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Il cimitero di Praga è il sesto romanzo di Umberto Eco, pubblicato in Italia da Bompiani il 29 ottobre 2010. Protagonista del romanzo è il capitano Simone (Simonino) Simonini, un falsario estremamente cinico che vive nel XIX secolo. Il romanzo è ambientato tra Parigi, Torino, Monaco di Baviera e Palermo e rielabora la storia del Risorgimento con dati e personaggi realmente esistiti, tranne il protagonista, unico elemento di fantasia del romanzo, che funge da trait-d'union dei diversi fatti e protagonisti storici e al quale l'autore attribuisce un ruolo primario nella maggior parte dei complotti dell'Ottocento.
L'affare Dreyfus fu il maggiore conflitto politico e sociale della Terza Repubblica, scoppiato in Francia sul finire del XIX secolo, che divise il Paese dal 1894 al 1906, a seguito dell'accusa di tradimento e spionaggio a favore della Germania mossa nei confronti del capitano alsaziano di origine ebraica Alfred Dreyfus, il quale era innocente. Gli storici sono concordi nell'identificare la vera spia nel maggiore Ferdinand Walsin Esterhazy. L'affare costituì lo spartiacque nella vita francese tra i disastri della guerra franco-prussiana e la prima guerra mondiale: costrinse ministri a dimettersi, creò nuovi equilibri e raggruppamenti politici, spinse a un tentato colpo di Stato. Si crearono e scontrarono, nell'arco di due decenni, due campi profondamente opposti: i "dreyfusardi", che difendevano l'innocenza di Dreyfus (tra loro si distinse Émile Zola con il suo intervento giornalistico denominato "J'accuse"), e gli "antidreyfusardi", partigiani della sua colpevolezza. La condanna di Dreyfus fu un errore giudiziario, avvenuto nel contesto dello spionaggio militare, dell'antisemitismo imperversante nella società francese e nel clima politico avvelenato dalla perdita recente dell'Alsazia e di parte della Lorena, subita per opera dell'Impero tedesco di Bismarck nel 1871. Lo scandalo giudiziario si allargò per gli elementi di falsificazione delle prove portati nel processo, gli intrighi e la coriacea volontà dei più alti vertici militari di Francia nell'impedire la riabilitazione di Dreyfus. Mentre giornali e politici antisemiti, ambienti ecclesiastici e monarchici istigarono e aizzarono ampi settori della società francese contro Dreyfus, i pochi difensori della sua innocenza vennero a loro volta minacciati, condannati o dimessi dall'esercito: Zola si rifugiò all'estero; il maggiore Marie-Georges Picquart, capo dei servizi segreti militari e figura centrale nella riabilitazione di Dreyfus, fu prima degradato e trasferito in Africa, e poi arrestato e condannato. Solo grazie a un compromesso politico, Dreyfus fu graziato e liberato nel 1899. Ci vollero altri anni per ottenere la riabilitazione civile e il suo reintegro nell'esercito nel 1906.
Adriano Sofri (Trieste, 1º agosto 1942) è uno scrittore, giornalista e attivista italiano, ex leader di Lotta Continua, condannato a ventidue anni di carcere – dopo un lungo iter giudiziario – quale mandante, assieme a Giorgio Pietrostefani, dell'omicidio del commissario di polizia Luigi Calabresi, avvenuto nel 1972. Come esecutori materiali furono condannati invece i militanti di LC Leonardo Marino e Ovidio Bompressi. Arrestato brevemente nel 1988, e condannato, per il reato di concorso morale in omicidio, la prima volta nel 1990, fu incarcerato in via definitiva nel 1997, con l'eccezione di circa 6 mesi tra il 1999 e il 2000 a causa della revisione del processo. Sofri è stato scarcerato (dal 2005 scontava la pena in regime di semilibertà e dal 2006 di detenzione domiciliare a causa di problemi di salute) nel gennaio 2012 per decorrenza della pena, ridotta a 15 anni per effetto dei benefici di legge.Pur assumendosi la corresponsabilità morale dell'omicidio, a causa della campagna di stampa diretta contro il commissario portata avanti assieme agli altri membri di Lotta Continua, Sofri si è sempre proclamato innocente per quanto riguarda l'accusa penale, così come affermato anche dai coimputati, a eccezione del reo confesso Marino. Un ampio movimento innocentista ha sostenuto negli anni l'estraneità di Sofri al delitto, ricordando le contraddizioni del pentito, in particolare il fatto che Sofri avrebbe ordinato il crimine solo concedendo una sorta di silenzioso assenso ritenuto non verificabile.