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L'agricoltura biologica è un tipo di agricoltura che sfrutta la naturale fertilità del suolo favorendola con interventi limitati; vuole promuovere la biodiversità delle specie domestiche (sia vegetali, sia animali), esclude l'utilizzo di prodotti di sintesi e degli organismi geneticamente modificati (OGM). Non vi sono evidenze scientifiche che l'agricoltura biologica abbia un minor impatto ambientale dei sistemi non biologici né che i prodotti abbiano una maggiore qualità.
L'agricoltura (dal latino agricultura, ager campi, e cultura coltivazione) è l'attività umana che consiste nella coltivazione di specie vegetali. Lo scopo basilare dell'agricoltura è ottenere prodotti dalle piante, da utilizzare soprattutto a scopo alimentare. In economia, l'agricoltura rientra nel settore primario. Tradizionalmente è popolarmente riferita alla produzione di risorse vegetali a fini alimentari sia direttamente sia indirettamente tramite produzione animale nell'allevamento. A fini scientifici e giuridici, comunque, entrambe le materie sono comunemente riunite nella più vasta accezione di agricoltura, che abbraccia la coltivazione delle piante (arboree, erbacee), l'allevamento degli animali e lo sfruttamento delle foreste. Seppur molto spesso legati a convenzioni ed usanze locali, i patroni universalmente riconosciuti per l'agricoltura nel mondo cattolico sono: San Martino di Tours (la cui ricorrenza cade l'11 novembre, giorno di inizio dell'annata agraria), Sant'Antonio Abate, Sant'Isidoro agricoltore, San Leonardo di Noblac Abate, San Biagio e San Benedetto da Norcia.
L'agricoltura biodinamica è un insieme di pratiche pseudoscientifiche basate sulla visione spirituale antroposofica del mondo elaborata dal teosofo ed esoterista Rudolf Steiner attuate durante la produzione agricola, in particolare di prodotti alimentari. Lo scopo di chi abbraccia queste credenze vorrebbe essere il raggiungimento di una agricoltura in maggiore equilibrio con l'ecosistema terrestre. La cosiddetta agricoltura biodinamica incorpora anche alcuni dettami dell'omeopatia e alcune tecniche dell'agricoltura biologica e, con un approccio definito olistico, considera come un unico sistema il suolo e la vita che si sviluppa su di esso.In ragione di questi elementi e di altri ancora (ad esempio l'importanza attribuita alle "forze cosmiche" o il concetto di "energia vitale") ma soprattutto in ragione della mancanza di uno stretto rapporto di causa ed effetto che spieghi i suoi dettami, la biodinamica è considerata una pseudoscienza. Gli studi scientifici effettuati non hanno rilevato incrementi di qualità fra i prodotti biodinamici e quelli coltivati con i consueti metodi biologici.
Per storia dell'agricoltura si intende la progressiva capacità dell'uomo di acquisire competenze nella coltivazione delle piante ed allevamento degli animali.
L'agricoltura urbana consiste nel coltivare, trasformare e distribuire il cibo all'interno di contesti urbanizzati o peri-urbani, come città, villaggi, ecc.. L'agricoltura urbana può anche prevedere l'allevamento di animali, l'acquacultura, le pratiche agro-forestali e l'orticoltura, sia in contesti propriamente urbani sia in aree peri-urbane.
Il land grabbing, in italiano accaparramento di terra, è un discusso fenomeno economico e geopolitico di acquisizione di terreni agricoli su scala globale, venuto alla ribalta nel primo decennio del XXI secolo. La questione che tale fenomeno solleva riguarda gli effetti di tali pratiche di acquisizione su larga scala nei paesi in via di sviluppo, che si realizzano mediante affitto, o acquisto, di grandi estensioni agrarie da parte di imprese transnazionali, governi stranieri, o singoli soggetti privati. Sebbene il ricorso a simili pratiche sia stato assai diffuso nel corso della storia umana, il fenomeno ha assunto una particolare rilevanza e connotazione a partire dagli anni 2007-2008, quando l'acquisizione di terre è stata stimolata e guidata dagli effetti della crisi dei prezzi agricoli registratasi in quegli anni e dalla conseguente volontà, da parte di alcuni paesi, di assicurarsi la disponibilità di approvvigionamenti e di proprie riserve alimentari al fine di tutelare interessi nazionali alla sovranità e alla sicurezza nel campo dell'approvvigionamento alimentare. Il fenomeno del land grabbing non è negativo in sé, dal momento che può essere portatore tanto di buone opportunità per i paesi destinatari del fenomeno quanto di rischi: da un lato, le acquisizioni possono garantire un'iniezione di preziose risorse per investimenti, in realtà economiche in cui queste ultime sono necessarie ma scarseggiano; d'altro canto, esiste il rischio concreto che le popolazioni locali possano perdere potere di controllo e di accesso sulle terre cedute e sulle risorse naturali collegate alla terra e ai suoli, come, ad esempio, l'acqua. Risulta cruciale, pertanto, assicurare che le acquisizioni siano realizzate in modo da minimizzare i rischi e massimizzare le opportunità di crescita e sviluppo economico. Una delle condizioni sfavorevoli da rimuovere è stata individuata, da ricercatori della Banca Mondiale, nella detenzione privata di terre, da parte di comunità locali, sulla base di titoli di proprietà informali e non certi, una condizione giuridica precaria che incide in modo negativo sulla valutazione degli appezzamenti come capitale produttivo. L'attenzione mediatica sul fenomeno insiste spesso sul ruolo della Cina quale principale motore del fenomeno economico: tuttavia, i dati disponibili negli anni 2010 indicano gli Stati Uniti d'America e il Regno Unito come i protagonisti di maggior rilievo nella campagna di acquisizioni transnazionali di fondi agricoli.
Per Common land, nel Regno Unito, si intende un terreno di proprietà collettiva di un certo numero di persone, o di una sola persona, ma su cui altre persone hanno alcuni diritti tradizionali, tali da consentire il pascolo del loro bestiame, la raccolta della legna da ardere o il taglio della torba da utilizzare come combustibile.Una persona che, assieme ad altri, ha dei diritti su una "common land" è chiamata commoner.Questa voce tratta in particolare della common land in Inghilterra, Galles e Scozia. Anche se la misura è molto ridotta a causa della recinzione delle terre comuni, rispetto ai milioni di acri che esistevano fino al XVII secolo, una notevole quantità di terra comune esiste ancora, in particolare nelle aree montane, in più di 7000 commons (bene comune) nella sola Inghilterra.Common land o ex common land è normalmente riferito ai common, ad esempio, Clapham Common o Mungrisdale Common.