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Autore principale: Terentius Afer, Publius
Serie: Civiltà letteraria di Grecia e di Roma.. Autori.. Serie latina ; 34
Serie: Civiltà letteraria di Grecia e di Roma.. Testi per la scuola italiana.. Autori.. Ser.. latina ; 34
Hecyra (La suocera) è una commedia dell'autore latino Publio Terenzio Afro. L'opera è una contaminazione tra un'opera omonima di Apollodoro di Caristo e gli Epitrèpontes di Menandro. Fu rappresentata per la prima volta nel 165 a.C. in occasione dei Ludi Megalenses, ma il pubblico lasciò il teatro, preferendo a questa commedia uno spettacolo circense. Fu riproposta nel 160 a.C. insieme agli Adelphoe senza riscuotere successo. Infine, al terzo tentativo, nel 160 a.C., grazie a un'introduzione del capocomico Ambivio Turpione, nella quale pregava il pubblico di seguire la commedia, ebbe successo.
Il liceo ginnasio statale Terenzio Mamiani è un istituto di istruzione secondaria di secondo grado di Roma; istituito nel 1885, è tra i licei più antichi della capitale d'Italia ed è noto per il ruolo svolto durante i moti studenteschi del sessantotto. Si trova all'estremità meridionale del quartiere della Vittoria al numero 30 di viale delle Milizie, strada che marca il confine tra detto quartiere e il rione Prati; amministrativamente la scuola fino al 2012 ricadeva nel territorio del XVII Municipio, ora accorpato con il Municipio Roma I. La struttura in cui si trova il liceo Mamiani è sotto i vincoli delle belle arti, come prezioso esempio di neo-barocco dei primi del XX secolo. Ospita, inoltre, l'omonimo museo di fisica e scienze naturali, una ricca collezione di strumenti scientifici e campionari biologici dei primi anni del secolo scorso.
Il Rinascimento si sviluppò in Italia tra la fine del Medioevo e l'inizio dell'Età Moderna in un arco di tempo che va dall'inizio del quindicesimo secolo, fino alla fine del sedicesimo secolo. I suoi limiti cronologici conoscono ampie differenze tra discipline ed aree geografiche.Vissuto dalla maggior parte dei suoi protagonisti come un'età di cambiamento, maturò un nuovo modo di concepire il mondo e se stessi, sviluppando le idee dell'umanesimo, nato in ambito letterario nel quattordicesimo secolo per il rinato interesse degli studi classici, per opera soprattutto di Francesco Petrarca, e portandolo a influenzare per la prima volta anche le arti figurative e la mentalità corrente.
La storia della letteratura italiana inizia nel XII secolo, quando nelle diverse regioni della penisola italiana si iniziò a scrivere in italiano con finalità letterarie. Il Ritmo laurenziano è la prima testimonianza di una letteratura in lingua italiana. Gli storici della letteratura individuano l'inizio della tradizione letteraria in lingua italiana nella prima metà del XIII secolo con la scuola siciliana di Federico II di Svevia, Re di Sicilia e Imperatore del Sacro Romano Impero, anche se il primo documento letterario di cui sia noto l'autore è considerato il Cantico delle creature di Francesco d'Assisi. In Sicilia, a partire dal terzo decennio del XIII secolo, sotto il patrocinio di Federico II si era venuto a formare un ambiente di intensa attività culturale. Queste condizioni crearono i presupposti per il primo tentativo organizzato di una produzione poetica in volgare romanzo, il siciliano, che va sotto il nome di "scuola siciliana" (così definita da Dante nel suo “De vulgari Eloquentia”). Tale produzione uscì poi dai confini siciliani per giungere ai comuni toscani e a Bologna e qui i componimenti presero ad essere tradotti e la diffusione del messaggio poetico divenne per molto tempo il dovere di una sempre più nota autorità comunale. Quando la Sicilia passò il testimone ai poeti toscani, coloro che scrivevano d'amore vi associarono, seppure in maniera fresca e nuova, i contenuti filosofici e retorici assimilati nelle prime grandi università, prima di tutto quella di Bologna. I primi poeti italiani provenivano dunque da un alto livello sociale e furono soprattutto notai e dottori in legge che arricchirono il nuovo volgare dell'eleganza del periodare latino che conoscevano molto bene attraverso lo studio di grandi poeti latini come Ovidio, Virgilio, Lucano. Ciò che infatti ci permette di parlare di una letteratura italiana è la lingua, e la consapevolezza nella popolazione italiana di parlare una lingua che pur nata verso il X secolo si emancipa completamente dalla promiscuità col latino solo nel XIII secolo.
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