Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Il sistema di classificazione anatomico, terapeutico e chimico, sigla ATC dall'inglese Anatomical Therapeutic Chemical classification system, viene usato per la classificazione sistematica dei farmaci ed è controllato dall'Organizzazione mondiale della sanità. L'ATC è un sistema di classificazione di tipo alfanumerico che suddivide i farmaci in base a uno schema costituito da 5 livelli gerarchici.
In farmacologia la potenza di un farmaco è un indicatore della sua attività, definito come la concentrazione richiesta per provocare una risposta di una certa intensità. Un farmaco molto potente (es. morfina, alprazolam, clorpromazina) induce una risposta elevata anche a basse concentrazioni, mentre farmaci meno potenti (ibuprofene, acido acetilsalicilico) danno risposte minori a basse concentrazioni. La potenza di un farmaco dipende sia dalla sua affinità recettoriale (KD) sia dall'efficienza con cui evoca la risposta. Poiché non tutti gli agonisti o gli antagonisti sono completi, ovvero evocano la massima risposta o inibizione per quel recettore o sistema biologico, è utile misurare la potenza come EC50, ovvero la concentrazione efficace 50%. La potenza di due diversi farmaci può essere confrontata dalle curve dose-risposta, dalle quali si possono ottenere anche le EC50. Nell'immagine sopra, ad esempio, l'agonista rappresentato dalla curva rossa è più potente di quello blu in quanto evoca gli stessi effetti a concentrazioni più basse. Una curva dose-risposta è costruita rappresentando in ascissa la concentrazione di farmaco ed in ordinata l'effetto evocato. Si può osservare come esista un valore massimo dell'effetto, che si ottiene quando il farmaco ha legato tutti i recettori, ovvero i recettori sono saturi. Se si indica con Emax il massimo effetto ottenibile, l'EC50 è il valore di concentrazione per il quale E è il 50% di Emax ovvero 0,01nM per la curva rossa e 1nM per la blu. Va notato che la maggior potenza di un principio attivo non è necessariamente correlata a maggiori effetti collaterali, ma significa soltanto che basterà un basso dosaggio per ottenere gli effetti terapeutici.
La farmacologia (dal greco antico: φάρμακον, phármakon, «rimedio» e λόγος, lógos, «discorso») è una branca della biologia che studia l'interazione delle sostanze chimiche con gli organismi viventi. Qualsiasi sostanza ad attività biologica, sia essa dotata di proprietà terapeutiche e non, che abbia la capacità di modulare funzioni fisiologiche preesistenti, alterando lo stato funzionale del sito d'azione su cui agisce, viene definito farmaco.
Un farmaco, in farmacologia, è un prodotto, realizzato con molecole, imprescindibilmente conformi alle EUGMP, classificate quali API (active pharmaceutical ingredient), esogene, organiche o inorganiche, naturali o sintetiche, capaci di indurre modificazioni funzionali in un organismo vivente, positivamente o negativamente, attraverso un'azione fisica, chimica o fisico-chimica. La parola farmaco deriva dal greco φαρμακον, pharmakon, che vuol dire "rimedio, medicina", ma anche "veleno". È un termine dal significato più ampio di medicamento, che indica i prodotti usati a scopo terapeutico per curare le varie patologie mediche. Il Farmacista e il Farmacologo (lo specialista in Farmacologia) sono le figure professionali competenti per l'impiego degli API (active pharmaceutical ingredient) conformi alle EUGMP nella realizzazione dei farmaci.