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Il Tesoro dei Granduchi (fino al 2015 chiamato Museo degli Argenti) fa parte del complesso di Palazzo Pitti a Firenze. Istituito nella seconda metà dell'Ottocento, è ospitato nell'ala laterale settentrionale del corpo di fabbrica principale del palazzo, entro il quale si estende in 14 sale al piano terra (appartamenti estivi ai quali si accede dal cortile del Buontalenti) e in 13 sale al soprastante piano mezzanino. Il museo viene chiamato anche Tesoro dei Medici, sebbene alcuni pezzi datino all'epoca successiva degli Asburgo-Lorena, e contiene una vasta collezione di pezzi inestimabili di oreficeria, argenteria, cristalli, opere in avorio e in pietre dure. Custodisce anche una preziosa raccolta di cammei e intagli appartenuta ai Medici, oggi confluita in parte al Museo archeologico nazionale di Napoli e al Museo archeologico nazionale di Firenze in seguito a complesse vicende storiche e dinastiche. Nel 2013 il circuito museale del giardino di Boboli, che comprende anche il Tesoro dei Granduchi, la Galleria del Costume, il Museo delle porcellane e il giardino Bardini, è stato il sesto sito italiano statale più visitato, con 710.523 visitatori e un introito lordo totale di 2.722.872 Euro. Nel 2016 il circuito museale ha fatto registrare 881.463 visitatori.. Con la riforma Franceschini del 2015, il museo, con tutto il complesso di palazzo Pitti, è entrato nell'orbita della Galleria degli Uffizi, diretto con speciale autonomia da Eike Schmidt. In questa occasione è stato cambiato il nome da "Museo degli Argenti" a "Tesoro dei Granduchi".
L'estrazione e la lavorazione dei minerali in Sardegna risale a tempi remoti. Antichi mercanti e conquistatori presero a frequentare le coste dell'isola attirati dalle formidabili ricchezze del sottosuolo sardo. Testimonianza dell'antica lavorazione dei metalli sono i numerosi manufatti risalenti alla preistoria. In epoche più recenti numerosi toponimi, legati in qualche modo all'attività estrattiva (come per esempio: Argentiera, Montiferru, Capo Ferrato per citarne alcuni), testimoniano la secolare continuità di queste attività. Di seguito la storia delle attività di estrazione nell'isola, divisa per epoche.
La Storia della Toscana abbraccia un lunghissimo periodo di tempo, che spazia dal II millennio a.C. ai giorni nostri.
L'oro è l'elemento chimico di numero atomico 79 e il suo simbolo è Au (dal latino aurum). È un metallo di transizione tenero, pesante, duttile, malleabile di colore giallo, dovuto all'assorbimento delle lunghezze d'onda del blu dalla luce incidente. Inattaccabile dalla maggior parte dei composti chimici, reagisce in pratica solo con l'acqua regia e con lo ione cianuro. Con il mercurio forma un amalgama, ma non un composto chimico. Si trova allo stato nativo sotto forma di pepite, grani e pagliuzze nelle rocce e nei depositi alluvionali. È stato adoperato fin dall'antichità per coniare monete e, prima dell'avvento della moneta fiat (latino per "sia fatta", cioè creata dal nulla, com'è quella odierna) è stato usato come controvalore per le emissioni valutarie degli Stati, come avveniva all'interno del cosiddetto gold standard. Si usa inoltre in gioielleria, odontoiatria e nell'industria elettronica. Il suo codice ISO come valuta è XAU (controvalore per oncia di metallo). L'oro è diventato nel tempo il simbolo di purezza, valore e lealtà.