Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Titolo uniforme: Pontecagnano
Pubblicazione: Napoli : [s.n.], 1988-
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Comprende:
4: La necropoli del Pagliarone
5: La necropoli eneolitica
2.3: Le nuove aree di necropoli del 4. e 3. sec. a. C. / Antonia Serritella
La necropoli della Banditella è un sito archeologico etrusco situato nei pressi di Marsiliana d'Albegna, nel comune di Manciano, nella provincia di Grosseto, in Toscana. Il sito fu scoperto casualmente nel 1908 dal principe Tommaso Corsini, proprietario della tenuta della Marsiliana, il quale promosse una serie di scavi riportando alla luce una necropoli di epoca orientalizzante (dalla fine dell'VIII al VI secolo a.C.). Sono state rinvenute centonove sepolture, costituite da gruppi di tombe a fossa circondate da circoli di pietre. I ritrovamenti più importanti sono avvenuti nel "circolo della fibula", nel quale venne rinvenuta una fibula d'oro decorata con la tecnica della granulazione (la fibula Corsini, capolavoro dell'oreficeria etrusca del VII secolo a.C., conservata nel museo archeologico nazionale di Firenze) e nel "circolo degli avori", da cui proviene una tavoletta di avorio usata per la scrittura, con inciso l'alfabeto etrusco più antico che si conosca (la tavoletta di Marsiliana del VII secolo a.C., conservata al museo archeologico nazionale di Firenze). Nuove ricerche sono state condotte a partire dal 2002 dall'università di Siena nell'ambito del progetto di ricerca "Caratteri insediativi e architettura funeraria a Marsiliana d'Albegna".
La preistoria (dal latino præ "prima, innanzi" e historia "storia") è il periodo della storia umana che precede la scrittura, anteriore quindi alla storia documentata e abbracciante l'intervallo temporale, secondo una visione sufficientemente condivisa, che va da circa 2,5-2,6 milioni di anni fa sino (almeno in Eurasia) al 4000 a.C. In alcune discipline e contesti è comprensiva della protostoria, ovvero di quasi tutta l'era quaternaria. Mentre l'inizio del periodo appare relativamente poco problematico, soggetto alla repertazione, e concerne la paleoantropologia e l'antropologia molecolare, la sua conclusione non è univoca e soggiace a variazioni anche notevoli, prevalentemente di ambito geografico. Esistono molte culture non definibili preistoriche, specie nel continente americano e nell'Africa subsahariana, che non hanno o hanno tardivamente introdotto l'uso della scrittura; anche in Europa ed Asia vi sono state rilevanti differenze temporali. Nel 1833 Paul Tournal (1805-1872), fondatore della Commission Archéologique e del museo di Narbonne, aveva utilizzato il temine anté-historique; la prima occorrenza del termine prehistoric è del 1851, nel titolo di un libro di Daniel Wilson (1816-1892); in seguito il termine si è diffuso anche in altre lingue.
Gli scavi archeologici di Pompei hanno restituito i resti della città di Pompei antica, presso la collina di Civita, alle porte della moderna Pompei, seppellita sotto una coltre di ceneri e lapilli durante l'eruzione del Vesuvio del 79, insieme a Ercolano, Stabia e Oplonti. I ritrovamenti a seguito degli scavi, iniziati per volere di Carlo III di Borbone, sono una delle migliori testimonianze della vita romana, nonché la città meglio conservata di quell'epoca. La maggior parte dei reperti recuperati (oltre a semplici suppellettili di uso quotidiano anche affreschi, mosaici e statue) è conservata al museo archeologico nazionale di Napoli, e in piccola quantità anche nell'Antiquarium di Pompei; proprio la notevole quantità di reperti è stata utile per far comprendere gli usi, i costumi, le abitudini alimentari e l'arte della vita di oltre due millenni fa. Il sito di Pompei, nel 2016, ha superato i tre milioni di visitatori, per la precisione 3 209 089, risultando il terzo sito museale statale più visitato in Italia dopo il Pantheon e il circuito archeologico del Colosseo, Foro Romano e Palatino. Nel 1997, per preservarne l'integrità, le rovine, gestite dal Parco Archeologico di Pompei, insieme a quelle di Ercolano e Oplonti, sono entrate a far parte della lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Alcune catalogazioni sono state accorpate perché sembrano descrivere la stessa edizione. Per visualizzare i dettagli di ciascuna, clicca sul numero di record
Record aggiornato il: 2025-11-10T02:28:09.879Z