Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Il MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo è un museo con sede a Roma. Progettato dall'architetto Zaha Hadid e gestito dall'omonima fondazione del Ministero per i beni e le attività culturali, è diviso in due sezioni: MAXXI arte e MAXXI architettura.
La storia della fotografia descrive le vicende che portarono alla realizzazione di uno strumento capace di registrare il mondo e di catturare un momento preciso grazie all'effetto della luce e della messa in luce di problemi relativi al concetto di osservazione istantanea, Utilizzando le scoperte e gli studi iniziati già nell'antica Grecia per lo più in ambito accademico aristotelico e platonico, l'idea di concettualizzare il divenire di una forma in immagine, di un concetto nella memoria, acquista un certo interesse: è la fotografia con i suoi primordi, camere ottiche, concetti geometrici, che si concretizzò agli inizi dell'800 e si sviluppò arrivando alla riproduzione del colore e all'utilizzo di supporti digitali, imponendosi inoltre come mezzo artistico capace di supportare e affiancare le altre arti visuali che nel frattempo seppero dotarsi di generi e scuole. La fotografia si è affermata nel tempo dapprima come procedimento di raffigurazione del paesaggio e dell'architettura, poi come strumento per ritrarre la nascente borghesia e il popolo. La diffusione sempre maggiore del mezzo fotografico portò ad uno sviluppo della sensibilità estetica e all'indagine artistica del nuovo strumento, consentendone l'accesso nelle mostre e nei musei. Ebbe inoltre un ruolo fondamentale nello sviluppo del giornalismo e nel reportage e il miglioramento della tecnologia ne contribuì l'estensione anche nella cattura di immagini dello spazio e della macrofotografia micromondo.
Simone Martini, indicato talvolta anche come Simone Senese (Siena, 1284 circa – Avignone, 1344), è stato un pittore e miniatore italiano, considerato indiscutibilmente uno dei maestri della scuola senese e sicuramente uno dei maggiori e più influenti artisti del Trecento italiano, l'unico in grado di contendere lo scettro a Giotto. La sua formazione avvenne, probabilmente, nella bottega di Duccio di Buoninsegna. Ancora giovane e sconosciuto ricevette il prestigioso incarico di dipingere la Maestà per il Palazzo Pubblico di Siena e da allora la sua fama crebbe senza soste. Lavorò ad Assisi, Roma, Napoli, oltre che, naturalmente, nella sua città natale. Nel 1340 si trasferì ad Avignone, all'epoca sede del papato, dove mori nel 1344, lasciando una forte influenza anche nel mondo dell'arte gotica francese.
Le collezioni Gonzaga o la Celeste Galeria sono storicamente le cospicue raccolte di opere d'arte commissionate e appartenute alla dinastia dei Gonzaga, un tempo esposte in Palazzo Ducale, in Palazzo Te, in Palazzo San Sebastiano e in altri edifici di Mantova e dintorni. Attualmente le opere d'arte appartenute ai Gonzaga sono disperse nei musei (e collezioni private) di tutto il mondo. Questa diaspora fu evocata dalla mostra Gonzaga. La Celeste Galeria. Il Museo dei Duchi di Mantova che dal 2 settembre 2002 al 12 gennaio 2003 riportò nei palazzi Te e Ducale una selezione di novanta degli oltre duemila dipinti appartenuti ai Gonzaga (oltre a bronzi, armi, gioie, disegni, ecc.). Insieme alle opere pittoriche i signori di Mantova portarono nei palazzi ducali il meglio in materia di oreficeria, pietre preziose e mirabilia. Tra queste il Cammeo Gonzaga che dal 12 ottobre 2008 all'11 gennaio 2009 fu il pezzo più pregiato della mostra organizzata nell'Orangerie in Palazzo Te, Il Cammeo Gonzaga - Arti preziose alla corte di Mantova, che idealmente proseguiva l'esposizione della "Celeste Galeria".
La collezione Farnese è una collezione di opere d'arte nata nel periodo rinascimentale su volontà di Alessandro Farnese (1468-1549) che dal 1543 iniziò commissionare e collezionare opere dei più illustri artisti dell'epoca. Ampliatasi nel 1564 grazie al rinvenimento di sculture romane nelle terme di Caracalla, il catalogo Farnese si diramó tra le corti di Roma, Parma e Piacenza, fin quando gran parte di questa non fu trasferita, tra XVIII e XIX secolo, per volere di Carlo di Borbone, a Napoli. L'elenco delle opere è molto vasto e spazia in ogni settore artistico; vi sono infatti pitture, sculture, disegni, libri, bronzi, arredi, cammei, monete, medaglie, e numerosi altri oggetti di carattere archeologico.
