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Renato Curcio (Monterotondo, 23 settembre 1941) è un brigatista, sociologo e saggista italiano, tra i fondatori delle Brigate Rosse. Formatosi intellettualmente e politicamente all'Università di Trento, dove sostenne tutti gli esami della facoltà di sociologia, senza conseguire la laurea, e nelle lotte del Movimento Studentesco, nel 1969 fondò con altri, come la moglie Margherita Cagol e Alberto Franceschini, il Collettivo Politico Metropolitano, che avrebbe dato origine, passando per l'esperienza di Sinistra Proletaria, al primo nucleo delle Brigate Rosse, il principale gruppo di lotta armata dell'estrema sinistra attivo negli anni di piombo. Arrestato nel 1974 ed evaso l'anno dopo, rimase nuovamente latitante per un breve periodo, e fu in seguito condannato a 28 anni di carcere per concorso morale in omicidio non premeditato, in seguito all'attacco alla sede del Movimento Sociale Italiano di Padova (Curcio non vi partecipò e non uccise mai nessuno di persona, ma scrisse il proclama di rivendicazione), oltre che costituzione di associazione sovversiva e altri reati. Pur non essendosi mai dissociato, ha dichiarato la fine della lotta delle BR e ha criticato alcune delle sue scelte. Negli anni '90 è stato quindi scarcerato con quattro anni di anticipo, dopo quattro anni di semilibertà; in tutto ha scontato circa 25 anni di reclusione, di cui 21 in carcere (12 in regime di carcere duro). Da allora è tornato all'attività di sociologo, nella cooperativa editoriale e sociale Sensibili alle foglie, da lui fondata, la quale si occupa di tematiche legate alla disabilità, nonché ad istituzioni totali (come carceri, manicomi e aziende della grande distribuzione), immigrazione e studi sulle nuove forme di controllo sociale nella società di massa.
I "Granatieri di Sardegna" è un corpo militare dell'Esercito italiano, inquadrato nella Brigata meccanizzata "Granatieri di Sardegna" una grande unità di stanza a Roma. Alle Bandiere dei reggimenti della specialità sono state conferite complessivamente 3 croci di Cavaliere dell'Ordine militare d'Italia e 13 Medaglie al valor militare (4 d'oro, 7 d'argento e 2 di bronzo).
I Bersaglieri sono una specialità dell'Arma di fanteria dell'Esercito italiano così chiamata perché in origine formata da soldati addestrati al tiro con fucili di precisione a canna rigata. Ogni 18 giugno si festeggia l'anniversario della loro costituzione, avvenuta nel 1836. Fu denominato "Corpo" dalla fondazione fino al 1861. L'associazione d'arma di riferimento è l'Associazione nazionale bersaglieri. Il cappello piumato è il simbolo della specialità.
Alfonso Ferrero della Marmora, o Alfonso della Marmora o pi comunemente Alfonso La Marmora (Torino, 18 novembre 1804 Firenze, 5 gennaio 1878), stato un generale e politico italiano. Collaboratore del re di Sardegna Carlo Alberto, combatt nella prima guerra d'indipendenza (1848-1849). Nominato pi volte ministro della guerra, fra il 1849 e il 1857 riorganizz radicalmente la Regia Armata Sarda. Primo consigliere militare del presidente del Consiglio Cavour, nel 1855-1856 guid con successo il contingente piemontese nella guerra di Crimea e fu ministro della guerra durante la seconda guerra di indipendenza. Fu presidente del Consiglio in varie occasioni dal 1859 al 1866, prima del Regno di Sardegna e poi del Regno d'Italia. Nel 1866 diresse le trattative che portarono all'alleanza italo-prussiana e alla terza guerra d'indipendenza, durante la quale fu capo dell'esercito. Nonostante dal conflitto l'Italia avesse ottenuto il Veneto, La Marmora fu investito da gravi polemiche per la sconfitta di Custoza. Abbandonato anche dalla corte, si ritir a vita privata. Il suo nome legato anche ad altri importanti eventi del Risorgimento: la rivolta di Genova del 1849, la lotta al brigantaggio (dal 1861 al 1864), la giornata dell'Aspromonte, le conseguenze della convenzione di settembre, la conclusione dell'armistizio di Cormons e i rapporti diretti con Napoleone III di Francia. Viene a volte confuso con il fratello Alessandro, fondatore dei bersaglieri.