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Ampie aree dell'Asia, come dell'Africa e di altre parti del mondo, furono soggette all'imperialismo di diverse nazioni europee, dell'Impero giapponese e della Cina. Le ragioni di tale fenomeno sono molteplici: innanzitutto, la Rivoluzione Industriale non si era ancora diffusa in queste regioni, rendendo così le popolazioni locali militarmente impotenti di fronte all'avanzata degli europei; inoltre, l'organizzazione militare di molti stati asiatici era debole rispetto a quella delle potenze europee; i governi locali erano perlopiù dispotici e poco rappresentativi; la sopravvivenza di odi interetnici e intertribali e il diffuso analfabetismo rendevano impossibile creare società locali coese che fossero servite da un buon sistema amministrativo; infine, la presenza di molte materie prime e di manodopera a basso costo rendevano queste terre particolarmente appetibili.
L'Asia centrale è una regione interna dell'Asia, che convenzionalmente va dalla sponda asiatica del mar Caspio alla Cina nord-occidentale: ha una densità di popolazione di appena 15 persone per km quadrato.
La storia dell'Africa, secondo il modello paleoantropologico dominante, inizia con la Storia dell'umanità stessa: è infatti in questo continente che avviene la comparsa dell'Homo sapiens. Dall'Africa si sono altresì originate e da lì sono poi migrate, in epoche preistoriche e protostoriche, le prime culture umane, come la cultura litica olduvaiana, aree di pertinenza di paleontologia e archeologia. La storiografia basata sui ritrovamenti archeologici con documentazione scritta di varie culture, ci è nota a partire dalla nascita e lo sviluppo della civiltà egizia, del regno nubiano, di altri regni e società e della loro interazione. Dal VII secolo d.C., l'Africa ha ricevuto una forte influenza islamica, sia sulle coste orientali, sia in Egitto, nelle regioni del Maghreb e del Sahel. La tratta degli schiavi, avviata dagli Arabi sin dal X secolo e proseguita con maggiore intensità verso la tratta atlantica gestita dagli Europei dal XVI secolo in poi, ha interessato tutto il continente fino al XIX secolo e preceduto il colonialismo. Occorre però dire che nella zona di influenza islamica la schiavitù è rimasta una realtà viva sino ad oggi. La stagione delle indipendenze è iniziata nel 1951, quando la Libia è formalmente diventata una nazione libera. La storiografia che interessa l'Africa è stata a lungo appannaggio del pensiero culturale europeo. Dopo la pubblicazione, nell'ultimo quarto del XX secolo, della Cambridge History of Africa e della UNESCO General history of Africa (quest'ultima con la partecipazione di tutti i più importanti storici africani), si è giunti ad un nuovo approccio che tiene conto di documentazione prima non presa in considerazione.
Il Kashmir è una regione della parte settentrionale del subcontinente indiano.
La storia del colonialismo in Africa è stato un processo storico di occupazione territoriale del continente africano, in particolare della parte subsahariana, da parte di altre nazioni, la maggior parte europee, a partire dall'XI secolo circa, fino a raggiungere il proprio apice nella seconda metà del XIX secolo. Quest'ultima occupazione tuttavia, che prende il nome di colonialismo moderno, o imperialismo, fu un periodo di vera e propria "spartizione dell'Africa", e i cui protagonisti furono soprattutto Francia e Gran Bretagna e, in misura minore, Germania, Portogallo, Italia, Belgio, Spagna e Paesi Bassi. Pur riferendosi spesso a una presunta "missione civilizzatrice", soprattutto nei confronti di popoli relativamente arretrati dell'Africa subsahariana, le potenze coloniali si dedicarono soprattutto allo sfruttamento delle risorse naturali del continente. Soltanto in alcuni casi, la presenza europea in Africa portò a un effettivo sviluppo delle regioni, per esempio attraverso la costruzione di infrastrutture. Nei luoghi in cui si stabilirono comunità di origine europea (ad es. il Sudafrica), la popolazione locale fu, in genere, discriminata politicamente ed economicamente.
La guerra in Afghanistan, iniziata il 7 ottobre 2001, ha visto l'avvio delle ostilità con l'invasione del territorio controllato dai talebani, da parte dei gruppi afghani loro ostili dell'Alleanza del Nord, mentre gli USA e la NATO hanno fornito, nella fase iniziale, supporto tattico, aereo e logistico. Nella seconda fase, dopo la conquista di Kabul, le truppe occidentali, statunitensi e britannici in testa, hanno incrementato la loro presenza anche a livello territoriale per sostenere il nuovo governo afghano: Operazione Enduring Freedom. L'amministrazione Bush ha giustificato l'invasione dell'Afghanistan, nell'ambito della guerra al terrorismo, seguita agli attentati dell'11 settembre 2001, con lo scopo di distruggere al-Qāʿida e di catturare o uccidere Osama bin Laden, negando all'organizzazione terroristica la possibilità di circolare liberamente all'interno dell'Afghanistan attraverso il rovesciamento del regime talebano. A dieci anni dall'invasione, il 2 maggio 2011, le forze statunitensi hanno condotto un'incursione ad Abbottabad, vicino Islamabad in Pakistan, uccidendo, nel suo rifugio, il leader di al-Qāʿida, Osama Bin Laden. A partire dall'invasione dell'Iraq del 2003, la guerra in Afghanistan ha perso priorità tra gli obiettivi dell'amministrazione degli Stati Uniti, riacquistandola solo a partire del 2009 sotto l'amministrazione Obama. A partire dal 2015, l'operazione della NATO ISAF è stata sostituita dall'Operazione Sostegno Risoluto, tesa a continuare l'aiuto al governo afghano con un minor numero di truppe, nel contesto di un aumento delle offensive dei talebani.
L'Asia comprende la parte centro-orientale dell'Eurasia ed è costituita da 49 stati indipendenti ed è congiunta all'Africa dall'Istmo di Suez e all'Europa da un lungo confine che segue in generale la catena dei Monti Urali.
Un continente (dal latino continere, "tenere insieme") è la più vasta delle ripartizioni con le quali si suddividono le terre emerse della crosta terrestre. Il concetto di continente si contrappone quindi a quello di oceano.
L'Afghanistan (AFI: /afˈɡanistan/, pronuncia tradizionale /afɡanisˈtan/; anche trascritto come Afganistan in italiano) , ufficialmente Repubblica Islamica dell'Afghanistan, è uno Stato senza sbocco sul mare di 652 864 km² e di 38 041 754 abitanti stimati nel 2019, con capitale Kabul. Confina a ovest con l'Iran, a sud e a est con il Pakistan, a nord con il Turkmenistan, l'Uzbekistan e il Tagikistan e con la Cina nella regione più a est della nazione (corridoio del Vacan). Le lingue ufficiali del paese sono il pashtu e il dari. Tra la caduta dei Talebani in seguito all'arrivo delle forze alleate e la riunione del gran consiglio per la stesura della nuova costituzione, l'Afghanistan veniva indicato dall'Occidente come Stato provvisorio islamico dell'Afghanistan. Con la sua nuova Costituzione il paese viene ora ufficialmente chiamato "Repubblica Islamica dell'Afghanistan". L'attuale presidente è Ashraf Ghani, in carica dal settembre 2014.