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La stazione di Padova (talvolta chiamata Padova Centrale, per distinguerla dalle altre stazioni minori cittadine) è la principale stazione della città. Situata sulla linea ferroviaria elettrificata Milano-Venezia, da essa si diramano le linee per Bologna, per Bassano e per Calalzo. Alla stazione di Padova fa capo anche il collegamento con lo scalo di Padova Interporto.
Jacopo Avanzi (Bologna, seconda metà del XIV secolo – 21 gennaio 1416) è stato un pittore italiano. La storiografia di questo artista è complessa a causa delle documentazioni scoperte nel tempo. La sua figura è stata spesso confusa con diversi artisti, come Jacopo de' Bavosi e soprattutto con il vicentino Jacopo Avanzo, attivo a Vicenza, Verona e Padova. Proprio a Padova affrescò, secondo recenti studi, tra il 1376 e il 1377, Le storie di San Giacomo nelle lunette della cappella di San Giacomo nella Basilica di Sant'Antonio di Padova, completate poi da Altichiero. Allo stesso artista sono attribuiti anche gli affreschi nella Chiesa di Sant'Apollonia di Mezzaratta raffiguranti le Storie di Mosè: ora distaccati dal sito originario, si trovano presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna. L'unica opera firmata dal pittore è la Crocifissione della Galleria Colonna a Roma, anche se una cospicua aggiunta al catalogo di Jacopo Avanzi è stata proposta dal critico Benati nel 1985 con l'attribuzione del ciclo con Scene di battaglia e Personaggi dell'antichità nel castello malatestiano di Montefiore Conca in provincia di Rimini.
La basilica di San Zeno, conosciuta anche con il nome di chiesa di San Zeno Maggiore o chiesa di San Zenone, è un importante luogo di culto cattolico che sorge nel cuore del quartiere di San Zeno a Verona; si tratta di uno dei capolavori del romanico lombardo e quindi padano.L'attuale chiesa venne realizzata sul luogo ove almeno altri cinque edifici religiosi erano stati edificati in precedenza. Sembra che la sua origine sia da ricercarsi in una chiesa edificata sulla tomba di san Zeno di Verona, morto tra il 372 e il 380. L'edificio venne comunque riedificato all'inizio del IX secolo per volere del vescovo Ratoldo e del re d'Italia Pipino che giudicarono sconveniente che il corpo del santo patrono riposasse in una povera chiesa. La tradizione vuole che l'arcidiacono Pacifico contribuì alla fabbrica; la consacrazione avvenne l'8 dicembre 806 mentre il 21 maggio dell'anno successivo il corpo di san Zeno fu traslato nella cripta. In occasione delle invasioni degli Ungari, che imperversarono tra l'899 e il 933, la chiesa riportò notevoli danni tanto che nel 967 il vescovo Raterio dovette promuovere una nuova ricostruzione. Intorno alla fine dell'XI secolo e al principio del XII, si diede così mano a un grandissimo progetto di rinnovamento della chiesa in stile romanico. I lavori subirono una battuta di arresto per via del devastante terremoto di Verona del 1117, tuttavia intorno al 1138 gran parte di quella che è la chiesa attuale era stata completata. Nel corso dei secoli successivi l'edificio andò incontro a ulteriori modifiche e trasformazioni che però non ne modificarono l'impianto, mantenendo sostanzialmente inalterata la sua origine medievale. Tra le numerose opere d'arte, ospita un capolavoro di Andrea Mantegna, la pala di San Zeno. Celebri sono anche le formelle bronzee del portale e il grande rosone della facciata, chiamato "Ruota della Fortuna", opera del lapicida Brioloto de Balneo. Nel corso della sua storia, la basilica ispirò numerosi poeti tra cui Dante Alighieri, Giosuè Carducci, Heinrich Heine, Gabriele D'Annunzio e Berto Barbarani.La chiesa, che nel 1973 fu elevata alla dignità di basilica minore, è sede di una parrocchia inserita nel vicariato di Verona Centro