Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Giuseppe Masi (Firenze, 4 aprile 1915 – Bologna, 30 novembre 2007) è stato uno scrittore, filosofo e poeta italiano. È stato professore incaricato di Storia della filosofia antica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bologna.
Gabriello Chiabrera (Savona, 18 giugno 1552 – Savona, 14 ottobre 1638) è stato un poeta e drammaturgo italiano del Seicento. Di famiglia aristocratica, visse a stretto contatto con la nobiltà del suo tempo e scrisse numerose opere entrate a far parte del patrimonio letterario italiano. Cantore della grecità (sebbene non conoscesse il greco) e di quello che verrà poi definito come classicismo barocco, fu spesso contrapposto al poeta coevo Giambattista Marino, l'altro grande poeta a lui in parte contemporaneo. Trascorse la vecchiaia prevalentemente nella villa del borgo rurale savonese di Légino, il Musarum opibus, dove erano le sue ville, fra cui la famosa Siracusa ricordata nel dialogo Forzano. Il suo sepolcro si trova all'interno della chiesa di San Giacomo a Savona. A Chiabrera sono intitolati oggi il Liceo Classico e Linguistico di Savona, il teatro Gabriello Chiabrera, e una scuola primaria inaugurata nel 1873 nella località di Fassolo a Genova (cantata nel poemetto Galatea o le grotte di Fassolo del 1622).
La famiglia Fieschi stata una delle maggiori famiglie genovesi. Di antica origine, presero il nome dal capostipite Ugo Fliscus, discendenti dei Conti di Lavagna che avevano iniziato ad ingrandire i loro feudi all'interno della Marca Obertenga nell'XI secolo, i Fieschi furono una delle quattro famiglie di nobilt feudale pi importanti della Repubblica di Genova, guelfi come lo erano i Grimaldi, mentre ghibellini erano gli Spinola ed i D'Oria. Originari dell'entroterra di Levante, avevano il loro centro feudale nella zona della val Fontanabuona. Qui era il centro del loro potere; infatti venne eretta la Basilica dei Fieschi a Cogorno alla met del XIII secolo. Furono tradizionalmente di parte Guelfa, legati con un filo diretto al papato, tanto da riuscire a confermare anche due pontefici provenienti da essa, Innocenzo IV e Adriano V, famosi antagonisti della parte ghibellino-imperiale di Federico II di Svevia. La famiglia diede anche alla chiesa oltre a centinaia di prelati, ben 72 cardinali, mentre nella repubblica di Genova vi furono numerosi ambasciatori, generali e ammiragli appartenenti alla famiglia. Arricchitasi con la mercatura, la finanza e l'acquisto di terre, questa famiglia si divise in numerosi rami. Il ramo pi importante fu quello detto "di Torriglia"; questo e quello "di Savignone" discendevano da due fratelli di Innocenzo IV e perci si erano formati sin dal XIII secolo.
Federico da Montefeltro, definito dalla storiografia moderna come Federico III da Montefeltro (Gubbio, 7 giugno 1422 Ferrara, 10 settembre 1482), stato un condottiero italiano, capitano di ventura e famoso signore rinascimentale. Conte di Montefeltro, di Urbino e di Castel Durante, ebbe signoria di molti altri luoghi, arrivando ad assurgere al rango di duca d'Urbino, dal 1474 alla morte. Nel 1437 spos in prime nozze Gentile Brancaleoni (1416-1457), figlia del signore di Mercatello e Sant'Angelo in Vado Bartolomeo Brancaleoni; in seconde nozze, nel 1460, Battista Sforza (1446-1472), figlia di Alessandro Sforza signore di Pesaro. Impieg gli enormi guadagni derivati dalle condotte militari per mantenere una splendida corte, ma soprattutto per edificare il Palazzo Ducale d'Urbino e il Palazzo Ducale di Gubbio, per rafforzare le difese militari dello stato con la costruzione e la ristrutturazione di rocche e castelli, per allestire una delle pi celebri biblioteche dell'epoca. Per questo ricordato come uno dei principali mecenati del Rinascimento italiano. Amico intimo di Piero della Francesca, era definito "la luce dell'Italia".
