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La storia del mosaico ha inizio con le prime civiltà della storia e risulta pertanto essere fra le prime forme artistiche, assieme alla scultura, fra le arti figurative.
Ernst Paul Klee (AFI: /paʊ̯l ˈkleː/; Münchenbuchsee, 18 dicembre 1879 – Muralto, 29 giugno 1940) è stato un pittore tedesco di padre tedesco e madre svizzera, il primo musicista e la seconda cantante. Figura eminente dell'arte del XX secolo, nel periodo della sua formazione Paul Klee si occupò di musica, poesia, pittura, scegliendo infine quest'ultima forma di espressione come ambito privilegiato e dando così inizio ad una tra le più alte e feconde esperienze artistiche del Novecento. Si mantenne comunque anche con i proventi derivati dalla sua attività di strumentista presso l'Orchestra di Berna. Esponente dell'astrattismo, considerava l'arte un discorso sulla realtà e non una sua semplice riproduzione. Nelle sue opere la realtà è quindi rarefatta, resa essenziale, talvolta ridotta a semplici linee o campiture colorate. La sua inesausta ricerca si manifesta anche attraverso la scelta dei supporti, che vanno dalla tradizionale tela alla carta di giornale, alla juta, a cartoncini di ogni qualità e spessore.
«Gioco della fantasia, intuizione dello spirito, evasione dalla realtà, angoscia della ricerca, rasserenamento di ogni dramma interiore, puro colore o pura forma, o qual altra sia di essa la definizione, l'arte resta sempre l'espressione più alta e più pura della nostra umana esperienza. Quando scarsa memoria resterà di ogni attività nostra, sarà viva ancora l'anima del nostro tempo se una valida testimonianza artistica richiamerà lo studio e l'amore dei secoli venturi. […] L'arte invita tutti gli uomini, oltre le frontiere nazionali, oltre le barriere ideologiche, ad un linguaggio che dovrebbe unirli in una umanistica intesa e universale famiglia contro ogni babelica disunione e disarmonia.»(Giovanni Ponti, Presidente della XXIV Biennale di Venezia)
Il termine Scuola di Parigi (in francese École de Paris) viene utilizzato per indicare l'insieme degli artisti, tra i quali molti stranieri, presenti a Parigi dall'inizio del XX secolo sino ai decenni successivi alla Seconda guerra mondiale. Si tratta in sostanza di un'espressione che non designa un gruppo o una corrente in particolare e che non si riferisce a una scuola vera e propria, ma che evoca la pluralità di artisti che vissero a Parigi e che lì vi trovarono il luogo di residenza delle loro esperienze artistiche, contribuendo allo sviluppo delle diverse fasi dell'arte moderna. In una tale accezione, nell'espressione École de Paris si intende riunire gli artisti che contribuirono a fare di Parigi il teatro stesso della creazione artistica.Si è soliti distinguere, nel quadro generale del XX secolo, tre grandi periodi di creatività e rinnovamento nel panorama artistico parigino. Il primo che va dal 1900 agli anni 1920, il secondo che si estende tra le due Guerre Mondiali e l'ultimo che corrisponde alle esperienze artistiche successive alla Seconda Guerra Mondiale. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, nel pieno dell'occupazione tedesca di Parigi, nel 1941 e nel 1943, due mostre diedero il via a un grande momento della Scuola di Parigi. Gli artisti che vi presero parte sarebbero stati infatti considerati, pur nelle loro notevoli differenze estetiche, i rappresentanti di una «Nouvelle École de Paris».
Il Museo del Petit Palais di Ginevra è un museo privato che custodisce opere impressioniste e post-impressioniste di pittura e scultura, oltre ad una ricca collezione di disegni. Inaugurato nel 1968, dal 1998 il museo è chiuso, ma le opere vengono prestate ad altri musei per esposizioni temporanee sotto la dicitura Les amis du Petit Palais.
L'Esposizione internazionale surrealista, in francese Exposition Internationale du Surréalisme, è una mostra collettiva di artisti surrealisti organizzata in diverse città ed in periodi differenti a partire dalla prima, tenutasi a Parigi nel 1925. André Breton, ideatore della manifestazione, rappresenta il punto di riferimento costante, come organizzatore o come ispiratore, nel susseguirsi delle edizioni storiche fino al 1967, alle quali hanno partecipato generazioni di artisti e di artiste. Le centinaia di opere esposte di volta in volta - dipinti, oggetti, sculture, collage, fotografie ed installazioni - sono prodotti di un movimento artistico che «ha voluto proporsi come un nuovo modo di pensare, di vivere»: «il surrealismo non si definisce dai mezzi usati, ma da una concezione rivoluzionaria dell'esistenza estesa al comportamento morale e al comportamento creativo». Tale concetto è riassunto nell'affermazione di Joyce Mansour, in base alla quale «non è la tecnica pittorica ad essere surrealista, bensì il pittore e la sua visione della vita».Se Breton è il teorico indiscusso del surrealismo, il movimento stesso e la propria evoluzione nel tempo travalicano i limiti poetici e cronologici a lui legati e trovano rinnovamento e nuova vitalità nelle correnti artistiche degli anni successivi, nelle quali è spesso manifesta l'eredità surrealista.