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Il paradosso meccanico è un apparecchio meccanico conservato al Museo Galileo di Firenze. L'apparecchio, montato su un elegante tavolino, si compone di un telaio trapezoidale di legno con due binari di ottone sui quali è poggiata una coppia di coni di ottone uniti per le loro basi da un disco di legno. Ponendo il doppio cono sulla parte inferiore del telaio, esso inizia spontaneamente a risalire verso l'alto, dando così l'impressione di sottrarsi alla legge universale della forza di gravità. Per questo fenomeno, apparentemente contrario al senso comune e, dunque, stupefacente, l'apparecchio viene spesso indicato come "paradosso meccanico". Il paradosso è solo apparente. E ciò deriva dal fatto che il movimento naturale dei gravi dipende da quello del loro baricentro, che scende naturalmente. In effetti, poiché i binari sono divaricati, il centro di gravità del doppio cono, posizionato sull'asse di rotazione in corrispondenza del diametro massimo, non sale quando l'intero corpo sembra procedere verso l'alto, ma viceversa scende. Rotolando, il doppio cono poggia sui binari in punti sempre più vicini ai suoi due vertici. Di conseguenza, la distanza del baricentro rispetto al piano orizzontale diminuisce man mano che il cono sale. Il fenomeno non ha dunque niente di preternaturale, ma è al contrario in perfetto accordo con le leggi della meccanica. L'apparecchio proviene dalle collezioni lorenesi.
Ortona (fino al 1938 conosciuta anche come Ortona a Mare, Urtónë in abruzzese) è un comune italiano di 22 163 abitanti della provincia di Chieti in Abruzzo. La storia antichissima della città risale al popolo dei Frentani, che usava lo scalo commerciale come principale fonte economica del territorio. Città romana dagli inizi del III secolo a.C. fino al V secolo, fu occupata, dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, prima dai Goti, poi dai Bizantini, dai Longobardi e infine dai Normanni che la incendiarono (XI secolo). Risorta in epoca sveva tornò a fiorire economicamente. A partire dal 6 settembre 1258, la città ospitò in maniera permanente nella Cattedrale le reliquie di San Tommaso Apostolo, diventando un punto di riferimento nel campo religioso. Dopo battaglie varie con la città rivale di Lanciano, Ortona passò in mano a Jacopo Caldora che ricostruì la cinta muraria. Fu città cara a Margherita d'Austria, che vi fece costruire il Palazzo Farnese (seconda metà del XVI secolo). Durante l'Ottocento fu rappresentata culturalmente da Francesco Paolo Tosti e Gabriele D'Annunzio. Durante la Seconda guerra mondiale Ortona diventò capo marittimo della linea Gustav, con estremo opposto a Cassino, e tra il 21-28 dicembre del 1943, con la "battaglia di Ortona" visse uno dei periodi più tristi e tragici della sua storia, con la distruzione di gran parte del centro cittadino dovuta alla guerriglia urbana tra tedeschi e canadesi. Oggi la città è fortemente sviluppata e ricostruita: scalo marittimo principale della regione Abruzzo con il suo porto, per la presenza di varie riserve naturali marittime nonché per varie volte fregiata della Bandiera Blu.
Il Museo d'arte "Costantino Barbella", dedicato allo scultore teatino, è un museo di Chieti, ubicato nel Palazzo Martinetti Bianchi, edificio seicentesco, già convento dei Gesuiti. Ospita collezioni di opere d'arte che vanno dal XIV secolo ai giorni nostri, tra le quali numerose sculture di Costantino Barbella e le antiche maioliche castellane della donazione del Professore Raffaele Paparella Treccia, discendente della famiglia Martinetti Bianchi, e della sua consorte Margherita Devlet.
L'apparecchio per studiare gli urti elastici e anelastici è uno strumento conservato al Museo Galileo di Firenze. È un grande apparecchio per lo studio degli urti elastici e anelastici. Si compone essenzialmente di un grande telaio recante due aste alle quali sono appese, con sospensione bifilare, rispettivamente, sei e due palle di legno allineate. Lo strumento veniva spesso utilizzato con due palle elastiche (di avorio) o anelastiche (di argilla bagnata), le cui masse potevano essere uguali o diverse. Modificando i parametri delle esperienze (altezza di caduta, masse, ecc.) venivano studiati sistematicamente i fenomeni relativi agli urti. Ad esempio, quando la fila di palle viene urtata da quella che si trova ad una sua estremità, la serie delle palle resta immobile e l'impulso viene integralmente trasmesso alla palla che si trova all'estremità opposta, che rimbalza. Quest'ultima, ricadendo, riavvia il ciclo in senso opposto. Proveniente dalle collezioni lorenesi, questo apparecchio fu illustrato da Jean Antoine Nollet nelle Leçons de physique expérimentale (Parigi, 1743-1748). Nella descrizione dello strumento Nollet afferma di aver semplicemente modificato e sviluppato un modello usato in precedenza da Edme Mariotte. Gli apparecchi più sofisticati per lo studio degli urti elastici e anelastici furono realizzati da Willem 's Gravesande e da Pieter van Musschenbroek.