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Antonello da Messina, soprannome di Antonio di Giovanni de Antonio (Messina, 1430 – Messina, febbraio 1479), è stato un pittore italiano. Fu il principale pittore siciliano del Quattrocento, primo nel difficile equilibrio di fondere la luce, l'atmosfera e l'attenzione al dettaglio della pittura fiamminga con la monumentalità e la spazialità razionale della scuola italiana. I suoi ritratti sono celebri per vitalità e profondità psicologica. Durante la sua carriera dimostrò una costante capacità dinamica di recepire i molteplici stimoli artistici delle città che visitava, offrendo ogni volta importanti contributi autonomi, che spesso andavano ad arricchire le scuole locali. Soprattutto a Venezia rivoluzionò la pittura locale, facendo ammirare i suoi traguardi - ripresi poi dai grandi maestri lagunari - apripista dunque per quella "pittura tonale" dolce e umana che caratterizzò il Rinascimento veneto.
San Girolamo nello studio è un dipinto olio su tavola di tiglio (45,7x36,2 cm) di Antonello da Messina, databile al 1474-1475 circa e conservato nella National Gallery di Londra.
San Sebastiano è un dipinto olio su tavola trasportato su tela (171x85,5 cm) di Antonello da Messina, databile al 1478 circa e conservato nella Gemäldegalerie di Dresda.
L'Annunciata di Palermo è un dipinto a olio su tavola (45x34,5 cm) di Antonello da Messina, realizzato intorno al 1475 e conservato a palazzo Abatellis a Palermo.
Il Salvator mundi (o Cristo benedicente) è un dipinto olio su tavola (38,7x29,8 cm) di Antonello da Messina, databile al 1465-1475 circa e conservato nella National Gallery di Londra.
Il Rinascimento in Sicilia rappresenta il progressivo sviluppo della cultura e dell'arte rinascimentale nell'isola, a partire dai suoi centri di diffusione Firenze, Roma e Napoli, e i conseguenti esiti artistici che rappresentarono spesso un compromesso tra il classicismo rinascimentale, il substrato culturale tardo medievale e gli influssi fiamminghi e gotici. Infatti Messina, città che aveva avuti legami commerciali con la lega anseatica, sviluppò un forte legame culturale con i fiamminghi oltre alla migrazione di maestranze fiamminghe che si insediarono in Sicilia. Questa forte presenza fiamminga prosegui anche nei secoli successivi. Nel XV e XVI secolo il Regno di Sicilia prima fece parte di quella sorta di confederazione dinastica facente capo alla Corona d'Aragona e poi entrò a far parte dell'Impero Spagnolo di Carlo V e dei suoi successori. La storia del lento affermarsi del linguaggio rinascimentale nell'isola si può far iniziare convenzionalmente nel decennio tra 1460 e 1470 con la presenza in Sicilia di Antonello da Messina, Francesco Laurana e Domenico Gagini, a volte presenti contemporaneamente negli stessi luoghi, con reciproche influenze.
Giovanni Bellini detto il Giambellino e Zuane Belin in lingua veneta (Venezia, 1427 o 1430 circa – Venezia, 26 novembre 1516) è stato un pittore italiano cittadino della Repubblica di Venezia, tra i più celebri artisti del Rinascimento. Lavorò ininterrottamente per ben sessant'anni, sempre ai massimi livelli, traghettando la pittura veneziana, che in lui ebbe un fondamentale punto di riferimento, attraverso le esperienze più diverse, dalla tradizione bizantina ai modi padovani filtrati da Andrea Mantegna, dalle lezioni di Piero della Francesca, Antonello da Messina e Albrecht Dürer, fino al tonalismo di Giorgione. Nelle sue opere Bellini seppe accogliere tutti questi stimoli rinnovandosi continuamente, ma senza tradire mai il legame con la propria tradizione, valorizzandolo anzi e facendone un punto di forza.
Ecce homo (Giovanni 19, 5, lett. «Ecco l'uomo») è la frase che secondo la Vulgata Ponzio Pilato, allora governatore romano della Giudea, pronunciò mostrando alla folla Gesù flagellato. Tale espressione nella lingua italiana è talvolta usata in senso figurato, anche ironicamente, per indicare un soggetto che abbia patito gravi sofferenze.
Colantonio, fusione dei nomi di battesimo Niccolò Antonio (1420 circa – Napoli, dopo il 1460), è stato un pittore italiano, maestro di Antonello da Messina.