La Fondazione Magnani-Rocca è una raccolta privata d'arte antica e moderna nata nel 1978 per volontà di Luigi Magnani, critico d'arte e collezionista. Si trova all'interno di Villa Magnani, situata in via Fondazione Magnani Rocca 4 a Mamiano, frazione di Traversetolo, in provincia di Parma. Il museo espone opere di: Gentile da Fabriano, Albrecht Dürer, Vittore Carpaccio, Tiziano, Rubens, Van Dyck, Francisco Goya, Claude Monet, Auguste Renoir, Paul Cézanne, Giorgio Morandi (50 opere), Giorgio De Chirico, Filippo de Pisis, Gino Severini, Alberto Burri, Johann Heinrich Füssli, Nicolas de Staël, Lippo di Dalmasio, Filippo Lippi, Domenico Ghirlandaio, Lorenzo Costa, Martin Schongauer e sculture di Antonio Canova e di Lorenzo Bartolini.
L'Art Nouveau, noto in Italia anche come stile floreale, stile Liberty o arte nuova, fu un movimento artistico e filosofico che si sviluppò tra la fine dell'800 e il primo decennio del 1900 e che influenzò le arti figurative, l'architettura e le arti applicate. Il movimento Liberty ebbe massima diffusione durante l'ultimo periodo della cosiddetta Belle Époque. Il nome Art Nouveau ("arte nuova") fu coniato in Francia, nazione nel quale il movimento era noto anche come Style Guimard, Style 1900 o École de Nancy (per gli oggetti d'arte); anche in Gran Bretagna fu noto come Art Nouveau insieme con le definizioni in lingua di Modern Style o Studio Style, mentre in Germania prese il nome di Jugendstil (stile giovane), in Austria Sezessionstil (Secessione), nei Paesi Bassi Nieuwe Kunst (traduzione di Art Nouveau in olandese), in Polonia Secesja, in Svizzera Style sapin o Jugendstil, in Serbia e Croazia Secesija, in Russia Modern e, in Spagna, Arte Joven (arte giovane), o più frequentemente, Modernismo.
La scuola viennese di storia dell'arte è stata un'istituzione accademica che ha dato origine a un nuovo approccio teorico nello studio della storia dell'arte. Il termine scuola viennese di storia dell'arte (Wiener Schule der Kunstgeschichte) venne coniato da Julius von Schlosser in uno dei primi riassunti della storia dell'arte viennese che abbracciava il periodo dalla metà dell'800 agli anni venti del '900. Questo termine è oggi usato non tanto per la Scuola, quanto per indicare una successione sorprendentemente ricca di personaggi eminenti che, portando avanti, correggendo o anche contraddicendo le basi gettate dai loro maestri, hanno contribuito sostanzialmente allo studio della Storia dell'arte. Quattro furono i personaggi più significativi: Franz Wickhoff, Alois Riegl, Max Dvořák e Julius von Schlosser. La prima cattedra di Storia dell'arte dell'Università di Vienna venne assegnata nel 1852 a Rudolf Eitelberger (1819-85). Filologo, giurista, collaboratore di giornali (della Wiener Zeitung soprattutto), nel 1864 fondò l'Oesterreichisches Museum für Kunst und Industrie di Vienna (Museo austriaco per l'Arte e l'Industria). Eitelberger scrisse un saggio sui monumenti imperiali austriaci, primo importante repertorio per la nuova Kunstgeschichte (storia dell'arte), che sposta l'attenzione degli studi dalla ricostruzione dell'attività artistica connessa alle singole individualità all'analisi precipua delle opere intese come oggetti materiali e delle fonti documentarie. Gli allievi di questa scuola non furono sempre in accordo tra loro e non mancarono le contraddizioni, ma il complesso dei loro studi e delle loro teorie contribuì a fondare un'impostazione nuova nei confronti della disciplina, superando definitivamente gli schemi del neoclassicismo, risalenti a Winckelmann, e del romanticismo di John Ruskin.
