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Volterra è un comune italiano di 10 000 abitanti della provincia di Pisa in Toscana. La città, celebre per l'estrazione e la lavorazione dell'alabastro, è stata una delle principali città-stato della Toscana antica (Etruria), fu sede nel medioevo di un'importante signoria vescovile avente giurisdizione su un'ampia parte delle Colline toscane. Conserva un centro storico di origine etrusca (di quest'epoca rimangono la ben conservata porta all'Arco; la porta Diana, che conserva i blocchi degli stipiti; gran parte della cinta muraria, costruita con ciclopici blocchi di pietra locale; l'acropoli, dove sono presenti le fondamenta di due templi, vari edifici ed alcune cisterne; diversi ipogei utilizzati per la sepoltura dei defunti), con rovine romane (fra tutte il Teatro ad emiciclo) ed edifici medievali come la cattedrale, la Fortezza Medicea e il Palazzo dei Priori sull'omonima piazza, nel centro città. Volterra è candidata per il titolo di Capitale italiana della cultura 2022 ed è stata designata tra le dieci città finaliste.
Il vaso risonante, vaso acustico o vaso sonoro è un tipo di vaso incastonato nelle pareti e sotto il pavimento di alcuni edifici antichi e medievali. Sebbene la loro finalità non sia del tutto certa, si ritiene che avessero lo scopo di migliorare l'acustica degli edifici riducendo i tempi di riverbero.
Il teatro romano di Volterra venne riportato in luce negli anni cinquanta da scavi archeologici condotti nella località di Vallebuona da Enrico Fiumi, storico volterrano: furono utilizzati come operai alcuni ricoverati dell'Ospedale psichiatrico di Volterra, come ricordato da una targa posta all'ingresso dell'edificio.
Un teatro è un luogo, spesso un edificio, il cui uso specifico è ospitare rappresentazioni teatrali o altri generi di spettacolo, come concerti ed eventi musicali, letture di poesie, spettacoli di danza, allestimenti di opere liriche (teatro d'opera). Quello dell'edificazione di un teatro è considerato uno dei maggiori esiti dell'architettura, tanto nell'antica quanto nella moderna e nell'attuale civiltà.
Roselle (Rusel in etrusco, Rusellae in latino), anche Bagni di Roselle o Bagno Roselle se presa in considerazione solamente la parte moderna, è una frazione del comune italiano di Grosseto, in Toscana.
La pieve di Santa Maria a Civita, denominata anche pieve di Santa Maria a Moscona, è un edificio religioso situato nel comune di Grosseto. La sua esatta ubicazione è all'interno dell'area archeologica di Roselle, nella parte nord-orientale del territorio comunale. L'edificio religioso era l'antica basilica paleocristiana di Roselle, risalente al periodo altomedievale (VIII secolo). In epoca medievale la chiesa fu elevata a pieve autonoma, proseguendo le sue funzioni almeno fino a quasi tutto il Trecento, venendo citata in una bolla papale del 1188 e ricordata nelle Rationes Decimarum del tardo Duecento e degli inizi del Trecento. Il definitivo abbandono dell'antica città etrusco-romana a vantaggio del fiorente capoluogo maremmano mese a dura prova il proseguimento dell'esistenza della pieve, tanto da venire definitivamente abbandonata in epoca tardomedievale. La pieve di Santa Maria a Civita, che venne costruita utilizzando i materiali di recupero di edifici romani datati I secolo, conserva i suoi resti archeologici poco a est del foro, nel cuore dell'antica città di Roselle. Originariamente si presentava a tre navate seguendo i canoni delle antiche basiliche paleocristiane romane; verso l'anno Mille fu aggiunta una torre campanaria in prossimità della facciata anteriore. Il luogo di culto si presentava riccamente decorato, tanto che alcuni bassorilievi provenienti dalla basilica sono conservati a Grosseto presso il Museo archeologico e d'arte della Maremma, mentre altri sono stati traslati e riutilizzati per decorare la pieve di San Martino a Batignano; un ultimo elemento decorativo è stato collocato invece lungo il paramento murario del complesso rurale denominato Il Serpaio.
