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Autore principale: Zaks, Jerry
Il mito di Rommel, o la leggenda di Rommel, è un'espressione usata da alcuni storici per riferirsi alla concezione (corrente sia nella cultura popolare che in varie opere accademiche) del Feldmaresciallo tedesco Erwin Rommel, raffigurato come comandante apolitico, brillante e vittima del Terzo Reich a causa della sua partecipazione all’attentato del 20 luglio 1944 contro Adolf Hitler. Secondo tali storici, detta concezione non è corretta. Il mito fu creato, con la partecipazione di Rommel, come componente della propaganda nazista per elogiare la Wehrmacht e per instillare ottimismo nell'opinione pubblica tedesca. A partire dal 1941, fu acquisito e diffuso in Occidente dalla stampa di guerra del Regno Unito, per spiegare l'incapacità degli Alleati a sconfiggere le forze dell’Asse in Nordafrica. Dopo la guerra, gli Alleati, e particolarmente nel Regno Unito, dipinsero Rommel come il “buon Tedesco” e “il nostro amico Rommel”, ciò anche in correlazione all'altro mito della Wehrmacht pulita. La sua reputazione di aver condotto una "guerra pulita" fu usata nell’interesse del riarmo della Germania Ovest durante la Guerra Fredda e della riconciliazione tra gli ex-nemici – il Regno Unito e gli USA da un lato, e la nuova Repubblica Federale Tedesca dall’altro. La biografia Rommel: The Desert Fox del 1950 e la pubblicazione di The Rommel Papers nel 1953 aggiunsero ulteriori strati al mito, che si è dimostrato resistente all'esame critico. Negli ultimi decenni del XX secolo e nel XXI la mitologia che circonda Rommel è stata oggetto di analisi da parte di storici di lingua inglese e tedesca. Il riesame ha prodotto nuove interpretazioni di Rommel, sulla sua relazione col nazionalsocialismo, la sua abilità come comandante a livello operativo e strategico e il suo effettivo ruolo nell'attentato del 20 luglio 1944 mirante ad assassinare Hitler. Storici e commentatori concludono che quella di Rommel resta una figura ambigua di difficile valutazione.
Un film è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento. Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo. Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche. L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici. Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, "cinematografia") ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione. Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione. Le singole immagini che formano il film sono chiamate "fotogrammi". Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi".
Record aggiornato il: 2025-09-12T03:34:46.528Z