I furti napoleonici, o più correttamente “spoliazioni napoleoniche”, furono una serie di sottrazioni di beni, in particolare opere d'arte (ed in genere di opere preziose), attuate dall'esercito francese (o da funzionari napoleonici) nei territori del Primo Impero francese, quali la penisola italiana, la Spagna, il Portogallo, i Paesi Bassi e il Belgio, l'Europa centrale. Le spoliazioni vennero costantemente perpetrate nell'arco di venti anni, dal 1797 fino al Congresso di Vienna nel 1815. Secondo lo storico Paul Wescher, le spoliazioni napoleoniche rappresentarono "il più grande spostamento di opere d'arte della storia", che provocò anche diversi danni in quanto "è difficile stabilire con esattezza quante opere d'arte di valore unico andarono distrutte o disperse in quei giorni".Durante il Congresso di Vienna, Austria, Spagna, stati tedeschi e Inghilterra ordinarono l'immediata restituzione di tutte le opere sottratte "senza alcun negoziato diplomatico" sostenendo come "la spoliazione sistematica di opere d'arte è contraria ai principi di giustizia e alle regole della guerra moderna". Venne in fine affermato il principio di come non ci potesse essere alcun diritto di conquista che permettesse alla Francia di detenere il frutto di spoliazioni militari e che tutte le opere d'arte dovessero essere restituite. Secondo la storica Mackay Quynn, gli stati europei, ma specilamente quelli italiani separati dalle Alpi dalla Francia, si trovarono davanti ad elevatissimi costi di trasporto e all'ostinata resistenza dell'amministrazione francese. I Prussiani, vedendosi negato l'accesso alle gallerie del Musée Napoléon, minacciarono di spedire in prigione in Prussia il Direttore Vivant Denon in persona se questi non avesse lasciato agire i propri ufficiali. La strategia dovette funzionare, se in meno di qualche settimana tutti i capolavori dei Prussiani erano pronti per l'imballaggio fuori dai cancelli dell'ex Musée Napoléon, divenuto Louvre. La Spagna inviò funzionari dell'esercito insieme a un discreto numero di militari prima delle conclusioni del Congresso di Vienna, i quali, rompendo i portoni del Musée Napoléon, si ripresero tutte le opere con la forza. Anche Belgio ed Austria mandarono il proprio esercito, senza attendere la conclusione del Congresso di Vienna. Giova ricordare come i furti napoleonici ebbero lunghi strascichi nella storia europea. Durante la guerra franco-prussiana, la Germania di Bismarck chiese alla Francia di Napoleone III la restituzione delle opere d'arte ancora detenute dai tempi delle spoliazioni napoleoniche ma che non erano state restituite.Per quanto riguarda le città italiane, queste si mossero disunite, lente e disorganizzate, prive del supporto di un esercito nazionale, di un corpo diplomatico motivato, e nel disinteresse delle dinastie straniere ai simboli nazionali, oltre che a pagare di tasca propria le spese di spedizione. In Italia le spoliazioni napoleoniche erano sconfinate nelle ruberie e nel vandalismo. Secondo lo storico dell'arte Steinman, gli ufficiali francesi progettarono di staccare gli affreschi di Raffaello dalle Stanze Vaticane e di spedire in Francia la Colonna Traiana. I napoleonici fusero il tesoro della Basilica di San Marco, bruciarono il Bucintoro, la nave ammiraglia della flotta, per ottenerne l'oro delle decorazioni e pagare l'esercito, smantellando l'Arsenale di Venezia, ancora colmo dei trofei militari della Serenissima. I napoleonici tagliarono a pezzi il più grande Rubens in Italia, la Trinita Gonzaga, per poterlo vendere meglio sul mercato, mentre i due pannelli laterali vennero spediti a Nancy e ad Anversa, dove ancora oggi si trovano. Alla ricerca di oro, gli ufficiali francesi tentarono anche di fondere le opere del manierista Benvenuto Cellini. Per la Lombardia e il Veneto, che erano sotto gli Asburgo d'Austria, il governo di Vienna negoziò ma non richiese le opere d'arte portate via dalle chiese, come l'Incoronazione di spine è di Tiziano, commissionata per la chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano, che non fu restituita perché non fu richiesta ufficialmente al Governo francese. Il governo toscano, sotto gli Asburgo-Lorena, non richiese i capolavori sottratti alle chiese sostenendo che sarebbero serviti a pubblicizzare la grandiosità dell'arte toscana, lasciando così in Francia capolavori assoluti quali le stigmate di San Francesco di Giotto, la Maestà di Cimabue o L'Incoronazione della Vergine del Beato Angelico. Per Parma, sotto ex-moglie di Napoleone, Maria Luigia, adottò un'istanza mediatrice, lasciando metà delle opere in Francia e rimpatriandone laltra metà. Il governo pontificio preferì non richiedere tutto, soprattutto i quadri conservati nei musei delle province francesi come molti Perugino sottratti alle chiese di Perugia, per non turbare la ri-cristianizzazione delle campagne francesi uscite dal giacobinismo. Antonio Canova, delegato dallo Stato della Chiesa ai rimpatri, era dotato di documentazione archivistica assai limitata, e si affidava ai funzionari dell'esercito austriaci. Secondo il catalogo del Canova, dei 506 dipinti portati in Francia, 248 rimasero in Francia, 249 tornarono in Italia, 9 vennero indicati come non rintracciabili, raro caso in Europa di opere catalogate e non restituite.
