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'Il Fronte jugoslavo \xc3\xa8 stato uno dei teatri di guerra della Seconda guerra mondiale in Europa; i combattimenti, confusi e sanguinosi, si prolungarono ininterrotti dall\'aprile 1941 alla fine del conflitto nel maggio 1945. Nelle fonti jugoslave il conflitto in questo teatro balcanico venne anche denominato "guerra di liberazione popolare" (in serbo: \xd0\x9d\xd0\xb0\xd1\x80\xd0\xbe\xd0\xb4\xd0\xbd\xd0\xbe\xd0\xbe\xd1\x81\xd0\xbb\xd0\xbe\xd0\xb1\xd0\xbe\xd0\xb4\xd0\xb8\xd0\xbb\xd0\xb0\xd1\x87\xd0\xba\xd0\xb8 \xd1\x80\xd0\xb0\xd1\x82?, traslitterato Narodnooslobodila\xc4\x8dki rat, in croato Narodnoslobodila\xc4\x8dka borba, in macedone: \xd0\x9d\xd0\xb0\xd1\x80\xd0\xbe\xd0\xb4\xd0\xbd\xd0\xbe\xd0\xbe\xd1\x81\xd0\xbb\xd0\xbe\xd0\xb1\xd0\xbe\xd0\xb4\xd0\xb8\xd1\x82\xd0\xb5\xd0\xbb\xd0\xbd\xd0\xb0 \xd0\xb1\xd0\xbe\xd1\x80\xd0\xb1\xd0\xb0?, traslitterato: Narodnoosloboditelna borba, in sloveno: Narodnoosvobodilni boj).\nLa guerra inizi\xc3\xb2 a seguito dell\'invasione del territorio del Regno di Jugoslavia da parte delle forze dell\'Asse. Il paese venne spartito fra Germania, Italia, Ungheria, Bulgaria, e alcuni stati fantoccio. Si tratt\xc3\xb2 di una guerriglia di liberazione combattuta prevalentemente dai partigiani jugoslavi (partizani) repubblicani legati al Partito comunista contro le forze di occupazione dell\'Asse, lo Stato Indipendente di Croazia, e il Governo collaborazionista in Serbia. Al contempo si trasform\xc3\xb2 anche in una guerra civile tra i partigiani comunisti e il movimento realista serbo dei cetnici (\xc4\x8detnik): queste due componenti della resistenza jugoslava inizialmente cooperarono nella lotta contro le forze occupanti, ma dal 1942 i cetnici adottarono una politica di collaborazione con le truppe italiane, con la Wehrmacht e gli ustascia.\nL\'Asse sferr\xc3\xb2 una serie di offensive per distruggere il movimento partigiano, ma ottenne solo successi parziali nel 1943 nelle due battaglie della Neretva e della Sutjeska. Nonostante le gravi difficolt\xc3\xa0 e le pesanti perdite, i partigiani guidati da Josip Broz Tito rimasero tuttavia una forza combattente efficiente e aggressiva che, pur priva fino alla fine del 1943 di aiuti esterni, seppe continuare ed estendere la sua azione. Rappresentati politicamente dal cosiddetto "Consiglio antifascista di liberazione popolare della Jugoslavia" (AVNOJ), dominato dai comunisti, alla fine del 1943 ottennero il riconoscimento degli Alleati, ponendo cos\xc3\xac le basi per la costruzione dello stato jugoslavo post-bellico. Grazie al supporto logistico, addestrativo ed aereo fornito finalmente dagli Alleati occidentali e dall\'Unione Sovietica nell\'ultimo periodo della guerra, gradualmente i partigiani conquistarono il controllo dell\'intero paese, delle zone del confine nordorientale italiano e dell\'Austria meridionale.\nIn termini umani il costo del conflitto fu enorme: sebbene ancora oggetto di discussioni, il numero delle vittime comunemente accettato non \xc3\xa8 inferiore al milione. Le vittime civili inclusero anche la maggior parte della popolazione ebraica del paese, reclusa nei campi di concentramento o di sterminio gestiti dai regimi collaborazionisti dell\'Asse (come ad esempio il campo di Jasenovac). Al contempo il regime croato degli usta\xc5\xa1a condusse un sistematico genocidio nei confronti della popolazione serba e di quella rom, i cetnici condussero una pulizia etnica nei confronti della popolazione musulmana e croata, e le autorit\xc3\xa0 di occupazione italiana nei confronti degli sloveni. Brutali e spietate furono le rappresaglie operate dai tedeschi nei confronti delle attivit\xc3\xa0 di resistenza, sfociate in alcuni episodi particolarmente sanguinari come i massacri di Kraljevo e Kragujevac, mentre anche l\'esercito italiano mise in atto deportazioni, devastazioni e rappresaglie. Infine durante la fase finale del conflitto e nell\'immediato dopoguerra le autorit\xc3\xa0 jugoslave e le truppe partigiane si resero responsabili di violente rappresaglie e deportazioni nei confronti della minoranza tedesca (la maggioranza appartenente al gruppo degli svevi del Danubio), in seguito espulsa dal paese in blocco, marce forzate ed esecuzioni di migliaia di civili e collaborazionisti in fuga (massacro di Bleiburg), e atrocit\xc3\xa0 commesse nei confronti della popolazione italiana in Istria (massacri delle foibe) e della popolazione ungherese in Serbia.\n\n'