Manente degli Uberti, noto come Farinata degli Uberti per via dei suoi capelli color biondo platino (Firenze, 1212 circa – Firenze, 11 novembre 1264), è stato un nobile e condottiero ghibellino, appartenente ad una tra le famiglie fiorentine più antiche e importanti, citato da Dante nel VI canto dell'Inferno tra i fiorentini ch'a ben far puoser li 'ngegni e incontrato successivamente nel canto X tra gli eretici, in particolare tra gli epicurei che non credono in un'esistenza dopo la morte.
La corte (in latino curtis) viene definita, in ambito feudale, come quell'insieme di ville ed edifici dove il signore soggiornava ed espletava le sue funzioni di controllo sul territorio. La cosiddetta '"economia curtense"', tipica dell'alto medioevo, fu una fase di passaggio nel mondo rurale tra l'economia della Villa romana e quella della signoria fondiaria del feudalesimo. L'esempio di economia curtense più spesso studiato, per ragioni relative alla sua migliore documentazione, è quello che si affermò nel regno dei Franchi in particolare tra la Loira e la Senna, che con alcune varianti si radicò un po' in tutta l'Europa cristiana.
La congiura di Giovanni Luigi Fieschi (detto Gianluigi, appartenente al casato dei Fieschi) - episodio storico conosciuto come "la congiura dei Fieschi" - fu il tentativo da parte di questi di eliminare il principe-ammiraglio Andrea Doria e i principali artefici della sua corte. Tale episodio - avvenuto il 2 gennaio 1547 - è stato nel tempo variamente interpretato dagli storici ed è stato ricostruito anche in un'opera letteraria - La congiura del conte Gian Luigi Fieschi - scritta dal cardinale e memorialista francese Jean-François-Paul de Gondi de Retz. Da una parte lo si considera un'azione malvagia e mossa dalla sola invidia diretta contro i potenti Doria, risolvendola in un fatto personale. Dall'altra appare come azione spinta dall'amore per l'antica libertà della Repubblica, ovvero un tentativo di vero e proprio attentato alla vita di un tiranno. La storiografia attuale la interpreta come una sorta di soluzione dei contrasti divampati tra i due ceti nobiliari che si contendevano il potere: la nobiltà nuova e la nobiltà vecchia delle famiglie più antiche della Repubblica di Genova.
Agrigento (, AFI: [ˌagɾiˈʤɛnːto], Giurgenti in siciliano) è un comune italiano di 56 214 abitanti, capoluogo del libero consorzio comunale di Agrigento in Sicilia. Fondata intorno al 581 a.C., Agrigento sorge in un territorio in cui si insediarono i vari popoli che lasciarono traccia nell'isola. Già sede di popoli indigeni che mantenevano rapporti commerciali con egei e micenei, il territorio agrigentino vide sorgere la polis di Akragas (Ἀκράγας), fondata da geloi di origine rodio-cretese. Raggiunse il massimo splendore nel V secolo a.C., prima del declino avviato dalla guerra con Cartagine. Nel corso delle guerre puniche venne conquistata dai Romani, che latinizzarono il nome in Agrigentum. Successivamente cadde sotto il dominio arabo, con il nome di Kerkent, e nel 1089 fu conquistata dai Normanni, che la ribattezzarono Girgenti, nome che mantenne sino al 1927 quando fu rinominata con il toponimo attuale. Fino al 1853 il suo territorio comprendeva anche l'odierno comune di Porto Empedocle. È nota come Città dei templi per la sua distesa di templi dorici dell'antica città greca posti nella cosiddetta valle dei Templi, inserita, nel 1997, tra i patrimoni dell'umanità dall'UNESCO.
L'Accademia degli Umoristi, insieme all'Accademia dell'Arcadia e alla splendida ma effimera Accademia delle Notti Vaticane fu una delle principali accademie letterarie romane del Seicento. Nel tempo contò tra i suoi membri molti protagonisti della cultura barocca italiana ed europea, come Gabriel Naudé, Luca Olstenio, Agostino Mascardi, Nicolas-Claude Fabri de Peiresc, Giovanni Battista Doni, Vincent Voiture e Secondo Lancellotti Anche Jean Chapelain, che pure non risulta, a differenza di Naudé o Peiresc, accademico umorista, prese parte al dibattito sorto in seno all'Accademia sulla poesia di Giambattista Marino con il suo Discours de M. Chapelain à M. Favereau, portant son opinion sur le poème d'Adonis du cavalier Marino (1623).