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Autore principale: Procacci, Giovanni, 1836-1887
Pubblicazione: Pistoia : Tip. degli eredi Bracali, 1869
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Lista degli albi a fumetti del personaggio Diabolik, creato da Angela e Luciana Giussani nel 1962. Il primo albo di diabolik è stato pubblicato il 1º novembre 1962; la prima ristampa di diabolik è stata inaugurata il 10 luglio 1978 mentre la casa editrice Astorina ha incominciato a pubblicare la seconda ristampa di Diabolik dal 1º luglio 1994.
Nella Divina Commedia, Malebolge è il nome dato all'ottavo cerchio dell'Inferno, nel quale sono puniti i fraudolenti. Si tratta dell'unico cerchio ad avere un nome proprio (escludendo il nono che coincide con il lago ghiacciato di Cocito). Il nome deriva dalla forma di tale cerchio, suddiviso in dieci bolge ovvero fossati concentrici, cerchiati da mura e scavalcati da ponti di roccia, simili alle fortificazioni esterne di un castello. Dentro i fossati sono puniti i dannati, suddivisi in base alla loro colpa. Celeberrima è la descrizione che il poeta ne dà allorché vi giunge: La visita di Malebolge occupa i canti dal XVIII al XXX dell'Inferno; i dannati puniti in ciascuna bolgia sono i seguenti: seduttori e ruffiani adulatori e lusingatori simoniaci indovini e maghi barattieri ipocriti ladri consiglieri fraudolenti seminatori di discordia e scismatici falsariUna parola con funzione mnemonica, sasibilcosefa, ricorda la sequenza dei peccatori, bolgia per bolgia: le ultime sei lettere sono le tre sillabe co-se-fa, mentre le precedenti lettere sono le iniziali singole (sasibil) di ogni categoria di peccatori puniti nelle dieci bolge. La struttura architettonica di Malebolge è così composta: un tronco di cono rovesciato (dato che l'intero inferno è un cono) formato da dieci fossati concentrici (le bolge); a causa della morfologia del cerchio, la bolgia inferiore ha diametro minore di quella sopra adiacente e confinante; ciascun fossato è delimitato, ai bordi, da muretti che quindi hanno anche la funzione di separare e suddividere le bolge; il tronco di cono (ovvero il cerchio) si stacca dalla Ripa Scoscesa in alto (il muretto esterno che delimita la prima bolgia è unito alla ripa) mentre poggia in basso sul Pozzo dei Giganti (l'ultimo muretto forma la superficie laterale del pozzo); dal primo muretto (quello della prima bolgia) sino alla parete che forma il pozzo partono dei ponticelli (formati dalle stesse pietre con cui sono costituite le mura di suddivisione delle bolge) che quindi scavalcano i fossati in maniera continuativa. I ponticelli sono disposti radialmente e perciò oltrepassano le bolge (appoggiandosi ai muretti che delimitano i fossati) come i raggi di una ruota, dalla circonferenza che forma il bordo esterno (il primo muretto, quello di diametro maggiore) sino al mozzo (cioè il pozzo).Dante osserva le bolge dall'alto dei ponti; ma quelli che scavalcano la sesta bolgia sono crollati durante il terremoto che seguì la morte di Gesù Cristo (Matteo 27,51), cosicché il poeta è costretto a scendere sull'argine della quinta bolgia e, dopo aver percorso un tratto di cammino scortato da un gruppo di diavoli, a calarsi (precipitosamente, per sfuggire ai diavoli stessi infuriati contro di lui) nel fossato della sesta, e quindi a risalire sul ponte con una faticosa scalata. La circonferenza della decima bolgia, la più interna, è di undici miglia (Inferno XXX, 87); quella della nona è di ventidue (XXIX, 9). Se le altre bolge sono in proporzione, ne risulta che la prima ha una circonferenza di 110 miglia. La larghezza di ciascuna bolgia è di mezzo miglio (XXX, 88).
Rebibbia è un'area urbana del Municipio Roma IV di Roma Capitale. Fa parte del quartiere Q. XXIX Ponte Mammolo. Si trova sulla via Tiburtina, prima del Casale di San Basilio, nella periferia nord-est della città. Il nome richiama il casato del cardinale Scipione Rebiba, proprietario di una grande tenuta che costituiva l'attuale quartiere attorno a Ponte Mammolo. Cominciata a costruire agli inizi del XX secolo e sviluppatasi in modo consistente a partire dagli anni settanta, è costituita da case quasi completamente familiari composte principalmente da pochi piani e piccoli giardini, in stile quasi rurale. A Rebibbia visse il regista Pier Paolo Pasolini, come ricorda una targa posta in piazza Ferriani. Quest'ultima è stata ristrutturata nel 2002.
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