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Paninaro è un termine con il quale si identifica un fenomeno di costume, prevalentemente adolescenziale, nato nei primi anni ottanta a Milano e poi diffuso prima nell'area metropolitana milanese ed in seguito in tutta Italia e nel Canton Ticino. Espressione giovanile dell'ondata di riflusso e disimpegno che seguì il turbolento e politicizzato decennio precedente, il fenomeno fu caratterizzato dal rifiuto di ogni forma di impegno sociale e politico e dall'adesione ad uno stile di vita fondato sull'apparenza e sul consumo, in ossequio all'edonismo reaganiano diffusosi nello stesso periodo. Esso coinvolse ogni aspetto della vita quotidiana e si caratterizzò tipicamente per l'ossessione per l'abbigliamento griffato e per l'uso di un caratteristico linguaggio codificato; fu principalmente influenzato dai modelli del cinema statunitense e della musica pop del periodo (new wave, synth pop, new romantic), oltre che dai consigli degli spot pubblicitari trasmessi dalle crescenti televisioni commerciali. Il fenomeno divenne presto noto in tutta Italia tanto da portare alla nascita di riviste, film e parodie televisive, per poi esaurirsi abbastanza rapidamente alla fine del decennio.
Nell'abbigliamento dell'antica Roma venivano distinti due generi di indumenti: gli indumenta, che si portavano di giorno e di notte, e gli amictus, che venivano indossati solo di giorno.
La storia dell'abbigliamento nell'Alto Medioevo europeo (400-1100) si connaturò in una lenta evoluzione stilistica che portò la moda romana ad incorporare elementi stilistici tipici della cultura degli invasori barbari che, a partire dal V secolo, occuparono l'Impero romano d'occidente: Franchi, Goti, Burgundi, Sassoni, Longobardi. Per un periodo piuttosto lungo si mantenne infatti viva una distinzione etnico-culturale che osteggiò lo sviluppo di una moda uniforme: i germani restarono legati al loro vestiario tradizionale là dove invece la popolazione dell'Impero, i cosiddetti "romanici", continuò a vestirsi secondo la moda romana. Le differenze più facilmente evidenziabili riguardavano la moda maschile: i germani indossavano corte tuniche (kyrtill) con cintura e brache in vista, mentre i romani continuavano ad indossare la tunica lunga fino alle ginocchia (a volte alla caviglia). La moda religiosa poi diffusasi in Europa nel corso del Medioevo venne appunto definita in questo scorcio di secoli, ereditando stilemi tipicamente romani. Al volgere dell'Anno Mille, le preesistenti differenze suntuarie si appianarono, portando alla codifica di uno stile uniforme contraddistinto però, per quanto riguarda la moda maschile, dal persistere di due tipologie di "standard": tunica corta per uomo di bassa estrazione sociale e tunica lunga per il membro delle élite. Molti aspetti del vestiario alto-medievale restano ad oggi sconosciuti. Ciò in ragione del fatto che le fonti, soprattutto quelle archeologiche, sono scarse o difficilmente interpretabili. Le informazioni tramandate ai posteri riguardano principalmente il vestiario delle classi sociali più alte, i cui membri venivano inumati vestiti con tanto di corredo funebre (almeno sino al persistere di usanze pagane presso le popolazioni europee).
Abbigliamento indica sia gli indumenti veri e propri indossati da qualcuno, che in generale il modo di vestire che combina questi ultimi con altri elementi (trucco, capigliatura, accessori) definendo l'aspetto esteriore di una persona o di un insieme di persone. Gli esseri umani sono i soli tra i mammiferi che indossano vestiario, a eccezione degli animali domestici, talvolta vestiti dai loro proprietari. Ciascun articolo d'abbigliamento ha un significato culturale e sociale(marcatore sociale) . In esso si condensano alcune funzioni tramandate o evolutesi nel tempo: quella pratica legata alla vestibilità; quella estetica legata al gusto dell'epoca e a canoni specifici delle diverse comunità; quella simbolica grazie alla quale l'abito può definire l'appartenenza ad una particolare comunità e nello specifico identificare lo status sociale, civile e religioso. La storia dell'abbigliamento, ovvero degli indumenti e accessori che hanno vestito la persona umana nel corso dei secoli, può essere inquadrata sia da un punto di vista antropologico-etnografico, dal momento che documenta l'evoluzione del costume, sia da un punto di vista socio-economico come prodotto dell'industria tessile, legato allo sviluppo tecnologico, della moda e del consumo. Degli abiti si possono quindi studiare le materie prime impiegate, le tecniche di realizzazione, gli aspetti estetici e quelli simbolici, i fattori economici e le gerarchie sociali.