venne in seguito anglicizzato da James Cook in New Zealand. Aotearoa, cioè "(terra della) lunga nuvola bianca" (Ao: nuvola; Tea: bianca; Roa: lunga), è invece l'antico nome dato dal popolo Māori all'odierna terra della Nuova Zelanda, dove giunsero vari secoli prima degli europei. Secondo quanto si narra, l'isola settentrionale apparve ai primi colonizzatori appunto come una "lunga nuvola bianca" sull'orizzonte. Ai tempi questa denominazione era usata solo per quest'isola, mentre l'estensione del toponimo all'intero arcipelago è di uso più recente.
La nazionale di rugby a 15 della Nuova Zelanda (in inglese New Zealand national rugby union team; in māori Kapa whutupaoro uniana o nga tangata motu Aotearoa) rappresenta la Nuova Zelanda nel rugby a 15 in ambito internazionale. I suoi giocatori sono noti anche come All Blacks ("Tutti neri"). Attiva dal 1892 (e internazionalmente dal 1903), è la rappresentativa che vanta il maggior numero di giocatori ammessi nella International Rugby Hall of Fame. È impegnata annualmente, insieme ad Argentina, Australia e Sudafrica, nel Rugby Championship, equivalente "australe" del Sei Nazioni. Nell'ambito della stessa competizione la Nuova Zelanda e la nazionale australiana si contendono la Bledisloe Cup, mentre All Blacks e Springboks si contendono la Freedom Cup. La prima competizione internazionale risale al 1884 contro Wellington XV, Nuovo Galles del Sud, mentre il primo test match risale al 1903, con una vittoria contro l'Australia. Successivamente la Nuova Zelanda disputò un tour nell'emisfero nord nel 1905, durante il quale venne sconfitta solamente dal Galles a Cardiff. Gli All Blacks videro terminare la loro prima serie di vittorie sui rivali storici del Sud Africa in Nuova Zelanda nel 1956. Una decade più tardi raggiunsero la loro striscia più lunga di vittorie vincendo 17 incontri tra il 1965 e il 1970, record poi battuto nel 2016 con la vittoria sull'Australia. I British and Irish Lions ottennero la loro unica serie di vittorie sugli All Blacks nel 1971, ma sette anni più tardi gli All Blacks completarono il loro primo Grande Slam (vittorie su Inghilterra, Irlanda, Scozia e Galles nello stesso tour). Il tour del 1981 degli Springboks in Nuova Zelanda causò grande tensione civile a causa delle proteste sulla politica di apartheid del Sud Africa. Nel 1987 la Nuova Zelanda ospitò e si aggiudicò la prima edizione della Coppa del Mondo, mostrando una netta superiorità su tutte le altre squadre partecipanti. Dopo l'apartheid la Nuova Zelanda disputò un tour in Sud Africa nel 1996 e ottenne la sua prima serie di vittorie sul suolo sudafricano. Le prime uniformi della nazionale neozelandese di rugby consistevano in una maglia nera con una felce argentata e calzoni bianchi. Dal loro tour del 1905 cominciarono a presentarsi in tenuta tutta nera, eccezion fatta per la felce argentata, e fu da allora che nacque il soprannome "All Blacks". Gli All Blacks tradizionalmente eseguono una haka (particolare danza Māori) prima di ogni incontro. La haka tradizionale eseguita è la Ka Mate, sebbene dal 2005 venga occasionalmente eseguita la Kapa o Pango, una versione modificata della Kia Whaka-ngawari del 1924. Al 1º gennaio 2021 la squadra occupa la 3ª posizione del ranking World Rugby.
La religione in Nuova Zelanda comprende una vasta gamma di gruppi e credenze. Il cristianesimo è la religione più comune con quasi la metà (48%) della popolazione secondo chi, nei dati del censimento della Nuova Zelanda del 2013, dichiara un'affiliazione. Circa il 6% della popolazione è affiliata a religioni non cristiane, con l'induismo che al primo posto con oltre il 2%, mentre il 42% dei neozelandesi ha dichiarato di non avere religione nel censimento più recente e il 4% non ha rilasciato alcuna dichiarazione. Prima della colonizzazione europea la religione della popolazione indigena Maori era animistica. Il primo servizio cristiano fu condotto da un sacerdote francese, Paul-Antoine Léonard de Villefeix, il giorno di Natale del 1769. I successivi sforzi di missionari come Samuel Marsden portarono la maggior parte dei Maori a convertirsi al cristianesimo. La maggior parte dei migranti europei del XIX secolo proveniva dalle isole britanniche, stabilendo le tre denominazioni britanniche dominanti in Nuova Zelanda: anglicanesimo, cattolicesimo e presbiterianesimo. La tendenza dei migranti scozzesi a stabilirsi ad Otago e nella Southland vide il presbiterismo predominare in queste regioni mentre l'anglicanesimo predominava altrove; l'effetto di questa suddivisione è ancora oggi presente e si riflette nelle statistiche sull'affiliazione religiosa. Mentre il 47,5% dei neozelandesi è affiliato al cristianesimo, la frequenza regolare alle attività della chiesa si attesta al 15%.Il numero di persone affiliate al cristianesimo è diminuito dagli anni '90 mentre sono aumentati coloro che affermano di non avere un'affiliazione religiosa. Con l'aumento dell'immigrazione, in particolare proveniente dall'Asia, il numero di persone affiliate a religioni non cristiane è aumentato notevolmente. La Nuova Zelanda non ha una religione di stato, anche se l'anglicanesimo è la religione del sovrano della Nuova Zelanda (designato come "difensore della fede"). La libertà religiosa è stata protetta dalla firma del Trattato di Waitangi.
Alcune catalogazioni sono state accorpate perché sembrano descrivere la stessa edizione. Per visualizzare i dettagli di ciascuna, clicca sul numero di record
Record aggiornato il: 2025-11-15T02:51:06.587Z