Alterius non sit qui suus esse potest
Alterius non sit qui suus esse potest una locuzione latina, tratta dalla favola esopiana De ranis (Delle ranocchie, serpente e legno) il cui autore un anonimo medievale che si potrebbe identificare con Gualtiero Anglico; ha il significato di: Non appartenga ad altri colui che pu appartenere a se stesso, nel senso che alla propria indipendenza non si deve mai rinunciare. Fu motto personale di Paracelso che lo fece apporre, anche in tedesco, sui suoi ritratti.Cicerone nel De re publica (libro III, 28) afferma similmente che est enim genus iniustae servitutis, cum hi sunt alterius, qui sui possunt esse ( ingiusto che cadano in servit soggetti che per qualit ed attitudini dovrebbero invece essere liberi), intendendo con ci che solo in tale raro caso la schiavit poteva essere considerata ingiusta.