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Il termine Scuola musicale napoletana o Opera napoletana identifica una specifica scuola di musica sviluppatasi a Napoli a partire dal XVIII secolo, la cui tradizione didattica perdurò ancora fino al primo Novecento. La fama della scuola è legata allo sviluppo dell'opera a partire dagli anni venti del XVIII secolo, quando lo stile dei suoi maggiori esponenti andò rapidamente affermandosi sulle scene italiane ed europee. Tale affermazione fu resa possibile anche grazie a un sistema di istituzioni, denominate conservatorî, originariamente nati come istituti di ricovero di minori orfani, abbandonati o poveri, che garantivano ai ragazzi una formazione musicale di livello professionale.
La popular music è una macrocategoria che include tutti i generi e le correnti nati e affermatisi all'interno dell'industria musicale, prodotta con logiche di distribuzione di massa e rivolto a un pubblico eterogeneo dal punto di vista socioculturale e incorpora in sé sia il mainstream e che l'underground musicale.
La storia della musica in Abruzzo ha origini molto antiche, risalenti al Medioevo, andando sino ad oggi, in un rinnovamento continuo, che nel XIX secolo ha visto la divisione ben distinta tra musica di compositori, e musica popolare dialettale, che ha contribuito a rappresentare culturalmente l'Abruzzo nel panorama nazionale e internazionale.
In musica, il termine contralto designa sia la più grave delle voci femminili, sia la cantante che la possiede, sia il suo registro peculiare. In altri tempi, lo stesso termine veniva usato, in alternativa a quello di contraltista, per indicare il cantante castrato che cantava nel medesimo registro.
Si chiamano generalmente castrati i cantanti maschi che avevano subìto la castrazione prima della pubertà, allo scopo di mantenere la voce acuta in età adulta. Il termine è sinonimo di evirato ed eunuco, sebbene la castrazione in passato potesse essere praticata senza fini canori, ma solo per provocare l'impotenza sessuale. La parola "castrato", per il significato spregevole che poteva assumere, fu spesso sostituita da altre locuzioni, come "cantori evirati", "musici" o "soprani naturali". I cantori evirati divennero in alcuni casi veri e propri fenomeni e furono impiegati da molti operisti e compositori soprattutto nel XVII e XVIII secolo, sino al XIX secolo. La castrazione in seguito cadde in disuso e la Chiesa bandì definitivamente questi artisti, che sino al Novecento avevano prestato servizio come cantori nelle cappelle musicali. Tra i più celebri cantori eunuchi del periodo aureo si ricorda Carlo Broschi, in arte Farinelli, a cui è stata dedicata anche in tempi moderni una copiosa letteratura e alcuni film.