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La storia della medicina in Italia può essere fatta risalire ai tempi della colonizzazione greca in Italia (dall'VIII alla metà del II secolo a.C.). In questo periodo, infatti, nascono nella Magna Grecia diverse scuole mediche (come la Scuola di Crotone). Successivamente gli Etruschi perfezionano numerose tecniche mediche importate dalle altre civiltà mediterranee. Ma è con lo sviluppo della civiltà romana che la medicina viene sempre più perfezionata, arricchita con nuove tecnologie e diffusa nelle varie parti dell'Impero. Durante il Medioevo la Scuola Medica Salernitana è considerata la più prestigiosa scuola medica europea. A partire dal XIII secolo, con l'istituzione delle Università, la conoscenza medica si diffonde e si perfeziona in molte altre zone d'Italia e d'Europa. A partire dal XVII secolo, poi, grazie alle grandi scoperte e teorie formulate da personaggi come Galileo Galilei, il pensiero scientifico, e di conseguenza anche l'approccio medico, cambia radicalmente e con esso cambiano anche le terapie. Il XVII ed il XVIII secolo sono periodi in cui le tecniche mediche continuano a progredire fino al XIX secolo, periodo importante per le numerose scoperte in ambito medico (con i contributi di ricercatori come Luigi Galvani e Alessandro Volta). Oggi l'Italia è uno dei paesi all'avanguardia in campo medico, con numerosi istituti pubblici e privati specializzati nell'invenzione di nuovi farmaci e tecniche mediche sempre meno invasive nei confronti del paziente.
La medicina legale si occupa dei rapporti tra la medicina e la legge; insieme alla medicina sociale fa parte della medicina pubblica. Si suddivide in medicina giuridica, che si occupa dell'evoluzione del diritto, dell'interpretazione delle norme e della loro applicabilità dal punto di vista medico e in medicina forense, che utilizza la medicina al fine di accertamento di singoli casi di interesse giudiziario.
Francesco Puccinotti (Urbino, 8 agosto 1794 – Firenze, 8 ottobre 1872) è stato un letterato, filosofo e medico italiano.
Carlo Livi (Prato, 8 settembre 1823 – Livorno, 4 giugno 1877) è stato un fisiologo e psichiatra italiano.
Antonio Benivieni (Firenze, 3 novembre 1443 – Firenze, 2 novembre 1502) è stato un medico italiano rinascimentale. Pioniere dell'anatomia patologica - che verrà tuttavia sistematizzata definitivamente solo dal Morgagni nel XVIII secolo - nel contesto più generale di ripresa, in Europa, della pratica autoptica - che era caduta in disuso durante il periodo medievale - il Benivieni fu l'autore dei primi studi empirici, riconosciuti in letteratura, in campo teratologico; sua anche la prima descrizione della perforazione intestinale e osservazioni di rilievo su diverse patologie come la dissenteria cronica, i calcoli alla cistifellea e la sifilide, verificando in quest'ultimo caso la trasmissione della malattia dalla madre al feto. Parte dei suoi risultati in campo medico furono pubblicati postumi dal fratello Girolamo, nel 1507, nell'opera "De abditis nonnullis ac mirandis morborum et sanationum causis" che contiene una selezione di 111 osservazioni a carattere anatomo-patologico. Solo nel 1855, verrà invece pubblicata tutta la produzione a noi nota dell'anatomista rinascimentale (Francesco Puccinotti. "Storia della Medicina", vol. 2) grazie al rinvenimento e alla traduzione del manoscritto originale del Benivieni ad opera di Carlo Burci.