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Giovanni Papini (Firenze, 9 gennaio 1881 – Firenze, 8 luglio 1956) è stato uno scrittore, poeta, saggista e terziario francescano italiano, noto anche col nome religioso di fra' Bonaventura. Intellettuale controverso e discusso, ma anche ammirato per il suo stile di scrittura, fu studioso di filosofia, di religione, critico letterario e acceso polemista, narratore e poeta, divulgatore del pragmatismo e delle avanguardie storiche come il futurismo e il post-decadentismo. Passò da una posizione all'altra su più fronti, sempre insoddisfatto e inquieto: si convertì dall'anticlericalismo e dall'ateismo accesi al cattolicesimo con punte di eterodossia e intransigenza; passò dal maledettismo e dall'interventismo convinto (prima del 1915) all'avversione verso la guerra. Negli anni trenta, dopo essere passato dall'individualismo al conservatorismo, aderisce infine al fascismo, mantenendo comunque un'avversione verso il nazismo e pentendosi poi del razzismo. Morì nel 1956 di malattia del motoneurone (sclerosi laterale amiotrofica di tipo bulbare), che lo affliggeva dal 1952. Pressoché rimosso dalla grande letteratura dopo la scomparsa principalmente per le sue scelte ideologiche, fu apprezzato e rivalutato in seguito; nel 1975, lo scrittore argentino Jorge Luis Borges lo definì un autore "immeritatamente dimenticato".
Giovanni Amendola (Napoli, 15 aprile 1882 – Cannes, 7 aprile 1926) è stato un politico, giornalista e accademico italiano.
Sant'Agostino è un'opera letteraria di Giovanni Papini, pubblicata nel 1929 per i tipi di Vallecchi. L'opera è una biografia di Agostino di Ippona, scritta da Papini poco dopo la sua conversione al cristianesimo. Papini aveva una particolare predilezione per Agostino, tanto da affermare che «Prima di tornare a Cristo, Agostino fu, con Pascal, l'unico scrittore cristiano ch'io leggessi con ammirazione». Come Agostino, Papini si era convertito in età matura al cristianesimo, dopo una giovinezza irrequieta. Come afferma egli stesso: «Gli somigliavo, si capisce, nel peggio, ma insomma gli somigliavo. E che un uomo a quel modo, così vicino a me nelle debolezze, fosse arrivato a rinascere e a rifarsi mi rincorava». L'intento di Papini non è quello di scrivere un'agiografia in cui vengono cancellati gli aspetti negativi della vita del Santo: «Non ho nascosta o velata nessuna delle colpe di Agostino giovane, a differenza di quei panegiristi di poco senno, che si studiano di ridurre la peccaminosità dei santi, non pensando che nell'esser riusciti a risalire dal letamaio alle stelle consiste la loro gloria e si manifesta la potenza della Grazia». La figura di Sant'Agostino diventa così per Papini un alter-ego, decisivo per la sua conversione e per la sua produzione letteraria successiva.
Lacerba è stata una rivista letteraria italiana fondata a Firenze il 1º gennaio 1913 da Giovanni Papini e Ardengo Soffici. Il periodico si avvalse della collaborazione di Aldo Palazzeschi e Italo Tavolato ponendosi su posizioni simili a quelle del Leonardo e aderendo al Futurismo. Il quindicinale, stampato in caratteri rosso mattone ed in seguito neri, riprendeva il titolo dal poema trecentesco di Cecco d'Ascoli - L'Acerba - inserendone nella testata un verso: «Qui non si canta al modo delle rane».
La Voce è stata una rivista italiana di cultura e politica. Fu fondata nel 1908 da Giuseppe Prezzolini e Giovanni Papini. Attraverso diverse fasi continuò le pubblicazioni fino al 1916. Nonostante la breve vita, è considerata una delle più importanti riviste culturali del Novecento: si caratterizzò per la spregiudicatezza delle battaglie culturali e di costume, oltre che per la vivace polemica sul conformismo della borghesia italiana d'inizio Novecento.
Il libro nero - Nuovo diario di Gog è un romanzo satirico-fantascientifico di Giovanni Papini del 1951, seguito di Gog pubblicato vent'anni prima e vincitore del Premio Marzotto nel 1952.Come il precedente, è una raccolta di brani tratti dal diario immaginario del personaggio di Gog, con visioni profetiche, fantastiche e paurose sul destino dell'individuo nella società capitalistica, alle quali in parte si ispirò Huxley. Come il romanzo precedente venne tradotto in varie lingue. Per i suoi spunti fantastici l'opera è accostata ai primi esempi della fantascienza italiana del dopoguerra: nel romanzo ad esempio si immagina un'epoca futura imprecisata in cui i processi penali verranno svolti da un "Tribunale elettronico" gestito da "macchine pensanti".