Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
'L\'Alto Medioevo \xc3\xa8, per convenzione, quella parte del Medioevo che va dalla caduta dell\'Impero romano d\'Occidente, avvenuta nel 476, all\'anno 1000 circa.\n\nA seconda dell\'impostazione storiografica, il primo secolo di tale periodo, si pu\xc3\xb2 talvolta sovrapporre al periodo precedente della tarda antichit\xc3\xa0, mentre l\'ultimo secolo a quello successivo del Basso Medioevo (o, per altri storici, a quello del Pieno Medioevo). Tale periodo vide una continuazione delle tendenze evidenti fin dall\'antichit\xc3\xa0 classica, compreso uno spopolamento, avvenuto in particolare nei centri urbani, un declino negli scambi commerciali, un lieve aumento delle temperature e l\'affermarsi del fenomeno delle migrazioni. L\'Impero Romano d\'Oriente, o Impero Bizantino, continu\xc3\xb2 a sopravvivere nonostante nel VII secolo il Califfato Rashidun e il Califfato Omayyade avessero conquistato ampie porzioni di territorio precedentemente romano.\n\nSuccessivamente, molte delle tendenze elencate andarono incontro ad una inversione. Nell\'800 il titolo di "Imperatore" fu riproposto nell\'Europa occidentale con Carlo Magno, detto "Il Grande", il cui impero carolingio influenz\xc3\xb2 di molto la struttura sociale e la storia europea. Le popolazioni europee intrapresero un ritorno all\'agricoltura sistematica nella forma del feudalesimo, con importanti innovazioni come la rotazione delle colture e l\'aratro pesante. L\'espansionismo dei barbari si stabilizz\xc3\xb2 in gran parte dell\'Europa anche se quello vichingo si protrasse in larga misura nell\'Europa settentrionale.\n\n'
"Il nome mezzaro o mezzero o m\xc3\xa8\xe1\xb9\xa1ere o m\xc3\xa8\xe1\xb9\xa1ero \xc3\xa8 un grande quadrato di stoffa in cotone o lino riccamente stampato principalmente con fantasiosi disegni di alberi (il pi\xc3\xb9 conosciuto \xc3\xa8 L'Albero della vita) e fiori con cui le donne liguri si drappeggiavano gi\xc3\xa0 nel Duecento.\n\nL'usanza di coprirsi il capo con grandi fazzoletti, cos\xc3\xac come il nome dato al telo, era in uso a Genova gi\xc3\xa0 dal Medioevo mentre il disegno tradizionale che oggi viene associato al mezzaro \xc3\xa8 di introduzione successiva e risale al XVII secolo e arriva a Genova con i mercanti della Compagnia delle Indie che importavano dall'Oriente pezze di stoffe con disegni tradizionali da esportare in Nord Europa come complemento d'arredo. \nLa raffigurazione a Genova diventa subito di moda e viene usata nell'arredamento dei grandi palazzi nobiliari, ma anche come mantello e diventa in breve simbolo di potere e ricchezza indossato dalle nobili signore genovesi (il Casanova ne parla nelle sue memorie raccontando di averne comperato uno).\nVeniva realizzato con stampini in legno di pero intagliati che, intinti nell'inchiostro e utilizzati come tamponi, andavano a formare gli elaborati disegni di queste tele.\nIn seguito alla sua grande diffusione in citt\xc3\xa0 sorsero nella Val Polcevera numerose filande e stamperie artigiane che, imparata dall'India la tecnica degli stampini, iniziarono la produzione locale dei mezzari, questi artigiani si chiamavano appunto 'indianatori'. Da qui le pezze genovesi venivano poi esportate in tutta Europa, soprattutto in Inghilterra dove erano molto apprezzati.\nAlla fine del Settecento il mezzaro fu abbandonato dall'aristocrazia, ma rimase parte fondamentale del costume popolare genovese, piegato in due a coprire la testa e le spalle, e ancora adesso \xc3\xa8 usato nelle feste e nel costume folcloristico.\n\nOggi i mezzari, che fanno ancora parte dell'arredamento delle case genovesi come copriletti o complementi d'arredo, vengono stampati perlopi\xc3\xb9 in serigrafia, ma si possono trovare quelli tradizionali, ancora importati dall'India e realizzati con l'antico sistema degli stampini.\n\n"
'Il termine folclore o folklore (pron. [fol\xcb\x88klore]; dall\'inglese folk, "popolo", e lore, "sapere") si riferisce a quelle forme di cultura popolare comprendente le tipologie di tradizione tramandate spesso oralmente e riguardanti conoscenze, usi e costumi, miti, fiabe e leggende, filastrocche, proverbi e altre narrazioni, credenze popolari, musica, canto, danza eccetera, il tutto riferito a una determinata area geografica, a una determinata popolazione, ai ceti popolari in quanto subalterni, a pi\xc3\xb9 d\'una o a tutte queste determinazioni.\n\n'