Vercelli (, AFI: /verˈʧɛlli/; Vërsèj in piemontese, AFI: /vərˈsɛj/; Varséi in dialetto vercellese; Wertschaal in walser) è un comune italiano di 46 558 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia, posto sulla sponda destra del fiume Sesia, nella parte orientale del Piemonte. Importante nodo stradale, in epoca romana fu conosciuto con il nome di "Vercellae" e venne descritto da Tacito come uno dei "firmissima Municipia" della Transpadana. Dal IV secolo divenne prima diocesi nonché centro di propagazione del cristianesimo in tutta la regione su impulso di Eusebio. Libero comune nel medioevo, fu questo un periodo di grande splendore artistico e culturale per la città, tanto che vi sorse nel 1228 lo Studium, la prima università subalpina. In epoca moderna iniziò la coltivazione del riso nel suo territorio: le attività concernenti la coltura, la sperimentazione e il commercio del riso rappresentano ancora oggi la base dell'economia locale tanto da valere l'appellativo di capitale italiana ed europea di tale cereale. Sul finire del XX secolo, con la crisi dell'industria, il terziario è diventato il principale settore economico, forte sviluppo ha avuto anche la logistica. In lenta ma costante espansione è anche il turismo, sia come tappa della Via Francigena, sia come turismo storico-artistico grazie alla presenza di alcuni monumenti come la Basilica di Sant'Andrea, il Duomo, San Cristoforo, ARCA o di eventi come il Concorso Viotti. Tra il patrimonio librario conservato sono da segnalare il Vercelli Book, uno dei più antichi testi scritti in antico inglese e il Codex Vercellensis. A Vercelli ha sede l'Università degli Studi del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro", struttura tripolare condivisa con Alessandria e Novara.
Una collezione privata è una collezione, solitamente, di opere d'arte. Quando appare nella descrizione di un'opera, significa che, anche se in un museo pubblico, quell'opera non appartiene al museo, ma è un prestito da una fonte non divulgata. La fonte sarà normalmente un collezionista d'arte oppure una società.
Il Museo nazionale di Capodimonte è un museo di Napoli, ubicato all'interno della reggia omonima, nella località di Capodimonte: ospita gallerie di arte antica, una di arte contemporanea e un appartamento storico. È stato ufficialmente inaugurato nel 1957, anche se le sale della reggia hanno ospitato opere d'arte già a partire dal 1758. Conserva prevalentemente pitture, distribuite largamente nelle due collezioni principali, ossia quella Farnese, di cui fanno parte alcuni grandi nomi della pittura italiana e internazionale (tra cui Raffaello, Tiziano, Parmigianino, Bruegel il Vecchio, El Greco, Ludovico Carracci, Guido Reni), e quella della Galleria Napoletana, che raccoglie opere provenienti da chiese della città e dei suoi dintorni, trasportate a Capodimonte a scopo cautelativo dalle soppressioni in poi (Simone Martini, Colantonio, Caravaggio, Ribera, Luca Giordano, Francesco Solimena). Importante anche la collezione di arte contemporanea, unica nel suo genere in Italia, in cui spicca Vesuvius di Andy Warhol. Nel 2017 il museo ha fatto registrare 262 440 visitatori, collocandosi al 28º posto fra i 30 musei statali più visitati.
