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"Duccio di Buoninsegna (Siena, 1255 circa \xe2\x80\x93 1318 o 1319) \xc3\xa8 stato un pittore italiano, tradizionalmente indicato come il primo maestro della scuola senese.\n\nL'arte di Duccio aveva in origine una solida componente bizantina, legata in particolare alla cultura pi\xc3\xb9 recente del periodo paleologo, e una notevole conoscenza di Cimabue (quasi sicuramente il suo maestro nei primi anni di attivit\xc3\xa0), alle quali aggiunse una rielaborazione personale in senso gotico, inteso come linearismo ed eleganza transalpini, una linea morbida e una raffinata gamma cromatica.\nCol tempo lo stile di Duccio raggiunse esiti di sempre maggiore naturalezza e morbidezza e seppe anche aggiornarsi alle innovazioni introdotte da Giotto, quali la resa dei chiaroscuri secondo una o poche fonti di luce, la volumetria delle figure e del panneggio, la resa prospettica. Il suo capolavoro, ovvero la Maest\xc3\xa0 del Duomo di Siena, \xc3\xa8 un'opera emblematica dell'arte del Trecento Italiano.\n\n"
'La Madonna Rucellai, o Madonna dei Laudesi, \xc3\xa8 una Madonna col Bambino in trono (quindi una "Maest\xc3\xa0") e sei angeli, dipinta da Duccio di Buoninsegna. \xc3\x88 una tempera su tavola e misura 450x290 cm. Proveniente dalla chiesa di Santa Maria Novella di Firenze, \xc3\xa8 conservata alla Galleria degli Uffizi dove \xc3\xa8 collocata in una sala scenografica con altre grandi maest\xc3\xa0: la Maest\xc3\xa0 di Santa Trinita di Cimabue e la Maest\xc3\xa0 di Ognissanti di Giotto.'
"La Vetrata del Duomo di Siena fu disegnata da Duccio di Buoninsegna, finalizzata da maestri vetrai non identificati e poi dipinta a grisaglia dallo stesso Duccio. Realizzata per coprire il grosso oculo di 5,6 m di diametro che \xc3\xa8 posto in alto nell'abside del Duomo di Siena, la vetrata \xc3\xa8 stata recentemente restaurata e posta nel vicino Museo dell'Opera del Duomo (nel Duomo \xc3\xa8 stata posta una copia). \xc3\x88 l'unica opera di questo tipo di Duccio di Buoninsegna, nonch\xc3\xa9 una delle poche vetrate realizzate da maestri di scuola senese. Databile dalla documentazione scritta al 1287-1288 \xc3\xa8 una delle tre opere di Duccio databile con certezza e quindi molto importante per definire il percorso artistico del pittore.\n\n"
"Il Palazzo Pubblico di Siena (detto anche Palazzo Comunale) \xc3\xa8 un edificio fatto costruire approssimativamente tra il 1297 e il 1310 dal Governo dei Nove della Repubblica di Siena, come propria sede. Tale funzione si riflette anche oggi, come sede dell'amministrazione comunale, oltre che del Museo civico. Sorge sulla piazza del Campo ed \xc3\xa8 affiancato dalla snella Torre del Mangia. All'interno conserva capolavori del periodo d'oro dell'arte senese, tra cui il celeberrimo affresco dell'Allegoria ed effetti del Buono e del Cattivo Governo di Ambrogio Lorenzetti, tra le rappresentazioni profane pi\xc3\xb9 significative del Trecento europeo, ed altre celebri opere di Simone Martini, Duccio di Buoninsegna, Sodoma e Beccafumi.\n\n"
"Duccio di Buoninsegna (Siena, 1255 circa \xe2\x80\x93 1318 o 1319) \xc3\xa8 stato un pittore italiano, tradizionalmente indicato come il primo maestro della scuola senese.\n\nL'arte di Duccio aveva in origine una solida componente bizantina, legata in particolare alla cultura pi\xc3\xb9 recente del periodo paleologo, e una notevole conoscenza di Cimabue (quasi sicuramente il suo maestro nei primi anni di attivit\xc3\xa0), alle quali aggiunse una rielaborazione personale in senso gotico, inteso come linearismo ed eleganza transalpini, una linea morbida e una raffinata gamma cromatica.\nCol tempo lo stile di Duccio raggiunse esiti di sempre maggiore naturalezza e morbidezza e seppe anche aggiornarsi alle innovazioni introdotte da Giotto, quali la resa dei chiaroscuri secondo una o poche fonti di luce, la volumetria delle figure e del panneggio, la resa prospettica. Il suo capolavoro, ovvero la Maest\xc3\xa0 del Duomo di Siena, \xc3\xa8 un'opera emblematica dell'arte del Trecento Italiano.\n\n"
"La Breve ma veridica storia della pittura italiana \xc3\xa8 un saggio di Roberto Longhi sulla storia dell'arte italiana. L'opera fa parte delle opere giovanili dello studioso, ma riveste una grande importanza nel panorama storico-critico dell'arte europea per le nuove idee che vi si trovano pubblicate, che si ritrovano negli scritti successivi di Longhi e influenzarono tutta la critica successiva.\n\n"