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Il De Monàrchia è un saggio politico in latino di Dante Alighieri, formato in tre trattati. Con questo testo il poeta volle intervenire su uno dei temi più "caldi" della sua epoca: il rapporto tra il potere temporale (rappresentato dall'imperatore) e l'autorità religiosa (rappresentata dal papa). Dante, dalla sua posizione di guelfo moderato (appartenente alla corrente dei "bianchi", che, pur sostenendo generalmente il papa, aveva lottato contro la corrente dei "neri" per difendere l'autonomia del Comune fiorentino dalle pretese temporali di Bonifacio VIII), aderisce alla teoria dei due soli e afferma che i due poteri sono ciascuno indipendenti e sovrani nella propria sfera di competenza. Dante sostiene la necessità di coesistenza tra papa e imperatore, i quali, per il pensatore fiorentino, dovevano entrambi avere la loro sede in Italia, in particolare a Roma, e non oltralpe. Secondo la cronologia più accreditata il De Monarchia fu composto negli anni 1312-13, cioè al tempo della discesa di Enrico VII di Lussemburgo in Italia; secondo altri, bisognerebbe anticipare almeno al 1308 la data di composizione; altri ancora, infine, posticipano la composizione del trattato al 1318, pochi anni prima della morte dell'autore (1321).
La monarchia è una forma di governo in cui la carica di capo di Stato è esercitata da una sola persona, come suggerisce l'etimologia del lemma (dal latino tardo monarcha(m), che è dal greco monárchis, composto di mónos (μόνος) "solo, unico" e archìs, da árchō (ἄρχω), "governare, comandare"), per tutta la durata della sua vita o fino alla sua rinuncia (abdicazione). Questa figura è il monarca ed è considerato un membro a parte rispetto al resto delle persone dello Stato che sono suoi sudditi. Quando il monarca cessa le sue funzioni viene sostituito da uno nuovo, solitamente secondo un criterio ereditario nel contesto di una stessa famiglia, detta dinastia; si parla dunque di successione al trono. Ciò nonostante non mancano casi di elezione, come nel Sacro Romano Impero e in Haiti, o casi di adozione. Talvolta la successione dinastica avviene alla morte di un primo monarca eletto, come accadde in Svezia per l'attuale casa regnante.
Per laicismo si identifica prevalentemente la tendenza a conferire al pensiero e all'agire sociale l'autonomia dal corollario di precetti religiosi, cercando dunque di limitare l'intromissione dell'autorità religiosa. Il linguaggio comune e l'uso improprio del termine l'ha portato ad essere usato erroneamente come sinonimo di ateismo (o comunque di miscredenza). Un religioso credente può infatti essere laico allo stesso tempo.
L'ecumenismo è il movimento che tende a riavvicinare e a riunire tutti i fedeli cristiani a quelli delle diverse Chiese. Il punto di partenza è la comune fede nella Trinità: in Dio Padre, in Dio Gesù Cristo Figlio e in Dio Spirito Santo. La parola deriva dal termine greco oikouméne, che indica in origine la parte abitata della Terra; la scelta indica come una sorta di indirizzo nella ricerca di una sempre più stretta collaborazione e comunione tra le varie chiese cristiane che abitano nel mondo.
Il dispotismo o assolutismo illuminato è il governo assolutista di un monarca o despota illuminato, in riferimento agli ideali dell'Illuminismo, periodo storico e culturale dell'Occidente del XVIII e inizio del XIX secolo.
Il colle Vaticano è un colle di Roma posto sulla riva destra del Tevere. Il termine vaticano deriva, secondo alcuni – fra cui l'autore latino Marco Terenzio Varrone, riportato da Aulo Gellio – dal nome di un'antica divinità romana, Vaticanus, mentre altri – fra cui Gellio stesso – sostengono derivi dal verbo latino vaticinàri, in italiano "predire", supponendo che nella zona fossero attivi diversi oracoli, intesi sia come luoghi di preghiera sia predizione del futuro.Secondo Barthold Georg Niebuhr il nome della regione deriverebbe invece da Vaticum o Vatica, il nome della zona o dell'insediamento (pagus) posto sulla riva destra del Tevere in corrispondenza del moderno Rione Prati.Sesto Pompeo Festo ricorda infatti come questo fosse un luogo di riunione per alcuni indovini etruschi.Plinio il Vecchio racconta dell'esistenza sul colle di un leccio creduto il più antico di Roma, al quale si attribuivano poteri magici e sul cui tronco era affisso un cartello bronzeo con alcune lettere etrusche. In effetti, sul colle era insediata una grande necropoli e, dal primo secolo, venne aggiunta anche un'arena per pubblici giochi e spettacoli, meglio nota come "Circo di Nerone". Si può, quindi, ragionevolmente desumere la fissa presenza di luoghi di preghiera e di sacerdoti, in una zona dedicata tradizionalmente al culto dei defunti e molto frequentata a causa degli spettacoli circensi. Nel II secolo, probabilmente per dare il buon esempio ai cittadini romani nello scegliere luoghi lontani dal centro storico per inumare i defunti, l'imperatore Adriano fece costruire ai piedi del colle Vaticano il proprio mausoleo, che verrà poi trasformato nell'attuale Castel Sant'Angelo. Il colle Vaticano non è compreso nei tradizionali sette colli di Roma ed è stato inserito nei confini della città al tempo del papato di Leone IV, che ingrandì le mura cittadine tra l'848 e l'852, allo scopo di proteggere la basilica di San Pietro. Fino alla formazione dello Stato della Città del Vaticano, istituito con i Patti Lateranensi nel 1929, il Colle Vaticano faceva parte del rione Borgo.
L'anticlericalismo (nella sua accezione più comune) è una corrente di pensiero sviluppatasi soprattutto in riferimento alla Chiesa cattolica, che si oppone al clericalismo, ossia all'ingerenza degli ecclesiastici e della loro dottrina, nella vita e negli affari dello Stato e della politica in generale.
L'antica basilica di San Pietro in Vaticano, nota anche come basilica di Costantino, era ubicata a Roma, nell'area attualmente occupata dalla nuova basilica vaticana.