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Il Risorgimento è il periodo della storia italiana durante il quale l'Italia conseguì la propria unità nazionale. La proclamazione del Regno d'Italia del 17 marzo 1861 fu l'atto formale che sancì, a opera del Regno di Sardegna, la nascita del nuovo Regno d'Italia formatosi con le annessioni plebiscitarie di gran parte degli Stati preunitari. Per indicare questo processo storico si usa anche la locuzione "unità d'Italia". Il termine, che designa anche il movimento culturale, politico e sociale che promosse l'unificazione, richiama gli ideali romantici, nazionalisti e patriottici di una rinascita italiana attraverso il raggiungimento di un'identità politica unitaria che, pur affondando le sue radici antiche nel periodo romano, «aveva subìto un brusco arresto [con la perdita] della sua unità politica nel 476 d.C. in seguito al crollo dell'Impero romano d'Occidente».
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Il trattato di Torino del 24 marzo 1860 sancì l'annessione della Contea di Nizza e della Savoia alla Francia. In seguito agli accordi di Plombières ( 21 luglio 1858), il primo ministro del Regno di Sardegna Cavour promise all'imperatore francese Napoleone III la cessione della Savoia in cambio del suo appoggio alla politica di unificazione italiana condotta dalla monarchia sabauda. La proposta venne poi ufficializzata per mezzo del trattato di alleanza sardo-francese del dicembre 1858 (in realtà il trattato fu predatato, giacché la firma avvenne nel gennaio 1859). Con quest'ultimo patto, quale ulteriore compenso ai francesi, alla Savoia si aggiunse Nizza. Nel giro di pochi mesi, nel corso della seconda guerra d'indipendenza, le truppe franco-piemontesi inflissero sconfitte all'esercito austriaco a Magenta e Solferino; il successivo armistizio di Villafranca obbligò l'Austria a cedere la Lombardia alla Francia, che la girò al Regno di Sardegna. In compenso, Napoleone III chiese la Savoia e Nizza, come precedentemente promesso. Se in un primo momento il governo piemontese tentò di rimangiarsi la parola perché l’accordo originale prevedeva la conquista anche del Veneto, la situazione si sbloccò quando l’imperatore francese diede il via libera ai piemontesi a rivalersi come compensazione sull’Emilia e la Toscana. Il 24 marzo 1860 venne perciò siglato il trattato di Torino, col quale il Piemonte acconsentiva alla cessione degli antichi territori sabaudi, da confermare mediante plebiscito; nel contempo le truppe piemontesi iniziarono a ritirarsi dalla Savoia e da Nizza. Il trattato venne reso pubblico il 30 marzo successivo e, il 1º aprile, Vittorio Emanuele II sottoscrisse questo proclama alle popolazioni di Nizza e della Savoia: Il plebiscito ebbe luogo in aprile (il 15/16 nella Contea di Nizza e il 22/23 in Savoia) e le cifre ufficiali mostrarono percentuali elevatissime a favore dell'annessione alla Francia (rispettivamente, 99,4% e 99,8% dei votanti): come nel caso dei plebisciti avvenuti poche settimane prima negli stati italiani preunitari (ducato di Parma, ducato di Modena, legazioni pontificie della Romagna, granducato di Toscana), che avevano riportato analoghe percentuali. Il 29 maggio e il 10 giugno successivi, la Camera e il Senato torinesi ratificarono il trattato di Torino e la cessione dei territori alla Francia.
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