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La storia del suffragio femminile in Italia ha origine nell'Ottocento e assume due forme: voto amministrativo e voto politico. Nel 1928 ci fu la cancellazione totale del diritto di voto (maschile e femminile) e infine nel 1945 fu sancito il suffragio universale.
Con sterilizzazione obbligatoria, conosciuta anche come sterilizzazione forzata, si intendono i programmi attuati da politiche governative che tentano di costringere le persone a sottoporsi all'intervento chirurgico di sterilizzazione. Nella prima metà del XX secolo, molti di questi programmi sono stati istituiti in vari paesi del mondo, di solito come parte di programmi di eugenetica destinati ad impedire la riproduzione e la moltiplicazione dei membri della popolazione considerati portatori di difetti genetici. L'estesa o sistematica sterilizzazione forzata è stata riconosciuta come un crimine contro l'umanità dalla relazione dallo Statuto di Roma. Questo memorandum definisce anche la giurisdizione della Corte penale internazionale. Nonostante quest'accordo internazionale riguardante la disumanità e l'illegalità della sterilizzazione forzata, è stato suggerito che il governo dell'Uzbekistan continui a perseguire tali programmi. Inoltre, in molti paesi, le persone transgender sono tenute a sottoporsi a sterilizzazione prima di ottenere il riconoscimento giuridico del loro genere. Questo non è da confondere con la sterilizzazione forzata che non è associata ad un programma di governo. Tuttavia, la relazione del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura ed altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti, afferma che le persone LGBT subiscono spesso violazioni mediche o interventi chirurgici non liberi (tra cui la mutilazione genitale femminile e la mutilazione genitale maschile), nonostante i commi 17 e 18 dei Principi di Yogyakarta riconoscano come la chirurgia obbligatoria per il riconoscimento di genere possa essere considerata costitutiva di una violazione dei diritti umani.
Premio Nobel per la pace 2020 Il Programma alimentare mondiale (noto anche con l'acronimo PAM; in inglese: World Food Programme o WFP) è l'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistenza alimentare e la più grande organizzazione umanitaria del mondo. L'agenzia assiste una media di 100 milioni di persone in 78 paesi del mondo. Gli obiettivi principali sono quelli di aiutare le persone che non riescono a trovare o produrre cibo per sé e le proprie famiglie. L'agenzia ha la sede centrale a Roma e uffici in diversi paesi del mondo. Il PAM fu fondato nel 1961 quando George McGovern, allora direttore del programma di aiuto alimentare degli Stati Uniti d'America, propose, durante la conferenza della FAO, di creare un programma di distribuzione alimentare. Il PAM venne costituito nel 1962 dalla FAO e dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite per tre anni su base sperimentale. Nel 1965 il programma venne ratificato. Nel 2020 gli è stato assegnato il Premio Nobel per la Pace "per i suoi sforzi nel combattere la fame, per i suoi contributi nel migliorare le condizioni della pace in aree di conflitto e per la sua azione nel prevenire l'uso della fame come arma per promuovere guerre e conflitti".
Le donne hanno contribuito in maniera significativa allo sviluppo scientifico fin dall'antichità (per l'antichità si veda anche la voce donne in filosofia). Gli storici interessati alla relazione tra genere e scienza sono riusciti a far ampliare lo sguardo sugli sforzi scientifici compiuti dalle donne e sulle loro realizzazioni, sulle barriere che hanno dovuto affrontare e superare e sulle strategie attuate per far esaminare ed accettare (vedi revisione paritaria) il loro lavoro nelle principali riviste scientifiche ed in altre pubblicazioni. Lo studio storico, critico e sociologico di questi temi è divenuto una disciplina accademica di per sé. Il coinvolgimento delle donne nel campo della medicina si è verificato in molte tra le più antiche civiltà, mentre lo studio della filosofia della natura nell'antica Grecia era aperto alle donne; esse hanno inoltre contribuito anche alla protoscienza dell'Alchimia nel corso del I-II secolo. Durante tutto il Medioevo il monastero cristiano rappresentò il più importante centro d'istruzione e di raccolta e preservazione dell'antica sapienza; alcune di queste comunità hanno permesso anche alle donne di contribuire alla ricerca scientifica. Mentre l'XI secolo ha visto la nascita e lo sviluppo delle prime università nel Medioevo, le donne sono state per la maggior parte escluse da qualsiasi forma d'istruzione pubblica. L'attitudine ad educare le donne in campo medico nella penisola italiana sembra essere stata maggiormente liberale rispetto ad altri luoghi; la prima donna conosciuta per essersi guadagnata una posizione universitaria in un campo di studi scientifico è stata la scienziata italiana Laura Bassi nel 1732 all'università di Bologna. Anche se il ruolo di genere rimase largamente definito durante il XVIII secolo, le donne hanno vissuto grandi progressi nella scienza. Nel corso della maggior parte del XIX secolo esse sono rimaste escluse dalla formazione scientifica più formale, ma nonostante ciò hanno cominciato ad essere ammesse in società erudite e di studio proprio in questo periodo. Nel tardo XIX secolo l'aumento dei college istituiti espressamente per favorire l'istruzione femminile ha fornito posti di lavoro per le donne scienziate e le prime grandi opportunità di educazione ufficiale. Marie Curie, la prima donna a ricevere un Premio Nobel nel 1903 (Premio Nobel per la fisica) è riuscita ad ottenerne un altro nel 1911 (Premio Nobel per la chimica), per i suoi studi sulla radioattività. Quaranta donne hanno ricevuto il Nobel tra il 1901 e il 2010; 17 di queste nei campi fisico, chimico e fisiologico-medico.
Nell'ambito del comportamento e degli atteggiamenti sociali la discriminazione consiste nel trattamento, nella considerazione e/o nella distinzione non paritari attuati nei confronti di un individuo sulla base di un particolare gruppo sociale, classe sociale o categoria in cui la persona viene percepita come appartenente, anziché basandosi sui suoi singoli attributi. Ciò include il trattamento sociale di un individuo o di un gruppo, in base alla loro appartenenza effettiva o percepita, all'interno di una determinata categoria sociale "in un modo che è peggiore del modo in cui le persone vengono solitamente trattate". Esso comprende la reazione o l'interazione iniziale del gruppo predominante il quale intende limitare i membri di un gruppo minoritario nelle opportunità e/o privilegi disponibili invece alla maggioranza delle altre persone e conducendo in tal maniera all'esclusione sociale delle persone e/o di quelle entità basandosi su decisioni e motivazioni che possono anche considerarsi per certi versi del tutto irrazionali. Tradizioni culturali, politiche, idee, pratiche e leggi discriminatorie esistono ancora ai giorni nostri in molti paesi ed istituzioni in ogni parte del mondo. In alcuni luoghi i tentativi controversi come le "quote" sono stati utilizzati per beneficiare quelli che si credono essere vittime di una qualche forma di discriminazione; ma sono stati per alcuni versi definiti come "discriminazioni inverse". Negli Stati Uniti d'America è stata istituita una politica governativa conosciuta come "azione positiva" per incoraggiare i datori di lavoro e le università a ricercare ed accettare gruppi come gli afroamericani e le donne, che sono stati gruppi di rilievo ma oggetti di discriminazioni per un lungo periodo di tempo. Alcuni esempi di discriminazione possono essere il razzismo, il sessismo, l'antisemitismo, l'omofobia e la transfobia.