La chiesa di Santa Lucia a Roselle era un edificio religioso situato nel comune di Grosseto. La sua ubicazione era nei pressi dell'antica città di Roselle, alla sommità di Poggio Mosconcino. Di origini medievali, la chiesa era suffraganea della pieve di Santa Maria a Civita, luogo di culto che si trovava all'interno delle mura di Roselle. L'edificio religioso dedicato a Santa Lucia si trovava nelle vicinanze dell'antica cattedrale di Roselle, nell'area fortificata altomedievale. Storicamente, è accertata la sua esistenza soltanto nella seconda metà del Duecento, epoca in cui era citata nelle Rationes Decimarum e rientrava già nei confini pastorali della diocesi di Grosseto, che nel 1138 aveva ereditato la sede vescovile rosellana. Pur essendo incerti sia il periodo di abbandono che le sue cause, il luogo di culto cessò quasi sicuramente le sue funzioni nell'epoca a cavallo tra il tardo Medioevo ed il primo periodo rinascimentale, a seguito del definitivo abbandono degli insediamenti abitativi nell'area di Roselle, seguendo di fatto il destino delle altre chiese situate presso l'antica città di origini etrusco-romane. Della chiesa di Santa Lucia a Roselle, di cui si sono perse completamente le tracce già in epoca remota, è stata individuata l'ubicazione sul Poggio Mosconcino nell'area fortificata che in passato includeva la cattedrale e la residenza vescovile.
La pieve di Santa Maria a Roselle, denominata anche La Canonica e storicamente nota come Cattedrale di Roselle, è un edificio religioso situato nel comune di Grosseto. La sua esatta ubicazione è nei pressi dell'area archeologica di Roselle, nella parte nord-orientale del territorio comunale, sulle pendici collinari di Poggio Mosconcino, su una piccola altura denominata La Canonica: la sua ubicazione era fuori dall'antica città, contrariamente a quello che possa lasciare ipotizzare la sua denominazione. L'edificio religioso, risalente al periodo medievale, era originariamente la cattedrale di Roselle, fino al definitivo trasferimento della sede vescovile a Grosseto (1138). In seguito, la chiesa divenne la pieve di riferimento per l'area compresa tra l'antica città di Roselle e il Tino di Moscona, insediamento fortificato situato alla sommità dell'omonimo poggio. L'esistenza del luogo di culto era già accertata in documenti risalenti agli inizi del XII secolo, non potendo essere esclusa un'origine antecedente probabilmente altomedievale. Tra la seconda metà del Duecento e gli inizi del Trecento la chiesa è citata nelle Rationes Decimarum come pieve autonoma. In seguito, il luogo di culto seguì un destino simile a quello della pieve di Santa Maria a Civita situata nel cuore dell'antica città etrusco-romana all'interno delle Mura di Roselle. Il definitivo abbandono di Roselle ebbe ripercussioni anche sui vicini insediamenti, comportando anche un inesorabile declino per questo edificio religioso, il cui definitivo abbandono è databile tra il tardo Medioevo e il primo periodo rinascimentale: in epoca tardocinquecentesca la chiesa risultava già in rovina. La pieve di Santa Maria a Roselle conserva i suoi resti archeologici con strutture murarie in conci di malta, in un'area in cui sono state scoperte varie tombe etrusco-romane. Dall'analisi dei suoi resti è possibile stabilire le notevoli dimensioni dell'edificio religioso, che si presentava a pianta basilicale suddivisa in tre navate, con transetto, abside semicircolare e una torre campanaria a sezione quadrata che si elevava accanto al fianco destro. Il complesso religioso includeva anche una canonica annessa, che ha conferito la denominazione al toponimo e alla struttura religiosa stessa e che in passato doveva essere la residenza dei vescovi dell'antica diocesi rosellana.
L'ex ospedale psichiatrico di Volterra, un'istituzione per il ricovero di malati mentali, nacque nel 1887, anno in cui il cavalier Aurelio Caioli divenne presidente della Congregazione di carità di Volterra. La sede dell'Ospedale corrispondeva e corrisponde tuttora alla zona Borgo San Lazzero. Dal 1978, in seguito alla legge n. 180, l'ospedale è in stato di abbandono.
La cattedrale di Santa Maria Assunta è il luogo di culto cattolico principale di Volterra, in provincia di Pisa, chiesa madre dell'omonima diocesi. Nel novembre del 1957 papa Pio XII l'ha elevata alla dignità di basilica minore.