'La Repubblica Sociale Italiana (RSI), anche conosciuta come Repubblica di Sal\xc3\xb2, fu il regime, esistito tra il settembre 1943 e l\'aprile 1945, voluto dalla Germania nazista e guidato da Benito Mussolini, al fine di governare parte dei territori italiani controllati militarmente dai tedeschi dopo l\'armistizio di Cassibile. \nLa sua natura giuridica \xc3\xa8 controversa: \xc3\xa8 considerata uno Stato fantoccio da gran parte della storiografia nonch\xc3\xa9 dalla prevalente dottrina in materia di diritto internazionale; tuttavia alcuni storici e giuristi hanno problematizzato la portata di tale definizione, definendo la RSI un "governo insurrezionale" (quindi dotato di una propria soggettivit\xc3\xa0) o comunque un ente dotato di un ordinamento con carattere originale e non derivato da quello della Germania. Lo stesso Mussolini era comunque consapevole che i tedeschi considerassero il suo regime alla stregua di uno Stato fantoccio.\n\nL\'attuale ordinamento italiano non le riconosce alcuna legittimit\xc3\xa0; infatti nel decreto legislativo luogotenenziale 5 ottobre 1944, n. 249 sull\'"Assetto della legislazione nei territori liberati" essa \xc3\xa8 definita \xc2\xabsedicente governo della repubblica sociale italiana\xc2\xbb.\nPur rivendicando tutto il territorio del Regno d\'Italia, la RSI esercit\xc3\xb2 la propria sovranit\xc3\xa0 solo sulle province non soggette all\'avanzata alleata e all\'occupazione tedesca diretta. Inizialmente la sua attivit\xc3\xa0 amministrativa si estendeva fino alle province del Lazio e dell\xe2\x80\x99Abruzzo, ritirandosi progressivamente sempre pi\xc3\xb9 a nord, in concomitanza con l\'avanzata degli eserciti angloamericani. A nord, inoltre, i tedeschi istituirono due "Zone di operazioni" comprendenti dei territori che erano state parti dell\'Impero austro-ungarico: le province di Trento, Bolzano e Belluno (Zona d\'operazioni delle Prealpi) e le provincie di Udine, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume e Lubiana (Zona d\'operazioni del Litorale adriatico), sottoposte rispettivamente ai Gauleiter tedeschi del Tirolo e della Carinzia, de facto anche se non legalmente governate dal Terzo Reich, tranne la Carniola che fu sottoposta ad un regime speciale. L\'exclave di Campione d\'Italia fu inclusa nella Repubblica solo per pochi mesi, prima di essere liberata grazie ad una rivolta popolare appoggiata dai carabinieri.La RSI fu riconosciuta da Germania, Giappone, Bulgaria, Croazia, Romania, Slovacchia, Ungheria, Repubblica di Nanchino, Manciuku\xc3\xb2 e Thailandia, vale a dire da paesi alleati alle potenze dell\'Asse o con truppe dell\'Asse presenti al loro interno. Finlandia e Francia di Vichy, pur navigando nell\'orbita nazista, non la riconobbero. Relazioni ufficiose furono mantenute con Argentina, Portogallo, Spagna e, tramite agenti commerciali, anche con la Svizzera. La Citt\xc3\xa0 del Vaticano non riconobbe la RSI.\nLa strutturazione giuridico-istituzionale della RSI sarebbe dovuta essere demandata a un\'assemblea costituente, come richiesto dal congresso del PFR (14-16 novembre 1943). Si sarebbe dovuta instaurare una \xc2\xabrepubblica sociale\xc2\xbb in linea con i principi programmatici, a cominciare dalla \xc2\xabsocializzazione delle imprese\xc2\xbb, tracciati nel documento noto come Manifesto di Verona e approvato durante i lavori congressuali. Mussolini prefer\xc3\xac per\xc3\xb2 rinviare la convocazione della Costituente al dopoguerra limitandosi a far approvare dal Consiglio dei ministri del 24 novembre la denominazione di RSI.\nL\'avanzata angloamericana nella primavera del 1945 e l\'insurrezione del 25 aprile 1945 determinarono la fine della RSI, la quale cess\xc3\xb2 ufficialmente di esistere con la resa di Caserta del 29 aprile 1945 (operativa dal 2 maggio) sottoscritta dagli Alleati con il Comando Tedesco Sud-Ovest anche a nome dei corpi militari dello Stato fascista in quanto quest\'ultimo non riconosciuto dagli Alleati come valido e autonomo.\nFondamenti ideologico-giuridico-economici della Repubblica Sociale Italiana furono il fascismo, il socialismo nazionale, il repubblicanesimo, la socializzazione, la cogestione, il corporativismo e l\'antisemitismo.\n\n'
"L'Associazione Italiana Combattenti Interalleati, in acronimo AICI, \xc3\xa8 il ramo italiano dell'Associazione Combattenti Interalleati, fondata per onorare il ricordo dei soldati caduti in guerra.\n\n"
"Il diritto di ribellione (o diritto alla ribellione), noto anche come diritto alla resistenza, (o diritto di resistenza) \xc3\xa8 la prerogativa concessa a un popolo dalla sua costituzione di opporsi all'ingiusto esercizio del potere o al potere illegittimo.\n\n"
"Per storia dell'Europa si intende convenzionalmente la storia dell'omonimo continente e dei popoli che l'hanno abitato e che lo abitano.\nIn un'accezione pi\xc3\xb9 ristretta per storia dell'Europa si intende invece la storia dell'Unione europea, dalla creazione della Comunit\xc3\xa0 economica europea con i trattati di Roma (1957) fino a oggi.\n\n"