Il Rinascimento nacque ufficialmente a Firenze, città che viene spesso indicata come la sua culla. Questo nuovo linguaggio figurativo, legato anche a un diverso modo di pensare l'uomo e il mondo, prese le mosse dalla cultura locale e dall'umanesimo, che già nel secolo precedente era stato portato alla ribalta da personalità come Francesco Petrarca o Coluccio Salutati. Le novità, proposte nei primissimi anni del XV secolo da maestri quali Filippo Brunelleschi, Donatello e Masaccio, non furono immediatamente accolte dalla committenza, anzi rimasero almeno per un ventennio un fatto artistico minoritario e in larga parte incompreso, a fronte dell'allora dominante gotico internazionale. In seguito il Rinascimento divenne il linguaggio figurativo più apprezzato e iniziò a trasmettersi anche alle altre corti italiane (prime fra tutte quella papale di Roma) e poi europee, grazie agli spostamenti degli artisti. Lo stile del Rinascimento fiorentino, dopo i primordi del primo ventennio del Quattrocento, si diffuse con entusiasmo fino alla metà del secolo, con esperimenti basati su un approccio tecnico-pratico; la seconda fase ebbe luogo all'epoca di Lorenzo il Magnifico, dal 1450 circa fino alla sua morte nel 1492, e fu caratterizzata da una sistemazione più intellettualistica delle conquiste. Segue un momento di rottura, dominato dalla personalità di Girolamo Savonarola, che segna profondamente molti artisti convincendoli a un ripensamento delle loro scelte. L'ultima fase, databile tra il 1490 e il 1520, è detto Rinascimento "maturo", e vede la presenza a Firenze di tre geni assoluti dell'arte, che tanto influenzarono le generazioni a venire: Leonardo da Vinci, Michelangelo Buonarroti e Raffaello Sanzio. Per il periodo successivo si parla di Manierismo.
Siena (, AFI: /ˈsjɛna/) è un comune italiano di 54 168 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Toscana. La città è universalmente conosciuta per il suo ingente patrimonio storico, artistico, paesaggistico e per la sua sostanziale unità stilistica dell'arredo urbano medievale, nonché per il celebre Palio. Nel 1995, il suo centro storico è stato inserito dall'UNESCO nel Patrimonio dell'Umanità. Nella città ha sede la Banca Monte dei Paschi di Siena, fondata nel 1472 e dunque la più antica banca in attività nonché la più longeva al mondo.
Il museo del Louvre (in francese Musée du Louvre, IPA [myze dy luvʁ]) di Parigi, in Francia, è uno dei più celebri musei del mondo e il primo per numero di visitatori. Si trova sulla rive droite, nel I arrondissement, tra la Senna e Rue de Rivoli.
La famiglia dell'Infante Don Luis di Borbone è un dipinto a olio su tela (248x330 cm) del pittore spagnolo Francisco Goya, realizzato nel 1783-1784 e conservato presso la Fondazione Magnani-Rocca di Parma, in Italia.
Villa Magnani è un edificio in stile neobarocco situato in via Fondazione Magnani Rocca 4 a Mamiano, frazione di Traversetolo, in provincia di Parma; posizionata all'interno di un parco romantico di 12 ettari, è sede dal 1990 della Fondazione Magnani-Rocca.
Trento (AFI: /ˈtrɛnto/, ; Trènt in dialetto trentino, Trént in dialetto roveretano, Trënt in ladino, Tria in cimbro, Trea't in mocheno, Trient in tedesco) è un comune italiano di 120 899 abitanti, capoluogo della provincia autonoma di Trento e della regione Trentino-Alto Adige.
