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La Rivoluzione tedesca del 1848–1849, conosciuta anche nelle sue prime fasi del 1848 come Rivoluzione di marzo (tedesco: Märzrevolution) è stata una rivoluzione avvenuta nel quadro delle rivoluzioni scoppiate tra il marzo 1848 e la fine dell'estate del 1849 nella Confederazione tedesca e nelle province e paesi sotto il dominio dell'Impero austriaco (Ungheria e Italia settentrionale) e nel Regno di Prussia in Posnania. Obiettivo dei rivoluzionari era la fine del regime nobiliare, la creazione di un parlamento, la libertà di stampa e di opinione. Nonostante il fallimento, gli ideali rivoluzionari ebbero delle conseguenze sullo svolgersi dei successivi avvenimenti.
Pope un metafisico (in tedesco Pope ein Metaphysiker!) è un saggio di Gotthold Lessing scritto nel 1755. Per Lessing il fine del teatro è quello di educare e istruire il pubblico. Il saggio è stato scritto insieme a Moses Mendelssohn ed espone il concetto che poesia e filosofia devono rimanere concetti separati, cosa che in realtà aveva già scritto Aristotele secoli prima. Ciò che attinge alla sfera del sentire non può infatti mescolarsi col linguaggio filosofico, che attinge dalla sfera dell'intelletto.
Il Parlamento di Francoforte (in tedesco: Frankfurter Nationalversammlung, in senso letterale: Assemblea nazionale di Francoforte), è stata l'assemblea costituente, che si è riunita a Francoforte sul Meno dal 18 maggio 1848 al 31 maggio 1849, per dare una costituzione alla Confederazione germanica e creare uno stato unitario tedesco.
L'Impero tedesco del 1848/1849 (tedesco: Deutsches Reich) fu il tentativo di formare uno stato nazione tedesco. Nel 1848 a Francoforte i rappresentanti dei vari Stati tedeschi si riunirono in assemblea nazionale costituente (in tedesco: Frankfurter Nationalversammlung; letteralmente: Assemblea nazionale di Francoforte) per dare alla Confederazione germanica una costituzione e un assetto unitario.
La filosofia ebraica (in ebraico: פילוסופיה יהודית?; in arabo: الفلسفة اليهودية; yiddish: ייִדיש פֿילאָסאָפֿיע) include tutta la filosofia prodotta dagli ebrei, o relativa alla religione dell'Ebraismo. Fino alla moderna Haskalah (Illuminismo ebraico) e all'emancipazione ebraica, la filosofia ebraica tentava principalmente di conciliare nuove idee coerenti con la tradizione del rabbinismo, organizzando così le idee emergenti che non necessariamente erano ebraiche in una visione del mondo univoca. Con la loro accettazione nella società moderna, quegli ebrei che possedevano una formazione laica abbracciarono o svilupparono filosofie completamente nuove per soddisfare le esigenze del mondo in cui ora si trovavano. Il termine "filosofia ebraica" non è quindi universalmente accettato; è tuttavia un argomento che richiede un'attenta analisi ed un'accurata definizione e spiegazione dei termini. Secondo alcuni essa è un tentativo di fondere insieme gli insegnamenti laici ed ateistici con quelli religiosi dell'Ebraismo, secondo altri, invece, si tratta piuttosto di una forma relativamente moderna di razionalizzazione dell'Ebraismo stesso. La riscoperta medievale del pensiero greco da parte dei Gaonim delle accademie babilonesi del X secolo portò la filosofia razionalista nell'Ebraismo biblico-talmudico. La filosofia era generalmente in concorrenza con la Cabala ebraica: entrambe le scuole sarebbero diventate parte della letteratura rabbinica classica, sebbene il declino del razionalismo scolastico coincidesse con gli eventi storici che attrassero gli ebrei verso l'approccio cabalistico. Per gli ebrei aschenaziti l'emancipazione e l'incontro col pensiero laico dal XVIII secolo in poi alterò la loro interpretazione di filosofia. Le comunità aschenazite e sefardite ebbero una più tarda e ambivalente interazione con la cultura secolare che non gli ebrei dell'Europa occidentale. Nelle varie risposte alla modernità, le idee filosofiche ebraiche furono sviluppate in tutta la gamma di emergenti correnti religiose. Tali sviluppi possono essere visti sia come continuazioni o rotture con il canone della filosofia rabbinica medievale, sia come altri aspetti dialettici storici del pensiero ebraico, e ha condotto a diversi atteggiamenti ebraici contemporanei rispetto ai metodi filosofici.
