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Alluvione di Firenze del 3 novembre 1844

L'alluvione di Firenze del 3 novembre 1844 fu l'ultima grande inondazione dell'Arno che colp il capoluogo toscano ed i suoi dintorni prima della pi celebre del 4 novembre 1966. L'alluvione fiorentina si manifest il 3 novembre 1844 ed ancora una volta la calamit non coinvolse solo il capoluogo ma anche diverse zone del contado: si ebbero gravissimi danni nel Mugello, in particolare nella zona di Borgo San Lorenzo, per le esondazioni della Sieve e di altri fossi minori e nella Piana di Brozzi e Campi Bisenzio. La fine del mese di ottobre era stata caratterizzata da forti precipitazioni, che avevano fatto crescere notevolmente il livello dei fiumi. All'alba di domenica 3 novembre (ancora un giorno festivo, coincidenza fortunata che evit numerose vittime) la furia dell'Arno in piena travolse le recenti strutture in ferro del ponte di San Niccol , i cui pezzi per fortuna furono portati a valle dalla corrente senza danni per gli altri ponti (fu urtato solo il ponte alle Grazie ma senza danni). Le acque invasero il centro cittadino dalle zone delle porte di Santa Croce e San Niccol e la fortuna volle che l'allagamento avvenisse di domenica e nelle ore in cui la gente si stava recando a messa, per cui fu possibile sia dare l'allarme che tentare di salvare il salvabile portando le masserizie ai piani superiori delle case. Le acque raggiunsero il primo piano delle case ed i soccorsi furono impediti sia dal maltempo incessante che dalla scarsit di imbarcazioni; oltretutto erano andati sommersi anche i magazzini della Dogana (si trovavano negli scantinati degli Uffizi) e quelli del Comune in via Palazzuolo. A guidare i soccorsi fu il gonfaloniere Pierfrancesco Rinuccini, che pot contare sull'aiuto dei pompieri, dei carabinieri e della polizia granducali; notevoli aiuti alle popolazioni alluvionate arrivarono anche dalle famiglie benestanti, dai cittadini stranieri che vivevano a Firenze e dalle altre citt del Granducato. Particolarmente attivo nell'organizzare i soccorsi fu il granduca Leopoldo II che, rientrato immediatamente dalla villa di Poggio a Caiano, apr le porte di Palazzo Pitti agli sfollati, si impegn personalmente nelle operazioni di salvataggio su una barca e si rec in visita anche nelle zone periferiche come Brozzi. Il governo granducale e le autorit cittadine si prodigarono anche in seguito nell'assistenza ai sinistrati bisognosi e furono anche effettuate alcune opere pubbliche, sia pure limitate e di dubbia efficacia, come il restauro e il rialzo delle spallette, cateratte alle fogne e la chiusura delle condutture tra il fiume e le case private.

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