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'La Peregrinatio Aetheriae ("Pellegrinaggio di Eteria"), conosciuta anche come Itinerarium Egeriae ("Itinerario di Egeria"), \xc3\xa8 un testo latino degli inizi del V secolo, nel quale Egeria, o Eteria, descrive il suo pellegrinaggio in Terrasanta.\nLa parte centrale del testo originale, circa un terzo, priva dell\'inizio e della fine, fu ritrovata nel 1884 dallo studioso Gian Francesco Gamurrini in un manoscritto dell\'XI secolo, scritto nell\'abbazia di Montecassino e rinvenuto ad Arezzo, che venne pubblicato per la prima volta nel 1887 dallo stesso Gamurrini. \nNel VII secolo il monaco Valerio, scrisse a sua volta una lettera in cui lodava l\'autrice, fornendoci altre informazioni su di lei e sul suo itinerario. Altri testi successivi citano parti del testo perdute nel manoscritto di Arezzo, ma citate da Valerio.\nIl nome dell\'autrice \xc3\xa8 incerto, a seconda delle versioni del testo (Aetheria o Egeria), ma Valerio riferisce che si trattava di una monaca, che aveva scritto il diario di viaggio del suo pellegrinaggio in una lunga lettera alle sue consorelle (alle quali nel testo si rivolge appunto con l\'appellativo di "sorelle"). \n\n \nTuttavia la libert\xc3\xa0 di un\'assenza tanto lunga (circa quattro anni) e il costo considerevole del viaggio sembrano in contrasto con tale identificazione, mentre l\'appellativo di "sorelle" e "fratelli" era frequentemente utilizzato all\'epoca della redazione del diario anche al di fuori delle comunit\xc3\xa0 monastiche: l\'appellativo ha probabilmente tratto in inganno lo stesso Valerio. Egeria-Eteria era dunque pi\xc3\xb9 probabilmente una ricca donna della classe media, originaria probabilmente della costa atlantica della Spagna o della Gallia.\nIl pellegrinaggio di Egeria si svolse sicuramente, sulla base dei riferimenti presenti all\'interno del testo ad altri avvenimenti, tra il 363 e il 540, ma la data pi\xc3\xb9 comunemente accettata \xc3\xa8 il 381-384. La parte del testo conservata descrive la fine della sua permanenza a Gerusalemme, dove si era trattenuta per tre anni. Il testo venne probabilmente redatto dopo la fine del viaggio, sulla base di appunti presi in precedenza e alcune descrizioni sembrano essere state redatte dopo il suo ritorno a Costantinopoli.\nEgeria doveva essere una donna di una certa cultura e si dimostra interessata ai luoghi e ai costumi, e alle loro differenze rispetto a quelli del suo luogo di origine, e non solo agli episodi edificanti; accoglieva con un certo spirito critico le notizie che le venivano riportate dalle sue guide. \xc3\x88 tuttavia pienamente cristiana e descrive solo edifici, situazioni e personaggi cristiani, senza alcun riferimento a quelli pagani. Pone una particolare attenzione alla liturgia ed \xc3\xa8 di grande interesse per gli studiosi la descrizione di quella della Settimana Santa utilizzata in quest\'epoca a Gerusalemme.\nScrive in un latino probabilmente colloquiale, distante da quello classico e sembra che il suo maggiore riferimento sia stata la Bibbia, del cui stile si colgono gli echi in alcuni punti.\nDal punto di vista linguistico il testo rappresenta una testimonianza dell\'evoluzione del latino: espressioni come "deductores sancti illi" ("quelle sante guide", con il significato di "le sante guide") aiutano a far luce sull\'origine dell\'articolo definito nelle lingue romanze.\n\n'
'L\xe2\x80\x99Accademia toscana di scienze e lettere \xe2\x80\x9cLa Colombaria\xe2\x80\x9d \xc3\xa8 un\'istituzione culturale di Firenze, originariamente ospitata nella "torre colombaria" del Palazzo Pazzi a Firenze. Fu fondata nel 1735 da Giovanni Girolamo de\' Pazzi, studioso che si circond\xc3\xb2 di persone colte, dedite allo studio dell\'antichit\xc3\xa0, della storia, appassionate di filologia e anche di scienze. Dopo la guerra e la quasi totale distruzione del suo patrimonio l\'Accademia si \xc3\xa8 trasferita e il suo indirizzo attuale \xc3\xa8 via Sant\'Egidio 23, nel complesso delle Oblate.\n\n'
'La numismatica etrusca \xc3\xa8 quella branca della numismatica che si occupa dello studio delle monete coniate dagli Etruschi.\n\n'
"Con Uomo dell'Olmo o Homo dell'Olmo ci si riferisce a un reperto archeologico ritrovato in localit\xc3\xa0 Olmo (Arezzo), provincia di Arezzo. Nelle fonti disponibili \xc3\xa8 nominato variabilmente con i termini cranio, calotta cranica o anche uomo fossile dell'Olmo . L'ultima analisi del reperto, eseguita nel 1950 da un paleontologo del Museo di storia naturale di Londra lo definisce come un Homo Sapiens vissuto circa 50.000 anni fa, contemporaneamente a popolazioni di uomini di Neanderthal; ci\xc3\xb2 ne farebbe il primo esemplare di tale specie ad essere ritrovato nella penisola italica. \n\n"
'Il termine "storia antica" ( o Antichit\xc3\xa0 o Et\xc3\xa0 Antica o Evo Antico) indica la prima et\xc3\xa0 della storia ed \xc3\xa8 una delle quattro grandi epoche storiche definite dalla periodizzazione pi\xc3\xb9 in uso in Occidente (antica, medievale, moderna e contemporanea). Dell\'antichit\xc3\xa0 si \xc3\xa8 soliti distinguere una storia "preclassica" (precedente l\'apparizione di fonti greco-romane) e una classica (Grecia e Roma antiche).\nIl termine "Storia antica" indica anche la disciplina che studia questo periodo (della durata approssimativa di 4000 anni).\n\n'