Luigi Magnani (Reggio Emilia, 29 gennaio 1906 – Mamiano, 15 novembre 1984) è stato un critico musicale, musicologo e scrittore italiano. Nacque da Giuseppe, un imprenditore agricolo e titolare di un'industria casearia, ed Eugenia Rocca, di una nobile famiglia della Liguria. Ebbe come straordinario maestro Adolfo Venturi e nel 1927 ottenne il premio Naborre Campanini dalla Regia Deputazione di storia patria per la memoria su Gerolamo Toschi e l'Accademia romana di filosofia naturale. Nel 1929 si laureò in Lettere moderne all'Università di Roma (dove, più tardi, insegnò) con una tesi in storia dell'arte sullo scultore del XVI secolo Antonio Begarelli. Conseguì anche un diploma di perfezionamento. Durante gli anni trenta collaborò con l'Enciclopedia Italiana, compilando delle voci inerenti alla la storia dell'arte. Deve invece la sua formazione musicale ad Alfredo Casella. Dal grande interesse per la musica nacque l'edizione di: Cori della Passione, per voci sole, Oratorio di Emmaus, Pavane, Passacaglia, Due stanze di canzone e Mallarmé e i miti della musica , e la sua più tarda produzione saggistica. Nel 1941 la famiglia Magnani si spostò a Mamiano, frazione di Traversetolo; in quegli anni Luigi strinse amicizia con il celeberrimo pittore bolognese Giorgio Morandi, dal quale comperò o gli vennero donate numerose opere. Anche oggi nella villa di Mamiano è ospitata la Fondazione Magnani-Rocca. Nel 1962 Luigi Magnani entrò a far parte della Pontificia Accademia di belle arti e lettere dei Virtuosi al Pantheon di Roma. Nel 1964, curò una serie per la Rai, di trasmissioni nel quarto centenario della morte di Michelangelo. Determinanti i suoi studi su Beethoven e i Quaderni di conversazione. Nel 1973 vinse il Premio Selezione Campiello col romanzo Il nipote di Beethoven. Nel 1981 venne insignito del premio Otto/Novecento di critica letteraria per la sezione "Edito". Nel 1982 uscì Il mio Morandi, opera che testimonia l'amicizia fra i due personaggi e ne raccoglie la corrispondenza. Magnani morì il 15 novembre 1984 nella villa di Mamiano.
Il Metropolitan Museum of Art, a cui spesso ci si riferisce con il nomignolo di "The Met", è uno dei più grandi ed importanti musei degli Stati Uniti. La sua sede principale si trova sul lato orientale del Central Park a New York, lungo quello che viene chiamato il Museum Mile (cioè il "Miglio dei musei"). Nel 1986 è stato inserito nella lista dei National Historic Landmark. Il Met dispone anche di una sede secondaria, chiamata The Cloisters, dedicata interamente all'arte medievale. La collezione permanente del Met contiene più di due milioni di opere d'arte, suddivise in diciannove sezioni.Sono permanentemente esposte opere risalenti all'antichità classica e all'antico Egitto, dipinti e sculture di quasi tutti i più grandi maestri Europei, e una vasta collezione di arte statunitense e moderna. Il Met possiede anche una notevole quantità di opere d'arte africane, asiatiche, dell'Oceania, bizantine e islamiche. Il museo ospita anche delle collezioni enciclopediche di strumenti musicali, abiti e accessori d'epoca e armi ed armature antiche provenienti da tutto il mondo. Nelle gallerie del museo sono sempre esposti importanti ricostruzioni d'interni, che spaziano dalla Roma del I secolo al moderno design statunitense. Oltre all'esposizione permanente, il Met organizza ed ospita grandi mostre itineranti per tutto il corso dell'anno.
L'arte figurativa, a differenza dell'arte astratta, riguarda la rappresentazione di immagini riconoscibili del mondo intorno a noi, a volte fedeli e accurate, a volte altamente distorte. Alcuni degli stili artistici sono essenzialmente figurativi come gli stili del Rinascimento, Barocco e del Realismo. Per contro, molti movimenti più recenti come l'Impressionismo o l'Espressionismo sono anche figurativi, ma meno preoccupati per il mimetismo con la realtà. Infine, il Fotorealismo e l'Iperrealismo sono movimenti attuali di rappresentazione di soggetti riconoscibili. Il termine arti figurative viene anche usato per denotare collettivamente le attività artistiche che si basano sulle figure, cioè pittura, disegno, grafica, architettura, scultura e altre arti plastiche.
