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Autore principale: Guarnieri, Ennio
Nella città di Firenze la numerazione stradale seguiva un particolare sistema con numeri rossi e neri: i numeri rossi venivano assegnati alle attività commerciali, quelli neri agli edifici residenziali. Succede così che nella stessa via possano esistere due numeri uguali corrispondenti a edifici diversi, ma uno contrassegnato con il nero e uno con il rosso. Le due numerazioni quindi non procedono di pari passo e talvolta possono essere anche molto distanti. Tale metodologia è stata abbandonata e i numeri rossi resteranno validi fino ad esaurimento. Per convenzione, la numerazione delle strade inizia dal lato della strada più vicino al fiume Arno; per le vie parallele al fiume inizia "a monte", cioè da est, seguendo così il corso della corrente.
Il grande tabernacolo di via dei Malcontenti, o di Sant'Onofrio, si trova all'incrocio tra via dei Malcontenti, via delle Casine e via San Giuseppe a Firenze. Faceva anticamente parte dello spedale dei Tintori.
Il tabernacolo delle Fonticine è uno dei più bei tabernacoli di Firenze. Composto da una grande pala robbiana e dotato anche di una vasca con fontanelle, si trova in via Nazionale, sull'asse di via dell'Ariento, a pochi passi dal mercato di San Lorenzo.
Il Tabernacolo delle cinque lampade è un tabernacolo che si trova su Via Ricasoli angolo Via de' Pucci a Firenze, dirimpetto a Palazzo Pucci. Sotto un arco a tutto sesto aggettante, si trovano due affreschi di epoche diverse. Il primo, più grande, è attribuito a un pittore trecentesco (Buffalmacco? Lippo di Benivieni?), mentre il secondo risale al Cinquecento ed è opera di Cosimo Rosselli (Madonna col bambino). Queste immagini sacre vennero decorate l'edicola attuale nell'Ottocento e vi furono poste davanti cinque lampade votive in ferro battuto, che sono ancora visibili. Questo angolo di Firenze è tristemente noto anche per un fatto di sangue, l'assassinio del letterato Tommaso Bonaventura avvenuto nel Settecento. Secondo Bargellini, l'omicidio avvenne per mano del bargello (il capo della polizia che aveva sede nel Palazzo del Bargello, appunto), su incarico del Granduca Gian Gastone de' Medici. Il Bonaventura "povero ma onestissimo" avrebbe mandato su tutte le furie il granduca per aver riferito alla corte di Vienna le dissolutezze e inettitudini della sua corte a Palazzo Pitti, fatti comunque non segreti e ben noti anche fuori dalla città.
Record aggiornato il: 2025-09-12T03:55:15.310Z