Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
La mistica, e i relativi termini misticismo e misticità, intendono indicare quel sentimento di contemplazione, venerazione o adorazione della dimensione del sacro, o della divinità, implicandone una sua esperienza diretta al di là del pensiero logico-discorsivo. Questa condizione di intensa partecipazione al divino può interessare i sensi del corpo, o soltanto la sua parte immateriale e trascendente (talora chiamata anima), in forma razionale e cosciente, ovvero più raramente in stati poveri di coscienza (come la trance medianica), culminando con l'estasi. Come il credo spirituale e la pratica religiosa al quale sono collegate, resta oggettivamente difficile proporre una definizione sintetica e onnicomprensiva delle possibili esperienze mistiche, così come delle relative condizioni in grado di determinarle o predisporle.L'esperienza mistica è in genere ritenuta possibile soltanto col necessario intervento di Dio, angeli, demoni, o di una qualche entità non umana o soprannaturale; alcune dottrine professano tuttavia che il singolo essere umano possa giungervi da solo mediante un cammino di ascesi, ed un sufficiente potenziamento delle proprie conoscenze e capacità magiche.
Il Movimento Hare Krishna è il nome con cui è più nota l'International Society for Krishna Consciousness (Associazione internazionale per la coscienza di Krishna), o ISKCON, l'associazione fondata a New York nel 1966 dal maestro spirituale indiano A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada (1896-1977). L'ISKCON, espressione del movimento viṣṇuita/kṛṣṇaita dell'India nord-orientale (Bengala), si basa sull'insegnamento del mistico bengalese Caitanya (1486 - 1533), secondo una linea discepolare di maestri spirituali (guru paramparā) che i gauḍīya fanno risalire a Kṛṣṇa. La dottrina, come per le altre correnti gauḍīya, si fonda sulla focalizzazione della fede religiosa nella figura di Kṛṣṇa, qui inteso come il Bhagavat, Dio, la Persona suprema, in quella della sua eterna paredra, Rādhā, qui intesa come stessa manifestazione del Bhagavat, e in quella di Caitanya (e del relativo "Pañca-tattva"), qui inteso come manifestazione delle divinità di Kṛṣṇa e della sua eterna paredra Rādhā, e sulla promozione di un'attiva azione missionaria.
Irwin Allen Ginsberg (Newark, 3 giugno 1926 – New York, 5 aprile 1997) è stato un poeta statunitense.
Un missionario è colui che si impegna a diffondere una religione in aree in cui non è ancora diffusa.
L'evoluzione, all'interno di una popolazione biologica, è il prodotto del mutamento dei caratteri trasmessi ereditariamente alle generazioni successive. A tale mutamento concorrono diversi fattori, quali le mutazioni genetiche (benché siano il più delle volte singolarmente poco significative, il loro lento accumularsi può portare alla comparsa di caratteristiche nuove), la selezione naturale, la deriva genetica. Il loro effetto determina l'evoluzione dei caratteri fino alla comparsa di nuove specie. Ogni organismo vivente sulla Terra condivide con gli altri un antenato comune, e questo è testimoniato dalle somiglianze tra i diversi organismi viventi (come la presenza in ognuno di acidi nucleici, di un identico codice genetico, di uguali amminoacidi) e dalla paleontologia. Charles Darwin lo aveva ipotizzato nella sua teoria, intuendo che l'evoluzione delle specie fosse determinante e vide nella selezione naturale il motore fondamentale dell'evoluzione della vita sulla Terra. Una prima conferma si ebbe con le leggi di Mendel sull'ereditarietà genetica dei caratteri, nel XIX secolo. Solo più tardi, grazie ai nuovi strumenti di indagine e con la scoperta del DNA i princìpi generali dell'evoluzione furono provati. La comunità scientifica dibatte ancora su alcuni aspetti teorici dell'evoluzione che restano un campo di ricerca estremamente vitale. Il concetto di evoluzione ha costituito una rivoluzione scientifica nell'intera cultura occidentale, ha stimolato riflessioni in ambito filosofico e ispirato teorie e modelli che toccano quasi ogni aspetto della conoscenza.
Il distretto di Kurukshetra è un distretto dell'Haryana, in India, di 828.120 abitanti. È situato nella divisione di Ambala e il suo capoluogo è Kurukshetra. Il nome significa letteralmente Campo dei Kuru (il famoso Kuru vansha, o clan dei Kuru), ma a volte è anche chiamato Dharmakshetra, ovvero Campo della Rettitudine. Si ritiene che questo luogo sia stato il campo di battaglia della sanguinosa guerra di Kurukshetra, descritta nel poema epico Mahābhārata; tesi impossibile da confermare o smentire. In ogni modo, questo luogo assume un'importanza inestimabile all'interno dell'Induismo poiché qui venne rivelata la Bhagavad Gita (lett. il Canto del Beato) da Krishna ad Arjuna, al centro del campo di battaglia, appena prima della grande guerra descritta nel Mahabharata.
Nella scuola di pensiero induista del Vedānta, il Bhakti Yoga (dal sanscrito Bhakti - devozione/amore, e Yoga - unione) è la via della devozione verso la liberazione dal ciclo delle rinascite. Bhakti yoga è appunto la via della Bhakti, è la relazione con Dio attraverso un intenso amore e profonda devozione. Questo Yoga tra tutti è il più semplice e diretto, e si rivolge a tutti gli esseri umani proprio per la sua facilità di messa in pratica, dato che non richiede spiccate capacità intellettive o abilità particolari. Il Bhakti Yoga non è altro che intenso amore per Dio: poiché Egli è la personificazione dell'amore, la via più facile per raggiungerLo è amarLo. Qui si parla di un amore trascendentale, infatti Dio non può essere realizzato con un amore così ardente e assorbente come la passione coniugale; l'amore devozionale deve essere sviluppato progressivamente. Secondo il Bhakti Yoga, la persona che ama Dio non ha né bisogni, né afflizioni; non odia né gli esseri, né gli oggetti; non ha alcun piacere negli oggetti dei sensi e riconosce la parte di Dio localizzata in tutti gli esseri. poiché l'estasi che deriva dalla relazione con Dio (Samādhi) nell'amore è la cosa più inebriante in assoluto, colui che (anche una sola volta) ha fatto l'esperienza di questo amore non vedrà altro che questo, non ascolterà, né parlerà più che di questo, poiché penserà costantemente soltanto a questo amore. Il Bhakti Yoga è inizialmente descritto nel dodicesimo capitolo della Bhagavad Gita, nel quale si afferma: Inoltre, sempre nella Bhagavad Gita si legge: Secondo lo Srimad Bhagavatam esistono 9 cose da fare per praticare il Bhakti yoga: ricordare Dio (smaranam) ascoltare (sravanam) cantare/celebrare (kirtanam) servire (pada sevanam), adorare sull'altare (arcanam), provare amicizia per i devoti (sakhyam), pregare (vandanam), servire tutti con umiltà (dasyam) sottomettersi (atma-nivedanam).