Livorno (pronuncia: [liˈvorno], ) è un comune italiano di 156 299 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Toscana. Terza città della regione per popolazione (dopo Firenze e Prato), ospita da sola quasi la metà degli abitanti della propria provincia; con i comuni limitrofi di Pisa e Collesalvetti costituisce inoltre un vertice di un "triangolo industriale", la cui popolazione complessiva ammonta a oltre 260 000 abitanti. È situata lungo la costa del Mar Ligure ed è uno dei più importanti porti italiani, sia come scalo commerciale sia come scalo turistico, centro industriale di rilevanza nazionale, da tempo in declino, tanto da essere riconosciuta nel 2015 come "area di crisi industriale complessa". Tra tutte le città toscane è solitamente ritenuta la più moderna, sebbene nel suo territorio siano presenti diverse testimonianze storiche, artistiche e architettoniche sopravvissute ai massicci bombardamenti della seconda guerra mondiale e alla successiva ricostruzione. La città, notevolmente sviluppatasi dalla seconda metà del XVI secolo per volontà dei Medici prima e dei Lorena in seguito, fu importante porto franco frequentato da numerosi mercanti stranieri, sede di consolati e compagnie di navigazione. Ciò contribuì ad affermare, sin dalla fine del Cinquecento, i caratteri di città multietnica e multiculturale per eccellenza, dei quali sopravvivono importanti vestigia, quali chiese e cimiteri nazionali, palazzi, ville e opere di pubblica utilità indissolubilmente legate ai nomi delle importanti comunità straniere che frequentarono il porto franco fino alla seconda metà dell'Ottocento. Questa vocazione internazionale portò a identificare la città come Leghorn nel Regno Unito e negli Stati Uniti d'America, Livourne in Francia, Liorna in Spagna, ecc., analogamente alle più importanti capitali di stato dell'epoca. Tra il XIX secolo e i primi anni del Novecento, parallelamente all'avvio del processo di industrializzazione, Livorno fu anche una meta turistica di rilevanza internazionale per la presenza di rinomati stabilimenti balneari e termali, che conferirono alla città l'appellativo di Montecatini al mare. Livorno è sede dell'Accademia navale della Marina Militare, del comando e di due reggimenti della Brigata paracadutisti "Folgore" dell'Esercito Italiano, del 1º Reggimento carabinieri paracadutisti "Tuscania", del 9º Reggimento d'assalto paracadutisti "Col Moschin" inquadrato nelle forze speciali dell'Esercito Italiano e del Gruppo di intervento speciale dei Carabinieri; inoltre è sede di Direzione Marittima del Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera.
La Rocca di Vignola è un castello che si trova nell'omonimo Comune sulle rive del Panaro.
Il Museo archeologico nazionale di Napoli (MANN) è un museo statale italiano. In virtù del suo ricco e pregevole patrimonio di opere d'arte e manufatti, disposti su una superficie espositiva di 12.650 m², è considerato uno dei più importanti musei archeologici al mondo, se non il più importante per quanto riguarda l'arte romana. Il museo è costituito da collezioni private acquisite o donate alla città nel corso dei secoli, quali le collezioni Borgia, Santangelo, Stevens, Spinelli. I nuclei principali sono tre: la collezione Farnese, formata da reperti di Roma e dintorni e trasferita a Napoli nel '700; le collezioni pompeiane, in larga parte borboniche, con reperti provenienti dall'area vesuviana; la collezione egizia, al terzo posto al mondo per importanza dopo quelle del museo egizio del Cairo e del museo egizio di Torino.Gli importanti lavori di restauro e di ristrutturazione dell'edificio avviati nel 2012 consentiranno la realizzazione di una riorganizzazione globale delle collezioni secondo criteri espositivi nuovi, permettendo inoltre che alcune raccolte rimaste escluse dalla visita per decenni, possano trovare definitiva sistemazione dentro l'edificio. I reperti da molto tempo non più esposti al pubblico riguardano la numismatica ed una ricca parte della statuaria pompeiana: si stima che i pezzi in deposito siano in quantità tre volte superiore rispetto a quelli esposti e che gli stessi occupino allo stato attuale tre livelli dei sotterranei del palazzo ed un piano del sottotetto. Il museo è ospitato nel palazzo degli Studi, costruito nel 1585 come caserma di cavalleria; l'edificio ha una certa rilevanza architettonica, essendo uno dei più imponenti palazzi monumentali di Napoli. Inoltre insiste sull'area della necropoli di Santa Teresa, area sepolcrale dell'antica Partenope. Dal 2005 nella sottostante stazione della metropolitana "Museo" è stata aperta la stazione Neapolis, in cui piccoli ambienti che si succedono tra loro espongono i reperti archeologici rinvenuti durante gli scavi della metro ed entrati a far parte del patrimonio museale. È di proprietà del Ministero per i beni e le attività culturali, che dal 2014 lo ha annoverato tra gli istituti museali dotati di autonomia speciale.