La cultura ebraica propriamente detta è quella sorta all'interno del popolo degli ebrei a partire dalla formazione della prima nazione ebraica antica in epoca biblica col regno di Giuda (931-586) prima e attraverso la vita nella millenaria diaspora ebraica poi, fino a giungere allo Stato moderno d'Israele. L'ebraismo guida i propri aderenti sia nella pratica quotidiana secolare che nella fede spirituale più propriamente detta, di modo che esso non viene più definito solamente come una religione formale, bensì anche come un'"ortoprassi". Non tutti gli individui o tutti i fenomeni culturali possono essere classificati all'interno della dicotomia secolarismo-religiosità, una distinzione questa nata solo a partire dal pensiero fondato sull'Illuminismo. La cultura ebraica nel suo significato più prettamente etimologico mantiene un suo profondo e specifico legame con l'originaria Terra d'Israele, gli ancestrali regno di Giuda e Israele (1030-930) e regno d'Israele (933-722), lo studio dei testi ebraici, la pratica della "carità" comunitaria (nell'interpretazione ampia di Zedaqah) ed infine con l'intera storia degli ebrei. Il termine cultura ebraica secolare si riferisce pertanto a molti aspetti, tra cui la religione e visione del mondo, la letteratura ebraica, i media e il cinema, l'arte e l'architettura, la cucina ebraica e l'abbigliamento tradizionale, gli atteggiamenti sociali verso il genere, il matrimonio e la vita familiare, la musica ebraica e la danza ebraica. L'"Ebraismo secolare" rappresenta un fenomeno distinto interconnesso al processo di assimilazione culturale, un movimento storico di divulgazione di tutti quegli elementi facenti parte dell'ambito più strettamente culturale; a partire dalle credenze e pratiche religiose originarie. Derivato dall'analisi filosofica condotta da Moses Mendelssohn l'ebraismo secolare si è espresso innanzitutto tramite l'Haskalah o "illuminismo ebraico", guidato dai valori sorti con l'"Età dei Lumi". Negli ultimi decenni il campo accademico di ricerca ha incluso anche gli studi ebraici, attraverso la storia, la letteratura, la sociologia e la linguistica. Lo storico David Bial ha tracciato le radici del secolarismo ebraico nell'era pre-moderna; assieme ad altri studiosi ha evidenziato la vicenda occorsa al filosofo olandese Baruch Spinoza, soprannominato "l'ebreo rinnegato che ci ha dato la modernità" secondo la definizione datane da Rebecca Newberger Goldstein nella sua biografia intellettuale. Ai giorni nostri l'argomento dell'ebraismo secolare è fonte di vasti studi ed insegnato in molte università dell'America del Nord e israeliane, tra cui l'università di Harvard, l'università di Tel Aviv, l'Università della California, Los Angeles, la Temple University e l'Università della Città di New York le quali comprendono tutte significativi dipartimenti ebraici. Inoltre molti istituti scolastici includono lo studio accademico dell'ebraismo e della cultura ebraica nel proprio curriculum. Lungo tutto il corso della storia, in epoche e luoghi diversi come la tarda antichità nata dall'ellenismo, nel continente europeo prima e dopo la "rivoluzione illuministica", in al-Andalus, nel Nordafrica e nel Medio oriente, fino a giungere alla storia degli ebrei in India, agli ebrei della Cina, alla storia degli ebrei negli Stati Uniti d'America e al contemporaneo Israele le comunità ebraiche hanno vissuto lo sviluppo di fenomeni culturali caratteristici dell'ebraismo senza per questo essere di necessità specificamente d'impronta religiosa. Alcuni fattori di ciò provengono dall'interno stesso dell'ebraismo, altri dalle interazioni degli ebrei con le popolazioni ospitanti diasporiche ed altri ancora dalle dinamiche interne sociali e culturali della comunità; questo al contrario della specificità religiosa. Tale fenomeno ha condotto a variazioni considerevolmente differenziate dell'unica cultura ebraica presente all'interno e tra le diverse comunità.