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Pietro Metastasio, pseudonimo di Pietro Antonio Domenico Bonaventura Trapassi (Roma, 3 gennaio 1698 – Vienna, 12 aprile 1782), è stato un poeta, librettista, drammaturgo e presbitero italiano. È considerato il riformatore del melodramma italiano.
Demofoonte (anche: Il Demofoonte, Demofoonte, ré di Tracia, Démophon, Demophontes, Dirce, L'usurpatore innocente) è un libretto d'opera seria di Pietro Metastasio (1698-1782).
L'opera seria è un genere dell'opera italiana. Si contrappone storicamente al genere dell'opera buffa, al punto tale che la decadenza di quest'ultima, nel corso del XIX secolo, finì per renderne prima incerti, poi irriconoscibili i contorni. I temi portanti dell'opera seria sono il dramma e le passioni umane con storie e personaggi tratti dalla mitologia, dall'epica cavalleresca e dalla storia antica o medievale. Il pubblico di riferimento era prevalentemente nobiliare e cortigiano. L'espressione "opera seria" è utilizzata internazionalmente in italiano.
La clemenza di Tito è un dramma in tre atti di Pietro Metastasio rappresentato la prima volta in Vienna il 4 novembre 1734 con la musica di Antonio Caldara; fu musicato successivamente da una quarantina di compositori.
Didone abbandonata è un libretto d'opera seria di Pietro Metastasio. La prima rappresentazione si tenne a Napoli durante la stagione carnevalesca del 1724 con la musica di Domenico Sarro. Il ruolo della protagonista fu ricoperto dalla Romanina. Primo melodramma di Metastasio, la Didone abbandonata godette subito di grande successo nella penisola.
L'Attilio Regolo è un melodramma composto dal compositore Johann Adolf Hasse, su libretto di Pietro Metastasio, che lo scrisse tra il 1738 e il 1740.
Artaserse è un libretto d'opera seria in tre atti di Pietro Metastasio, scritto nel 1726, durante il soggiorno romano dell'autore. Il libretto fu musicato per la prima volta da Leonardo Vinci nel 1730 (Roma, Teatro delle Dame), e diventò per il seguito il più fortunato dei testi metastasiani, arrivando ad annoverare oltre novanta traduzioni in musica: autori come Gluck (Milano 1741) e Johann Christian Bach (Torino, 1761) iniziarono con esso le loro carriere e teatri famosi furono con esso inaugurati (Dresda, Stoccarda, Padova).
L'Arcadia (in greco: Ἀρκαδία) è una regione storica della Grecia, nella penisola del Peloponneso (cfr. l'attuale omonima unità periferica) che, nel corso della storia della letteratura, è stata elevata a topos letterario, in quanto percepita come un mondo idilliaco. Si presenta infatti come una regione montuosa, disabitata per via della sua topografia: prevalentemente occupata da pastori, ha assunto nella poesia e nella mitologia i connotati di sogno idilliaco, in cui non era necessario lavorare la terra per sostenersi, perché una natura generosa provvedeva già a donare all'uomo il necessario per vivere. Ha una diversa connotazione dal concetto di utopia.
L'Accademia dell'Arcadia è un'accademia letteraria fondata a Roma il 5 ottobre 1690 da Giovanni Vincenzo Gravina e da Giovanni Mario Crescimbeni coadiuvati nell'impresa anche dal torinese Paolo Coardi, in occasione dell'incontro nel convento annesso alla chiesa di San Pietro in Montorio di quattordici letterati appartenenti al circolo della regina Cristina di Svezia, tra i quali gli umbri Giuseppe Paolucci di Spello, Vincenzo Leonio da Spoleto e Paolo Antonio Viti di Orvieto, i romani Silvio Stampiglia e Jacopo Vicinelli, i genovesi Pompeo Figari e Paolo Antonio del Nero, i toscani Melchiorre Maggio di Firenze e Agostino Maria Taia di Siena, Giambattista Felice Zappi di Imola e il cardinale Carlo Tommaso Maillard di Tournon di Nizza. L'Accademia è considerata non solamente come una semplice scuola di pensiero, ma come un vero e proprio movimento letterario che si sviluppa e si diffonde in tutta Italia durante tutto il Settecento in risposta a quello che era considerato il cattivo gusto del Barocco. Essa si richiama nella terminologia e nella simbologia alla tradizione dei pastori-poeti della mitica regione dell'Arcadia ed il nome fu trovato da Taia durante una adunata ai Prati di Castello, a quei tempi un paesaggio pastorale. Oltre al nome dell'Accademia, emblematico da questo punto di vista, fu scelto seguendo questa tendenza anche il nome della sede, una villa sulla salita di via Garibaldi sulle pendici del Gianicolo: "Bosco Parrasio". I suoi membri furono detti Pastori, Gesù bambino (adorato per primo dai pastori) fu scelto come protettore; come insegna, venne scelta la siringa del dio Pan, cinta di rami di alloro e di pino e ogni partecipante doveva assumere, come pseudonimo, un nome di ispirazione pastorale greca.