'Con alimentazione medievale ci si riferisce ai cibi, alle abitudini alimentari, ai metodi di cottura e in generale alla cucina di varie culture europee nel corso del Medioevo, un\'epoca che si estende, per convenzione, dal 476 al 1492. Durante tale periodo, le diete e la cucina, nelle varie zone dell\'Europa, sperimentarono meno cambiamenti rispetto a quanto sarebbe successo nella pi\xc3\xb9 breve epoca moderna che sarebbe seguita, durante la quale tali mutamenti avrebbero posto le basi della moderna cucina europea.\nI cereali erano consumati sotto forma di pane, farinate d\'avena, polenta e pasta praticamente da tutti i componenti della societ\xc3\xa0. Le verdure rappresentavano un\'importante integrazione alla dieta basata sui cereali. La carne era pi\xc3\xb9 costosa e quindi considerata un alimento pi\xc3\xb9 prestigioso ed era per lo pi\xc3\xb9 presente sulle tavole dei ricchi e dei nobili. I tipi di carne pi\xc3\xb9 diffusi erano quelle di maiale e pollo, mentre il manzo, che richiedeva la disponibilit\xc3\xa0 di una maggiore quantit\xc3\xa0 di terra per l\'allevamento, era meno comune. Il merluzzo e le aringhe erano molto comuni nella dieta delle popolazioni nordiche, ma veniva comunque consumata un\'ampia variet\xc3\xa0 di pesci d\'acqua dolce e salata.\nLa lentezza dei trasporti e le inefficienti tecniche di trasformazione agroalimentare rendevano estremamente costoso il commercio di cibi sulle lunghe distanze. Per questa ragione il cibo dei nobili era pi\xc3\xb9 esposto alle influenze straniere rispetto a quello consumato dai poveri e dalla gente comune. Dal momento che ciascuna classe sociale cercava di imitare quella a lei immediatamente superiore, le innovazioni dovute al commercio internazionale e alle guerre con paesi stranieri si diffusero gradualmente tra le classi medio-alte delle citt\xc3\xa0 medievali. Oltre all\'indisponibilit\xc3\xa0 di certi cibi per ragioni economiche, furono emessi decreti che vietavano il consumo di alcuni alimenti per alcune classi sociali, e alcune leggi limitarono le possibilit\xc3\xa0 di consumarne in grosse quantit\xc3\xa0 ai "nuovi ricchi". Alcune norme sociali inoltre prescrivevano che il cibo della classe lavoratrice fosse meno raffinato, perch\xc3\xa9 si credeva che esistesse un\'affinit\xc3\xa0 naturale tra il lavoro di una persona e il suo cibo; si riteneva quindi che il lavoro manuale richiedesse cibi pi\xc3\xb9 scadenti ed economici.\nNel corso del tardo Medioevo inizi\xc3\xb2 a svilupparsi una forma di Haute cuisine che and\xc3\xb2 a costituire uno standard tra la nobilt\xc3\xa0 di tutta Europa. I metodi di conservazione pi\xc3\xb9 comuni vedevano l\'impiego di agresto. Questi trattamenti, uniti al diffuso impiego di zucchero e miele, donavano a molti piatti un sapore tendente all\'agrodolce. Anche le mandorle erano molto popolari e usate come addensante in minestra, stufati e salse, in particolare usate sotto forma di latte di mandorla.\n\n'
"La cavalleria medievale \xc3\xa8 stata una classe nobiliare della societ\xc3\xa0 europea del Medioevo, che identificava i guerrieri a cavallo a cui un sovrano o un signore ne aveva riconosciuto il titolo, e il relativo ideale di vita e codice di condotta a cui questi cavalieri si ispiravano.\nLa cavalleria segu\xc3\xac l'evoluzione che la societ\xc3\xa0, l'economia e la tecnica bellica ebbero nel Medioevo, influenzate, fra l'altro, dall'affacciarsi sullo scenario storico europeo di nuove popolazioni con nuovi usi e nuovi modi di guerreggiare.\nFu una evoluzione lenta ma costante, qualche volta tumultuosa in coincidenza con l'arrivo di nuovi attori sui campi di battaglia, ma sempre coerente con i cambiamenti del contesto socioeconomico che ne era il supporto.\nNacque nella tarda antichit\xc3\xa0: la crisi che colp\xc3\xac i liberi coltivatori romani inferse un duro colpo alla potenza della fanteria legionaria, ben pi\xc3\xb9 grave ed irrimediabile dei colpi subiti dalla stessa ad opera dei cavalieri Parti e Sarmati, e meno alla cavalleria. Quella potenza legionaria che aveva conquistato un impero inizi\xc3\xb2 a decadere con la decadenza di quell'archetipo dell'uomo romano che ne era stato la base e la forza, fino a che dall'incontro con i barbari, le loro usanze e con la loro civilizzazione ebbe origine il cavalierato, diffusosi estremamente con il feudalesimo.\n\n"
'Il Museo degli usi e costumi (in tedesco S\xc3\xbcdtiroler Volkskundemuseum) si trova a Brunico, nella frazione di Teodone (Dietenheim); istituito nel 1976, \xc3\xa8 costituito da un parco museale di circa 4 ettari e dalla Residenza Mair am Hof.\n\n'