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Titolo uniforme: A. I. : Artificial intelligence <film ; 2001>
Fa parte di: La scenografia nello spettacolo cinematografico [Videoregistrazione] / a cura di Francesca De Vita ; regia di Luca Verdone
Fa parte di: Duccio e il restauro della maestà degli uffizi [videoregistrazione] / di Maurizio Becattini e Andrea Granchi
Fa parte di: Vita e opere di Torquato Tasso [videoregistrazione] / un programma di Silvana Castelli e Umberto Silva
Fa parte di: Psicologia evolutiva. [videoregistrazione] : Dall'infanzia all'adoloscenza / edizione italiana a cura di Franco Matteucci
Fa parte di: Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo [Videoregistrazione] / di Galileo Galilei ; curato e diretto da Piero Mechini
Fa parte di: Le isole viventi [Videoregistrazione] : Storia naturale della Gran bretagna e dell'Irlanda / di Peter Crawford
Fa parte di: L'Italia del Rinascimento [videoregistrazione] / un programma ideato e diretto da Licia Cattaneo
Serie: La Cineteca Repubblica - L'Espresso. I capolavori di Steven Spielberg ; 5
La G o g (nome "gi" /ˈʤi/) è la settima lettera dell'alfabeto latino e dell'alfabeto italiano. Tale lettera, nella forma minuscola dei caratteri a stampa, può avere due forme nettamente diverse: una più semplice, con la coda aperta, e una più elegante, con la coda sinuosa e chiusa su se stessa (rispettivamente il secondo e il quarto dei caratteri visibili nell'immagine a fianco). In italiano la G non ha un valore fonologico univoco: si è soliti infatti distinguere fra G dolce (affricata postalveolare sonora, [ʤ]), se precede le lettere E e I o fa parte del digramma "gi", e G dura (occlusiva velare sonora, [g]), se invece precede A, O, U o fa parte del digramma "gh". Inoltre la lettera G fa parte di alcuni digrammi e trigrammi: nel digramma "gl", davanti a I, o nel trigramma "gli" davanti alle altre vocali, col valore fonologico della laterale palatale [ʎ]; nel digramma "gn", invece, col valore della nasale palatale [ɲ].
Gli spettacoli nell'antica Roma erano numerosi, aperti a tutti i cittadini ed in genere gratuiti; alcuni di essi si distinguevano per la grandezza degli allestimenti e per la crudeltà. I Romani frequentavano di preferenza i combattimenti dei gladiatori, quelli con bestie feroci (venationes), le riproduzioni di battaglie navali (naumachia), le corse di carri, le gare di atletica, gli spettacoli teatrali dei mimi e le pantomime. Quarant'anni dopo l'invettiva di Giovenale (n. tra il 55 e il 60–m. dopo il 127) che rimpiangeva la sobrietà e la severità repubblicana di un popolo che ormai aspirava solo al panem et circenses, al pane e agli spettacoli, Frontone (100-166), quasi con le stesse parole, descriveva sconsolato la triste realtà: La classe dirigente romana considerava infatti suo compito primario quello di distribuire alimenti una volta al mese al popolo e di distrarlo e regolare il suo tempo libero con gli spettacoli gratuiti offerti nelle festività religiose o in ricorrenze laiche.
Record aggiornato il: 2023-10-10T04:43:17.677Z